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IL "CAMMINO" SEGRETO - Mariamadremia.Net

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questo, ma disse di non toglierlo per motivi pastorali" (p. 328).<br />

Per Carmen la Messa non solo non è un sacrificio ma lei non crede che il sacrificio eucaristico è<br />

offerto dal sacerdote a nome di tutto il popolo, come afferma il Concilio Vaticano II (LG, 10 b;<br />

PO, 2 b,d; 5 a; SC, 48; cfr. Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri, n. 48).<br />

PER CARMEN E’ OBBLIGATORIO COMUNICARE SOTTO LE<br />

DUE SPECIE<br />

Per la questione del comunicare sotto le due specie (pag. 326) il Concilio di Trento (sess. XXI)<br />

dichiara: "La comunione sotto le due specie non è di diritto divino per coloro che non celebrano la<br />

messa". Il Concilio Vaticano II concederà più spazio alla comunione sotto le due specie, ma non<br />

contraddice Trento né autorizza a fare sempre la comunione sotto le due specie: questo è un abuso<br />

non dipeso dal Concilio.<br />

ADORAZIONE AL SANTISSIMO SACRAMENTO FUORI<br />

DELLA MESSA<br />

Kiko e Carmen rivolgono violenti attacchi al culto eucaristico fuori della messa (niente adorazioni al<br />

SS. Sacramento ­ pag. 329; niente esposizioni, processioni col Santissimo e niente devozioni<br />

eucaristiche ­ pag. 330).<br />

"Come cosa separata dalla celebrazione cominciano le famose devozioni eucaristiche: l’adorazione,<br />

le genuflessioni durante la messa ad ogni momento, l’elevazione perché tutti adorino.....Tutto questo<br />

è già molto lontano dal senso della Pasqua. L’adorazione e la contemplazione sono specifiche della<br />

Pasqua, ma dentro la celebrazione, non come cose staccate"(p. 331).<br />

Per Kiko e Carmen se la presenza di Cristo si ha solo durante la celebrazione eucaristica, è<br />

evidente che non ha senso l’adorazione fuori della Messa.<br />

Commento:<br />

Paolo VI (Credo del Popolo di Dio n° 26): "Ed è per noi un dovere dolcissimo onorare ed adorare<br />

nell'ostia santa, che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono vedere e che,<br />

senza lasciare il cielo, si è reso presente dinanzi a noi".<br />

Giovanni Paolo II (La cena del Signore n° 3): "L'adorazione di Cristo in questo Sacramento<br />

d'amore deve poi trovare la sua espressione in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere<br />

personali davanti al Santissimo, ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali<br />

(quarantore), benedizioni eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici". (cfr. Myst.<br />

Fid. n° 31­36; Eucharist. Myst. n° 49­66; Catechismo della Chiesa Cattolica n° 1378­1381;<br />

1418).<br />

LE BRICIOLE DEL PANE CONSACRATO NON SAREBBERO<br />

CORPO DI CRISTO<br />

Con superficialità e leggerezza Carmen si scaglia contro le briciole del pane consacrato. Farebbe<br />

bene, invece di ripetere i suoi errori, a leggere con attenzione il Catechismo del Chiesa Cattolica<br />

che, riassumendo, l'insegnamento bimillenario della Chiesa precisa:<br />

"La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché<br />

sussistono le specie eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in<br />

ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo" (n° 1377).<br />

(N.d.R. = Bisogna fare attenzione ad evitare profanazioni eucaristiche, come ad esempio quello di<br />

briciole di pane consacrato che cadono a terra, non sono raccolte e sono calpestate. = N.d.R.)<br />

EUCARISTIA E MAGISTERO<br />

Quanto Carmen ha "sbandierato" in questa falsa catechesi è in stridente contrasto con<br />

l'insegnamento del Magistero.<br />

1) Il Credo di Paolo VI ("riferimento sicuro per il contenuto della catechesi" ­ Catechesi Tradendae<br />

n° 28) riassume in modo sintetico ed essenziale l'insegnamento di sempre della Chiesa: "Noi<br />

crediamo che la Messa... è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri<br />

altari... Noi crediamo che... il pane e il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel Corpo e<br />

Sangue di Cristo" (n° 24).<br />

2) Giovanni Paolo II ­ La cena del Signore n° 9: "L'Eucaristia è soprattutto un sacrificio: sacrificio<br />

della Redenzione e, al tempo stesso, sacrificio della Nuova Alleanza..".<br />

3) Il Catechismo della Chiesa Cattolica dopo aver presentato come è chiamato questo Sacramento<br />

(n° 1328­1332), indica che il sacrificio sacramentale è azione di grazie, memoriale presenza; azione<br />

di grazie ­ n° 1359­1361; memoriale del suo Sacrificio ­ n° 1362­1365"; attualizzazione e offerta<br />

del suo unico sacrificio.<br />

n° 1366: "L'Eucaristia è dunque un sacrificio perché ri­presenta (rende presente) il sacrificio<br />

della croce, perché ne è il memoriale e perché ne applica il frutto...".<br />

n° 1367: "Il sacrificio di Cristo e il Sacrificio dell'Eucaristia sono un unico sacrificio..";<br />

n° 1368­1372: "L'Eucaristia è anche il sacrificio della Chiesa...";<br />

n° 1373­1381: la presenza di Cristo operata dalla potenza della sua Parola e dello Spirito Santo<br />

(transustanziazione e culto eucaristico);<br />

n° 1382­1383: il banchetto pasquale: "La Messa è ad un tempo e inseparabilmente il memoriale del<br />

sacrificio nel quale si perpetua il sacrificio della croce e il sacro banchetto della Comunione al<br />

Corpo e al Sangue del Signore".<br />

Alla falsa catechesi di Carmen possono essere applicate le correzioni che la Commissione<br />

Cardinalizia apportò al Nuovo Catechismo Olandese a proposito del sacrificio della croce<br />

perpetuato nel sacrificio eucaristico, realtà che doveva essere ben precisata (Il nuovo Catechismo<br />

Olandese, Ed. E.D.C., Torino, Leumann, 11 ed. 1988, pag. 52­54 del Supplemento).<br />

Questo catechismo olandese ­ tra l'altro ­ era arrivato ad affermare, stravolgendo la fede con i suoi<br />

sofismi che: "Il nostro atteggiamento nel sacrificio è inoltre tutto speciale. Di fatto il sacrificio è stato<br />

consumato. In realtà noi non compiamo alcun sacrificio. D'ora innanzi siamo esenti per<br />

sempre da ogni sacrificio (è l'idea di Kiko! = N.d.R.). Ci associamo all'unico sacrificio. E lo<br />

facciamo mangiando. Pasto e sacrificio non stanno l'uno accanto all'altro. Il sacrificio è un pasto.<br />

Significa che lo riceviamo prendendo e mangiando..." (ed. cit. pag. 412).

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