BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana
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oggetti: gli oggetti empirici vengono colti dalla percezione, gli stati di fatto a priori attraverso<br />
1’«intuizione intellettuale». Anche la conoscenza a priori è dunque determinata da un contatto<br />
esistenziale immediato con l’oggetto, 1’«esperienza dell’essenza», e riguarda ciò che la cosa è in<br />
se stessa. Ecco dunque il significato centrale della fenomenologia realista di Hildebrand: la conoscenza<br />
a priori si fonda su «stati di fatto» conoscibili come «le cose in se stesse», in quanto le<br />
cose stesse (la realtà) sono fondate su essenze necessarie e intelligibili. Il contatto intuitivo con<br />
oggetti che possiedono un’essenza dotata di «unità necessaria» rende possibile la conoscenza a<br />
priori. È qui che il realismo fenomenologico di Hildebrand più si avvicina alla metafisica platonica.<br />
L’«essenza necessaria» ha un essere ideale e trascendente, ma, soprattutto, è ciò che rende<br />
intelligibile il reale. L’intelligibilità è relativa al grado di «alto valore» di ciò che è reale: la realtà<br />
è comprensibile attraverso la visibilità platonica dell’idea. In ciò è possibile riconoscere un possibile<br />
dialogo con la tradizione filosofìca classica e, in sostanza, il retroterra metafisico nel quale<br />
Hildebrand sviluppa la propria “fenomenologia”.<br />
Hildebrand rivaluta il “fenomeno” considerandolo la via per giungere alla cosa in sé e, ancora,<br />
vedendo in esso una «manifestazione», un originario «svelarsi» della struttura essenziale del<br />
reale. Nel rivelarsi «in modo luminoso» è resa possibile l’intuizione dell’intelligibilità e<br />
dell’unità del reale: «l’intuizione intellettuale» come «possesso contemplativo» di un’essenza. Il<br />
metodo fenomenologico rappresenta questo contatto immediato con l’oggetto, analisi intuitiva di<br />
essenze autentiche e sommamente intelligibili.<br />
La fenomenologia — sinonimo, dunque, di filosofia — indaga la «profondità» della realtà,<br />
cerca l’assoluto, la causa, la fonte originaria di tutti gli esseri. Rispetto alle altre scienze essa<br />
desidera il contatto «contemplativo» con la verità, non ricerca l’oggetto per conquistarne<br />
l’essere, ma piuttosto per «potergli esser devota in modo più profondo e autentico» (p. 425). Il<br />
desiderio di questo matrimonio conoscitivo contemplativo con l’oggetto — l’atteggiamento<br />
ultimo e fondamentale della filosofia — permette che una verità già conosciuta non diventi mai<br />
vecchia: «è questo che conferisce alla filosofia la sua caratteristica solennità» (p. 423). È<br />
dall’eros che spinge alla ricerca della verità sulle domande importanti e universali per l’uomo<br />
di ogni tempo e dal sostare «contemplante» nella profondità del reale che proviene il ritmo<br />
solenne, e forse inattuale, della filosofia.<br />
G. Garelli, Filosofie del tragico. L’ambiguo destino della catarsi, Milano 2001, pp. 167.<br />
Edoardo Simonotti<br />
Il punto di partenza scelto da Gianluca Garelli per questo suo interessante volume, ricco di parte<br />
antologica e corredato da una utilissima bibliografia ragionata, è una riflessione sul rapporto tra il<br />
filosofo e la tragedia classica, intesa come un «evento la cui peculiare storicità si tinge per il filosofo<br />
di un significato ulteriore, che peraltro si rivela solo entro la compiuta immanenza di un presente<br />
anzitutto votato alla definizione di sé» (p. 3). Nella contemporaneità l’Autore rinviene<br />
«segni incoraggianti» nella direzione di un ritorno all’indagine del fenomeno tragico anche a partire<br />
dalla prospettiva dialettico-speculativa; all’interno dello stesso fenomeno tragico individua<br />
poi alcune categorie, come ad esempio la purificazione quale «sfogo», o alcuni rapporti fondamentali<br />
come quello tra arte e catarsi. Un simile itinerario di ricerca porta in primo luogo a concludere<br />
che proprio la tragedia istruisce in quanto «conduce il suo pubblico a riflettere sul fondamento<br />
della comunità politica, sulla natura ancipite della comunicazione linguistica, sull’essenza<br />
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