UNIVERSITA' DI ROMA “LA SAPIENZA” - Padis
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Una simile ampia varietà è stata riscontrata per gli anticoagulanti. Si è visto che le<br />
sostanze principalmente sintetizzate dagli emitteri (R. prolixus e Eutriatoma maculatus)<br />
sono dirette contro il fattore VIII e la trombina mentre il dittero simulide Simulum vittatum<br />
sintetizza inibitori del fattore Xa, del fattore VII e un antitrombinico. Poiché i tempi<br />
d’innesco per la coagulazione sono superiori alla durata media di un pasto di sangue si<br />
suppone che queste sostanze giochino un ruolo importante nel prevenire la formazione di<br />
coaguli che potrebbero ostruire l’apparato boccale. Inoltre, in Anopheles è stato osservato<br />
che tali molecole potrebbero facilitare i processi digestivi che seguono la pre-diuresi<br />
durante la quale vengono concentrate cellule e proteine sieriche e viene secreta l’acqua in<br />
eccesso nel sangue (James, 1994, Ribeiro, 1995).<br />
Gli antipiastrinici mostrano invece una minore eterogeneità nel bersaglio. La<br />
maggior parte degli artropodi ematofagi impiega molecole con attività apirasica.<br />
Quest’enzima è responsabile della conversione dell’ATP e ADP in AMP e pirofosfato, in<br />
modo da inibire il processo d’aggregazione e reclutamento delle piastrine ADP-dipendente.<br />
L’analisi molecolare ha rilevato l’esistenza di 3 classi di apirasi con origini evolutive<br />
differenti. In Aedes e Anopheles l’attività apirasica è svolta da un membro della famiglia<br />
delle 5’-nucleotidasi (Champagne et al., 1995; Lombardo et al., 2000). Negli emitteri (C.<br />
lectularius e R. prolixus) e nel flebotomo Phlebotomus papatasi tale attività e svolta da una<br />
differente famiglia di proteine strettamente dipendenti dal calcio (Valenzuela et al., 2001).<br />
La terza classe di apirasi appartiene alla famiglia delle ecto-ATPasi ed è stata isolata<br />
originariamente in Toxoplasma gondii (NTPasi I e II), oltre ad essere stata ritrovata in una<br />
grande varietà di organismi, tra cui piante e uomo (Asai et al., 1995).<br />
1.7.2 Risvolti applicativi dello studio sulle ghiandole salivari<br />
Negli ultimi anni lo studio delle ghiandole salivari di vettori di malattie quali<br />
malaria, dengue o leishmaniosi ha suscitato notevole interesse negli entomologi<br />
molecolari. Ciò è in parte da attribuirsi alla necessità di una più adeguata comprensione del<br />
loro ruolo nella trasmissione del patogeno e delle proprietà biochimico-farmacologiche<br />
della saliva. Esistono però anche importanti risvolti applicativi legati a questi studi, come<br />
ad esempio la possibilità di sviluppare componenti di vaccini (Titus et al., 2006).<br />
Numerose indicazioni suggeriscono che la saliva degli insetti vettori svolge un<br />
ruolo importante nella trasmissione dei parassiti ed il modello esemplare, in questo senso, è<br />
rappresentato da un modello murino di leishmaniosi. Infatti, la saliva di Lutzyomyia<br />
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