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BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

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L’opera e il pensiero di Giuseppe Maria Sciacca<br />

Piero Di Giovanni<br />

Nel ripercorrere le tappe dell’opera e del pensiero di Giuseppe Maria Sciacca<br />

(1912-1996), mi avvalgo del contributo (Ricordo di Giuseppe Maria Sciacca), già pubblicato<br />

nel «Bollettino della <strong>Società</strong> <strong>Filosofica</strong> <strong>Italiana</strong>» (n. 157 del 1996), che ho potuto<br />

ampliare tenendo conto del saggio di Caterina Genna (Antonio Renda e Giuseppe<br />

Maria Sciacca: due testimoni della tradizione neokantiana) presentato al convegno di<br />

studi su Le avanguardie della filosofia italiana nel XX secolo, svoltosi a Palermo nei<br />

giorni 10-11-12 maggio 2001, poi pubblicato negli Atti (Milano 2002, pp. 38-45).<br />

Inoltre mi avvalgo del lavoro svolto da Mariantonella Portale, che nel marzo del 2002<br />

si è laureata con me, trattando una tesi di Storia della filosofia proprio su Giuseppe<br />

Maria Sciacca; la bibliografia da lei curata è il risultato del suo lavoro che ha continuato<br />

(come titolare di un dottorato di ricerca, “Storia delle civiltà mediterranee – XVII<br />

ciclo”) sul versante della tradizione della filosofia italiana contemporanea. Questo mio<br />

ulteriore contributo è il risultato di un convincimento profondo e cioè che Giuseppe<br />

Maria Sciacca appartiene a quella schiera di autori che, nel corso del secolo ventesimo,<br />

hanno operato nel silenzio ma con serietà. Non è solo il ricordo di un maestro da parte<br />

di un allievo, ma soprattutto il riconoscimento di chi, ancora a distanza di sette anni<br />

dalla sua morte, ritiene che Giuseppe Maria Sciacca sia stato, oltre che un maestro in<br />

senso strettamente accademico, un maestro di vita; comunque uno storico della filosofia<br />

ed un filosofo, meritevole di essere menzionato negli annali della <strong>Società</strong> <strong>Filosofica</strong><br />

<strong>Italiana</strong>.<br />

A questo proposito va appunto sottolineato che la ricostituzione, a Palermo,<br />

della <strong>Società</strong> <strong>Filosofica</strong> <strong>Italiana</strong>, si deve alla sua spinta emotiva trasmessa a chi oggi lo<br />

può ricordare sulle pagine di questo «Bollettino». Risale infatti al 1982 l’idea di ricostituire<br />

la Sezione del capoluogo siciliano, quando Presidente nazionale era Paolo Rossi e<br />

Segretario Pietro Ciaravolo. Per cui come non ricordare i vari congressi nazionali ai<br />

quali abbiamo partecipato a partire dal XXVII svoltosi a Verona nel 1983? D’altra parte<br />

Giuseppe Maria Sciacca non era nuovo alle esperienze e alle attività della <strong>Società</strong><br />

<strong>Filosofica</strong> <strong>Italiana</strong>; infatti lo troviamo già presente al primo congresso, svoltosi subito<br />

dopo la fine del secondo conflitto mondiale, cioè al XV organizzato a Messina nel 1948<br />

sotto l’egida di Vincenzo La Via, in occasione del quale presenta un contributo sul<br />

Significato dell’irrazionalismo di Kierkegaard. Poi lo troviamo al XVI congresso svoltosi<br />

a Bologna nel 1953, al quale partecipa con un contributo (Il compito della filosofia,<br />

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