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BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

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co di fronte al mondo nei suoi molteplici aspetti. Il tema specifico dell’insegnamento filosofico è<br />

inserito nel più ampio orizzonte pedagogico delineato nelle “Questioni preliminari”, in cui si<br />

indicano i fondamenti dell’agire educativo. In tale contesto i “frammenti” di esperienza filosofica<br />

vengono introdotti nella scuola di base senza appesantire il curriculum scolastico, ma esplicitati<br />

nell’intreccio con la vita in maniera da diventare una strumento significativo per la comprensione<br />

di essa. Viene poi precisato lo specifico della filosofia come materia di insegnamento in questa<br />

modalità nuova, consistente nell’attivare processi di riflessione e di interpretazione della vita e<br />

delle sue manifestazioni. In tale senso l’esperienza filosofica rappresenta un modo di essere al<br />

mondo problematico e responsabile, i cui fondamenti risiedono nella capacità di pensare in proprio,<br />

di confrontarsi con una pluralità di oggetti, problemi, significati e di stabilire un rapporto tra<br />

la propria identità personale, il passato e le prospettive future.<br />

Esaminando più da vicino le due parti in cui si articola questo lavoro, troviamo nella prima un<br />

approfondimento di due nuclei tematici: la natura transdisciplinare del processo educativo e la<br />

valenza politica dell’esperienza filosofica. Viene sottolineato il rapporto di reciprocità tra sfera<br />

scolastica e sfera extrascolastica, una “costante” della problematica educativa del nostro tempo.<br />

Si tratta di una questione che si risolve in uno stretto nesso tra «imparare dalla vita» e il «possesso<br />

degli strumenti per apprendere», che nella presente situazione storico-culturale si realizza in<br />

un contesto inter-istituzionale (le plura1ità delle agenzie educative) e in un tempo che dura tutta<br />

la vita (l’educazione permanente). Tale richiamo alla «testa ben fatta» (Morin) è un’opportuna<br />

valorizzazione di intuizioni della migliore tradizione pedagogica europea, da Montaigne a<br />

Decroly. Questi postulati si traducono essenzialmente in un insegnamento incentrato sulla<br />

«responsabilità di chi apprende», che mira «alla formazione di un atteggiamento positivo verso<br />

l’esistenza, capace di tradursi nella costruzione continua delle conoscenze, nella relazione e nello<br />

scambio sociale, nell’adattamento al nuovo e all’imprevisto » (p. 27).<br />

Il “quando” e il “come” dell’esperienza filosofica vengono visti nella loro articolazione politicoistituzionale<br />

attraverso una rassegna internazionale delle modalità d’insegnamento filosofico dei<br />

diversi paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna). In particolare è esaminato il problema<br />

vicinanza agli studenti/fedeltà alla filosofia, in cui si considera, tra l’altro, le naturale curiositas<br />

dei ragazzi, il “minimo filosofico” e le procedure tipiche filosofare. Nel passaggio dall’interrogazione<br />

comune a quella sistematica sono indicate le specifiche operazioni del “filosofare”: «individuazione<br />

e formulazione del problema; ricerca delle soluzioni possibili; riconoscimento dei molteplici<br />

“punti di vista”; discernimento tra “argomenti forti” e “argomenti deboli”; costruzione del<br />

ragionamento “in proprio” sulla base di quanto ascoltato, letto e vissuto; comunicazione efficace<br />

del proprio pensiero; ascolto e accoglienza del pensiero altrui» (p. 40).<br />

La seconda parte della pubblicazione ha un carattere operativo e sperimentale: “Dalle parole ai<br />

fatti”. Questo segmento della ricerca, frutto di esperienza diretta dell’autrice, si apre con un brano<br />

di Julio Cabrere, che condanna ogni forma di razionalità di tipo intellettualistico senza alcun<br />

coinvolgimento di elementi emotivi: «Forse il senso dell’universo si attinge soltanto attraverso<br />

una combinazione dì “sense” e di “sensibility”» (p. 65). Vengono quindi presentate due esperienze:<br />

quella della Scuola media “Patrizi” di Montefano e della Scuola media “Gandiglio” di Fano,<br />

su temi di carattere interculturale e riguardanti il processo di transizione dall’esperienza comune<br />

all’esperienza filosofica. Viene considerata la percezione personale della diversità in rapporto a<br />

culture differenti. Sono messi a confronto dialettico rapporti positivi (quali curiosità e reciproco<br />

rispetto, integrazione, cura e attenzione) e rapporti negativi, come xenofobia, ostilità, intolleranza<br />

e volontà di dominio. Gruppi di allievi delle due scuole hanno condotto interviste e si sono documentati<br />

sulla situazione multi-etnica ed emigratoria nell’ambiente dove vivono e operano. Nel<br />

passaggio dall’esperienza comune a quella filosofica si è transitati da una scelta di un gioco, nella<br />

sua struttura metodologica e procedurale ad un primo approccio alla tradizione filosofica occi-<br />

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