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IL "CAMMINO" SEGRETO - Mariamadremia.Net

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che fa, lo fa grazie al dono della grazia di Cristo, e sa che non deve riporre fiducia, quindi, in quello<br />

che fa, come lo facesse con le sue forze, da solo.<br />

Quando Gesù dice: "Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite:<br />

Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare" (Lc 17,10), non dice che non bisogna<br />

fare, agire, operare, perché questo lo possiamo (in virtù della grazia: "abbiamo fatto quanto<br />

dovevamo fare) ma mette in guardia dal sentirci i "padroni" di quello che abbiamo fatto!<br />

Ecco perché è in errore Kiko quando dice: "Non serve dire: sacrificatevi, vogliatevi bene,<br />

amatevi. E se qualcuno ci prova si convertirà nel più gran fariseo, perché farà tutto per la sua<br />

perfezione personale" (pag.136).<br />

Infatti negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla preghiera (1977­1981),<br />

egli stesso, incredibilmente, afferma:<br />

"Allora, fratelli, che succede? Succede che se vuoi continuare il cammino neocatecumenale, devi<br />

sacrificarti; tutta questa settimana fino al rito devi cominciare a digiunare. Io non so cosa pensi di<br />

fare (nessuno se ne deve accorgere) ma se non obbedisci ti giochi la possibilità di continuare.<br />

Se tu non hai obbedito, forse passerai qui un altro anno, ma non finirai qui, questo te lo dico io; tu<br />

con noi non finirai, non entrerai nella Terra. /.../ Tu devi dimostrare a te stesso che ami Gesù<br />

Cristo, che sei disposto a volergli bene più che a te stesso; ti devi violentare, digiunare,<br />

digiunare!" (p. 217).<br />

"Questo digiuno, questo sacrificio bisogna farlo in modo nascosto, Fate il sacrificio che vi sentite<br />

di fare, per il Signore: lasciate di fumare questi giorni, privatevi di qualcosa che per voi suppone un<br />

sacrificio, quello che sia, e l’offrite al Signore senza che nessuno lo sappia" (p. 220).<br />

Kiko, dopo aver attaccato e ridicolizzato chiunque chieda di fare sacrifici, piccole mortificazioni,<br />

ecc. poi è lui stesso a chiederli ai membri del suo gruppo: anzi chi non obbedirà non entrerà nel<br />

Regno, addirittura rischia di non salvarsi!!<br />

I neocatecumeni dunque, da una parte, sbraitano in continuazione: "La grazia, la grazia, niente<br />

moralismo, niente pelagianesimo; le opere buone non servono"; poi dall’altra parte impongono<br />

obbedienze feroci che se non sono eseguite, addirittura uno non si salva!<br />

È come se ci si trovasse di fronte ad una specie di luteranesimo dottrinale e un pelagianesimo<br />

pratico!<br />

Commento:<br />

Qualsiasi cristiano (anche chi non fa parte di queste comunità neocatecumenali) che viva in grazia di<br />

Dio, che "cammina nello spirito", mosso dalla grazia e sotto l’azione della grazia, fa benissimo a<br />

mortificare l’uomo vecchio (cfr. Rom 8,13) e quando lo fa o ci prova non è un fariseo ma mette in<br />

pratica la vera Parola di Dio!<br />

Quando Gesù dice: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,24) non è un invito a<br />

diventare pelagiani (sic!) o a fare del moralismo, ma è il più caritatevole avvertimento a non<br />

illudersi di potersi salvare senza collaborare con la grazia, senza far niente, senza<br />

combattimento spirituale, senza che costi niente, senza che richieda niente, come se fosse un atto<br />

magico o meccanico­automatico di Dio nei nostri riguardi.<br />

Con quella frase Gesù "afferma con vigore ­ dice il Papa Giovanni Paolo II ­ che il raggiungimento<br />

della salvezza richiede sacrificio e lotta. Per entrare per quella porta stretta, bisogna, afferma<br />

letteralmente il testo greco, "agonizzare" (agonizeste) cioè lottare vivacemente con ogni forza,<br />

senza sosta e con fermezza di orientamento...<br />

La porta stretta è innanzitutto l'accettazione... della parola di Dio... è l'osservanza della legge<br />

morale... è l'accettazione della sofferenza come mezzo di espiazione e di redenzione per sé e per gli<br />

altri... è in una parola l'accoglimento della mentalità evangelica" (Domenica 24 Agosto 1980 ­<br />

omelia durante la Messa a Castel Gandolfo).<br />

"Il cammino della perfezione passa attraverso la croce. Non c'è santità senza rinuncia e senza<br />

combattimento spirituale. Il progresso spirituale comporta l'ascesi e la mortificazione, che<br />

gradatamente conducono a vivere nella pace e nella gioia delle beatitudini" (C.C.C., n° 2015).<br />

Attenzione, dunque, che per evitare l'eresia del pelagianesimo non si cada nell'eresia opposta,<br />

quella del QUIETISMO (cfr. Dz 2201­2269; Dz 2351­2374), nella quale l'individuo è<br />

completamente passivo; sforzarsi di operare attivamente sarebbe offendere Dio; Dio solo deve<br />

tutto operare, deve compiere la sua volontà in noi, senza di noi, come se gli uomini fossero solo<br />

burattini, cadaveri, con cui Dio gioca.<br />

5) PER KIKO LO SPIRITO NON È AFFATTO UNO SPIRITO DI<br />

OPERE BUONE E DI FEDELTÀ AL CRISTO MORTO (p. 151)<br />

I catechisti neocatecumenali ripetono spesso (con una frase che sa di luteranesimo) che le opere<br />

buone non servono, l’unica cosa che conta è la fede. Eppure è scritto: "La fede senza le opere è<br />

morta" (Gc 2,14­26).<br />

Commento:<br />

Kiko dimentica non solo che le opere buone, quelle vere, sono opera dello Spirito Santo in noi e<br />

con noi, (Mt 5,16) e che "a Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità... la quale abbondava in<br />

opere buone e faceva molte elemosine" (At 9,36) e la Scrittura le loda e le incoraggia (Rom<br />

14,19; 2 Cor 9,8; Ef 2,10; 1 Tm 2,10; Tt 2,14; 1 Tm 5,25; 1 Tm 6,18; Tito 3,1; Eb 10,24; Ap<br />

19,8), ma Kiko dimentica anche che, ricevuta la grazia di Dio, le opere buone, compiute in<br />

grazia di Dio, procurano una crescita della grazia (cfr. C.C.C., nn. 2009­2011).<br />

Era quanto aveva già affermato da quel Concilio di Trento di cui Kiko parla sempre con orrore al<br />

Capo X della Sessione 6 ­ decreto sulla giustificazione: "Giustificati /.../ i cristiani camminano di<br />

virtù in virtù... Nella stessa giustizia ricevuta per grazia di Cristo, cooperando la fede con le<br />

buone opere (Gc 2,22) crescono e vengono sempre più giustificati (Ap 22,11).<br />

Alla fine del Decreto, al Can. 24 è precisato: "Se qualcuno dirà che la giustizia avuta non si<br />

conserva e non si aumenta davanti a Dio con le buone opere, ma queste opere sono solo<br />

frutto e segno della giustificazione conseguita, non però causa del suo aumento, sia scomunicato".<br />

Nell’AT si offrivano animali, nel NT ogni battezzato offre la propria vita in Cristo, al Padre, per<br />

mezzo dello Spirito Santo ad imitazione dell’Agnello di Dio per la salvezza dei peccatori (SC,<br />

n.48).<br />

Nel NT non è stato abolito il "sacrificio", ma è stato cambiato ciò che viene offerto in sacrificio: non

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