17.06.2013 Views

BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

oggetti: gli oggetti empirici vengono colti dalla percezione, gli stati di fatto a priori attraverso<br />

1’«intuizione intellettuale». Anche la conoscenza a priori è dunque determinata da un contatto<br />

esistenziale immediato con l’oggetto, 1’«esperienza dell’essenza», e riguarda ciò che la cosa è in<br />

se stessa. Ecco dunque il significato centrale della fenomenologia realista di Hildebrand: la conoscenza<br />

a priori si fonda su «stati di fatto» conoscibili come «le cose in se stesse», in quanto le<br />

cose stesse (la realtà) sono fondate su essenze necessarie e intelligibili. Il contatto intuitivo con<br />

oggetti che possiedono un’essenza dotata di «unità necessaria» rende possibile la conoscenza a<br />

priori. È qui che il realismo fenomenologico di Hildebrand più si avvicina alla metafisica platonica.<br />

L’«essenza necessaria» ha un essere ideale e trascendente, ma, soprattutto, è ciò che rende<br />

intelligibile il reale. L’intelligibilità è relativa al grado di «alto valore» di ciò che è reale: la realtà<br />

è comprensibile attraverso la visibilità platonica dell’idea. In ciò è possibile riconoscere un possibile<br />

dialogo con la tradizione filosofìca classica e, in sostanza, il retroterra metafisico nel quale<br />

Hildebrand sviluppa la propria “fenomenologia”.<br />

Hildebrand rivaluta il “fenomeno” considerandolo la via per giungere alla cosa in sé e, ancora,<br />

vedendo in esso una «manifestazione», un originario «svelarsi» della struttura essenziale del<br />

reale. Nel rivelarsi «in modo luminoso» è resa possibile l’intuizione dell’intelligibilità e<br />

dell’unità del reale: «l’intuizione intellettuale» come «possesso contemplativo» di un’essenza. Il<br />

metodo fenomenologico rappresenta questo contatto immediato con l’oggetto, analisi intuitiva di<br />

essenze autentiche e sommamente intelligibili.<br />

La fenomenologia — sinonimo, dunque, di filosofia — indaga la «profondità» della realtà,<br />

cerca l’assoluto, la causa, la fonte originaria di tutti gli esseri. Rispetto alle altre scienze essa<br />

desidera il contatto «contemplativo» con la verità, non ricerca l’oggetto per conquistarne<br />

l’essere, ma piuttosto per «potergli esser devota in modo più profondo e autentico» (p. 425). Il<br />

desiderio di questo matrimonio conoscitivo contemplativo con l’oggetto — l’atteggiamento<br />

ultimo e fondamentale della filosofia — permette che una verità già conosciuta non diventi mai<br />

vecchia: «è questo che conferisce alla filosofia la sua caratteristica solennità» (p. 423). È<br />

dall’eros che spinge alla ricerca della verità sulle domande importanti e universali per l’uomo<br />

di ogni tempo e dal sostare «contemplante» nella profondità del reale che proviene il ritmo<br />

solenne, e forse inattuale, della filosofia.<br />

G. Garelli, Filosofie del tragico. L’ambiguo destino della catarsi, Milano 2001, pp. 167.<br />

Edoardo Simonotti<br />

Il punto di partenza scelto da Gianluca Garelli per questo suo interessante volume, ricco di parte<br />

antologica e corredato da una utilissima bibliografia ragionata, è una riflessione sul rapporto tra il<br />

filosofo e la tragedia classica, intesa come un «evento la cui peculiare storicità si tinge per il filosofo<br />

di un significato ulteriore, che peraltro si rivela solo entro la compiuta immanenza di un presente<br />

anzitutto votato alla definizione di sé» (p. 3). Nella contemporaneità l’Autore rinviene<br />

«segni incoraggianti» nella direzione di un ritorno all’indagine del fenomeno tragico anche a partire<br />

dalla prospettiva dialettico-speculativa; all’interno dello stesso fenomeno tragico individua<br />

poi alcune categorie, come ad esempio la purificazione quale «sfogo», o alcuni rapporti fondamentali<br />

come quello tra arte e catarsi. Un simile itinerario di ricerca porta in primo luogo a concludere<br />

che proprio la tragedia istruisce in quanto «conduce il suo pubblico a riflettere sul fondamento<br />

della comunità politica, sulla natura ancipite della comunicazione linguistica, sull’essenza<br />

92

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!