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BOLLETTINO 178 - Società Filosofica Italiana

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promuovere la tanto ricercata unità del sapere nel segno della realizzazione di una vasta rete di<br />

Accademie delle Scienze. Quest’ultimo passaggio è davvero rilevante. Le Accademie non costituiscono<br />

solo l’impronta più evidente del Leibniz organizzatore della cultura scientifica, per dirla<br />

con Totok. Si tratta di un progetto di largo respiro, nel quale confluiscono enormi interessi, non<br />

solo di natura culturale.<br />

Dal punto di vista speculativo, è il punto più elevato di una precisa sequenza di passaggi. Il giovane<br />

Leibniz aveva focalizzato la propria attenzione sul progetto di una Caratteristica universale<br />

tale da rendere finalmente operativa una logica come ars inveniendi. Tale lingua artificiale e formalizzata,<br />

esemplata sull’impianto dell’algebra, intendendo il ragionamento umano come un calcolo<br />

logico di concetti, avrebbe reso se stessa la lingua universale della scienza e lo strumento<br />

mediante cui annullare le distanze e le incomprensioni tra gli uomini cagionate dalla Babele delle<br />

lingue. Sul tema del linguaggio universale una riflessione a parte meriterebbe la meditazione<br />

leibniziana sulla lingua artificiale, retta da una grammatica razionale desunta da una semplificazione<br />

del latino, e sul suo ambivalente ruolo in seno alla «Scienza generale».<br />

Ad ogni modo, il linguaggio universale avrebbe permesso di trattare con rinnovato vigore le più<br />

alte questioni del pensiero ed avrebbe consentito di mettere a punto un’enciclopedia di tutto il<br />

sapere umano. Leibniz, però, si spinge a parlare di un’«enciclopedia dimostrativa», non solo finalizzata<br />

a raccogliere in circolo i risultati conseguiti, ma anche in grado di offrire un quadro dei<br />

problemi ancora aperti. Per affrontare questi ultimi occorre una superiore sintesi delle forze, un<br />

inedito spirito di cooperazione tra dotti disposti a mettere il loro sapere al servizio del progresso<br />

del genere umano. Le Accademie concorrono a realizzare proprio questo scopo: in quanto istituzioni<br />

lontane dal mero «spirito della disputa» delle università medioevali, esse avrebbero consentito<br />

la realizzazione della moderna idea di «comunità scientifica», combinando le esperienze,<br />

migliorando gli strumenti di ricerca e consolidando gli intenti euristici dei «sapienti».<br />

A ben vedere, infatti, le Accademie ricettano in sé l’unità speculativa del sistema e sintetizzano<br />

l’afflato universalistico leibniziano, perseguito sui versanti logico e metafisico, con lo spirito irenistico<br />

che aleggia sullo sfondo e che discende dall’idea di realizzare l’unità delle genti e delle<br />

confessioni religiose. Ora, dato il rilievo della questione, sarebbe piaciuto vedere, nella presente<br />

raccolta, qualche esempio leibniziano di progetto accademico. Com’è noto, a Leibniz si deve<br />

non solo la fondazione dell’Accademia delle Scienze di Berlino (di cui fu eletto presidente nel<br />

1700), ma egli si rese protagonista di ripetuti contatti con la corte di Luigi XIV, con vari prìncipi<br />

europei e con la Russia di Pietro il Grande. In questo tipo di scritti emergono le medesime vicende<br />

dei problematici rapporti tra individuo e comunità, tra singolo e popolo, tra individuale ed universale;<br />

tendono inoltre a manifestarsi molte delle ambivalenze del pensiero di Leibniz, come,<br />

per esempio, quella del contrasto tra le sue convinzioni nazionalistiche e l’ideale di un’Europa<br />

unita e governata dai principî del cristianesimo universale. La dialettica nazione-mondo riflette,<br />

qui, la dialettica individuo-universale. Per dare trasversalmente uno spaccato di quest’ordine di<br />

problemi sarebbe bastato, forse, riproporre un saggio contenuto nell’edizione Bianca: i Precetti<br />

per il progresso delle scienze, scritti in francese per il Re Sole. A parte il richiamo alla benevolenza<br />

del Sovrano, qui ritornano i motivi della Caratteristica, dell’unità enciclopedica del sapere<br />

e della «Scienza generale», a testimonianza della loro intrinseca presenza a fondamento del concetto<br />

leibniziano di Accademia. Certo, un’antologia di testi è costitutivamente condannata all’inesaustività;<br />

né questa vuol essere una critica ai criteri che la hanno resa possibile. Si tratta soltanto<br />

del riferimento ad una questione decisiva, dall’analisi del cui statuto discende, spesso, l’immagine<br />

delle tante componenti, talvolta tra loro contraddittorie, che caratterizzano la filosofia di<br />

Leibniz. Infatti, solo dall’intreccio Caratteristica-enciclopedia s’arguisce l’idea di progresso del<br />

genere umano; e le chiavi del progresso le custodisce l’Accademia. Si potrebbe richiamare<br />

l’attenzione anche su altri testi, ma ciò non mina l’unità di fondo di questa «splendida edizione»<br />

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