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BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

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Pellegrino, presidente della Provincia di Foggia, che ha messo a fuoco il ruolo della<br />

filosofia nella interpretazione del mondo contemporaneo. A sua volta il prof. Mario<br />

Melino, presidente del Consorzio per l’Università della Capitanata, ha evidenziato il<br />

rischio di estinzione della filosofia in una società caratterizzata più dalla quantità di<br />

informazione che dalla qualità, la quale presuppone il filtro della riflessione filosofica.<br />

Il Presidente Nazionale della SFI, prof. Luciano Malusa, ha invece sottolineato il ruolo<br />

della filosofia intesa come ricerca e comunicazione della conoscenza. Consapevole di<br />

tale funzione della conoscenza filosofica, la SFI ha sempre cercato di instaurare, in termini<br />

didattici, un fecondo dialogo con il mondo della scuola.<br />

Nella prima relazione (Metafore della conoscenza) il prof. Roberto Cordeschi<br />

dell’Università di Salerno ha presentato le varie metafore succedutesi nel tempo sui calcolatori<br />

e il cervello, tutte inadeguate a rappresentare gli oggetti tra cui si vuole instaurare<br />

una stretta parentela, e ha insistito sulla necessità della creazione di modelli che<br />

simulino il comportamento dell’uomo per individuare il meccanismo della selezione e<br />

delle restrizioni dovuto ad elementi biologici, sociali e psicologici. È l’errore, in sostanza,<br />

nel comportamento umano a rendere quest’ultimo originale e di difficile imitazione.<br />

È seguito il prof. Massimo Negrotti dell’Università di Urbino, con una relazione dal<br />

titolo: Conoscere per sapere, conoscere per fare. La tecnica, pur stimata utile dall’antichità,<br />

era considerata meno nobile del sapere umanistico. È dal Rinascimento in poi,<br />

con l’introduzione della matematica, che la tecnica acquista dignità e veste scientifica.<br />

Oggi la tecnologia avanzata spinge i filosofi ad occuparsi di elaboratori, programmi e<br />

sistemi informativi, distogliendoli dalla specificità delle loro argomentazioni, pur nella<br />

consapevolezza della profonda differenza della intelligenza umana da quella artificiale.<br />

Giovanni Boniolo (Università di Padova) ha affrontato un tema di particolare interesse:<br />

L’abuso della filosofia nella società della conoscenza. Il relatore ha rilevato che una<br />

buona produzione filosofica implica una buona conoscenza della storia della filosofia.<br />

Gli studiosi italiani hanno prodotto degli ottimi lavori di filosofia per il semplice fatto<br />

che da sempre hanno dimostrato di possedere una eccellente conoscenza della storia<br />

della filosofia, che li ha messi in grado di proporre temi forti trattati con bontà di argomenti<br />

e di stile. Ai filosofi di oggi, osserva Boniolo, manca spesso la conoscenza scientifica<br />

di ciò che trattano. Temi come l’etica genetica, l’ecologia, l’ingegneria molecolare<br />

ecc. richiedono da parte del filosofo una conoscenza specifica di suddette discipline.<br />

Non si può dissertare di biologia molecolare senza una conoscenza scientifica della<br />

costituzione della materia; come non si può discutere della mente umana senza una<br />

conoscenza delle neuroscienze; non si può infine discutere di etica genetica senza avere<br />

una conoscenza dei lavori che si effettuano nei laboratori. Luigi Borzacchini<br />

(Università di Bari) ha poi trattato il tema: Il Computer come macchina filosofica. La<br />

scienza del calcolo, ha notato il relatore, nasce dall’incontro dei matematici con i logici.<br />

Da qui l’invenzione del computer, che nella sua architettura logica è rimasto sostanzialmente<br />

fermo, anche se l’aspetto elettronico è sempre in rapida evoluzione. L’invenzione<br />

e la diffusione del computer stanno operando una rivoluzione antropologica pari a<br />

quella prodotta dalla affermazione del discorso scritto su quello orale o a quella<br />

dell’invenzione della stampa. Ciò non deve incutere timore. Da tre secoli, da Galilei a<br />

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