IL "CAMMINO" SEGRETO - Mariamadremia.Net
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umane che forma la società, la Chiesa, conformemente alle esigenze della verità, dà il primato alla<br />
persona sulla comunità, mentre il mondo d’oggi fa primeggiare la comunità sulla persona.<br />
La Chiesa diverrà sempre più e ne sia benedetta il rifugio e il sostegno (unici forse) della<br />
persona" (J. Maritain, Il contadino della Garonna, Morcelliana, 1980, p. 82).<br />
Infatti "Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato" (Mc 2,27). Personalismo,<br />
dunque significa né individualismo, né collettivismo.<br />
Quando la comunità, abusivamente, diventa un "assoluto", diventa un "idolo", è possibile ogni<br />
strumentalizzazione della persona umana. Quando la comunità viene prima della persona e prima<br />
della famigliasacramento si entra nell’ideologia collettivista e si esce dalla vera fede.<br />
27) "Vi posso leggere un articolo di Congar e di Rahner che dicono: "nel futuro della Chiesa non ci<br />
saranno più protestanti e non protestanti; ci sarà un nuovo scisma: coloro che stanno con il Concilio<br />
e coloro che stanno contro il Concilio. Questo è stato profetico, perché ci siamo già. Siamo più<br />
vicini a molti protestanti che ad alcuni della chiesa che ci vogliono picchiare ed uccidere" (p. 349).<br />
28) Il cammino è caratterizzato, al fondo, da una mentalità rigida e chiusa che esprime una tecnica<br />
sistematica, uno schema ripetitivo, un "meccanismo" con delle tappe rigide e uguali per tutti.<br />
Anche un prete che voglia entrare nel gruppo deve comunque cominciare il cammino dall’inizio!!!<br />
29) Questo gruppo, seguendo la mentalità di moda, esalta la categoria dell’esperienza e<br />
svaluta o disprezza la dimensione intellettuale della fede.<br />
È necessario fare discernimento sulla categoria dell’esperienza.<br />
L’esperienza fondamentale del cristianesimo è essere inseriti nel mistero pasquale di Cristo.<br />
Qualsiasi cristiano (anche tutti quelli che non fanno parte di queste comunità neocatecumenali) che<br />
vive e mette in pratica la Parola di Dio nella sua vita ha esperienza del mistero pasquale di Cristo.<br />
Bisogna invece stare attenti a non assolutizzare una esperienza particolare, e a scambiarla per<br />
l’unica esperienza vera del cristianesimo.<br />
La categoria stessa dell’esperienza non è una categoria assoluta, ma va sottoposta a discernimento.<br />
Essa non può mai stare da sola, ma va sempre coniugata e armonizzata con la ragione.<br />
Esperienza, di per sé, non significa automaticamente "verità": ci sono esperienze false ed esperienze<br />
vere; esperienze costruttive e distruttive; esperienze vere ed illusorie.<br />
Nella Fides et Ratio si può intravedere una critica all’esperienzialismo. "Bisogna compiere il<br />
passaggio necessario ed urgente dal fenomeno al fondamento. Non è possibile fermarsi alla<br />
sola esperienza" (n. 83). Il Card. Ratzinger in una presentazione dell’Enciclica, ha fatto notare:<br />
"L’uomo non si pieghi alle apparenze /.../ Il Papa sottolinea /.../ giustamente i limiti del concetto di<br />
esperienza che oggi coerentemente con la dominante limitazione alle apparenze viene spesso<br />
innalzato anche nella teologia a criterio ultimo. /.../ L’uomo non è limitato al mondo delle<br />
esperienze soggettive. Di fatto la riduzione all’esperienza doveva avere come conseguenza il<br />
fissare l’uomo sulla realtà soggettiva.<br />
La rivelazione /.../ ci dona un’esperienza di Dio e ci aiuta a mettere le nostre esperienze, ad<br />
ordinarle correttamente, a comprenderle nel discernimento degli spiriti criticamente e<br />
positivamente e a cominciarle" (Oss. Romano, 19/11/1998, p. 8).<br />
L’esperienza, di per sé, non garantisce dall’errore: essa ha bisogno di comprensione e<br />
discernimento alla luce della Parola di Dio, e di essere ordinata correttamente.<br />
Nella Veritatis splendor il Papa indica nella "ragione ed esperienza" insieme una fonte di<br />
insegnamento (n. 86), non nella sola esperienza.<br />
L’esaltazione unilaterale della sola categoria della esperienza può giustificare qualsiasi<br />
soggettivismo, emozionalismo, sensazionalismo, scelte arbitrarie o settoriali, ecc.<br />
Il primato del vissuto non deve diventare il criterio di discernimento assoluto. Questo "vissuto"<br />
potrebbe essere concepito secondo le caratteristiche dell’esperienza soggettiva, oppure si può<br />
assolutizzare il vissuto solo di questo o quel gruppo, e rifiutare tutto quello che non rientra nel<br />
"vissuto" del gruppo. È evidente che questa esaltazione unilaterale solo del vissuto del gruppo, solo<br />
dell’esperienza del gruppo, si traduce in una forma di settarismo.<br />
Ricordiamo che negli anni del secolarismo (gli anni sessantaottanta) attraverso l’esaltazione della<br />
categoria dell’esperienza alcuni hanno creato un vero e proprio "magistero parallelo" a quello<br />
autentico della Chiesa, giustificando con un presunto richiamo all’esperienza, di persone o gruppi,<br />
l’opposizione e la contestazione, in più campi, di insegnamenti fondamentali della Chiesa.<br />
30) Con quale autorità Kiko interviene sul ministero dei presbiteri? (cfr. pp. 193). Con quale<br />
autorità legifera sulle parti di un sacramento (cfr. p. 194) o sulla liturgia in generale?<br />
31) Bisogna verificare che, dove gli scrutini sono avvenuti alla presenza del Delegato del Vescovo,<br />
non vengano ripetuti, con le stesse persone, in sua assenza.<br />
31) C’è un pericolo costituito da questi seminari "Redemptoris mater", dove di fatto, si "alleva" un<br />
clero neocatecumenale, un clero parallelo, un clero ad uso e consumo delle comunità: un clero che<br />
viene formato sulla base della filosofia del cristianesimo che ha Kiko.<br />
È vero che Kiko ha donato questi seminari alle relative diocesi, ma la formazione dei futuri<br />
sacerdoti è vincolata ai catechesti neocatecumenali, dal momento che i seminaristi frequentano le<br />
comunità nelle parrocchie e sono sottomessi ai loro catechisti.<br />
È veramente paradossale il fatto che questo movimento non ha uno Statuto riconosciuto eppure gi à<br />
possiede dei seminari!!!<br />
32) Durante una convivenza sono morti i genitori di due neocatecumeni: ebbene essi sono rimasti in<br />
convivenza e non sono andati al funerale dei loro genitori.<br />
33) Kiko stesso riconosce che nella Chiesa, dopo il Concilio, si è vissuto un clima di confusione e<br />
di incertezza, dottrinale, liturgica, disciplinare, ecc.<br />
Negli "Orientamenti alle equipes di catechisti per il secondo scrutinio battesimale" (1977), Kiko<br />
dice:<br />
"Papa Paolo VI è un anno intero che continua a parlare di "ricostruire la Chiesa". Guardate che<br />
quantità immensa di queste prediche. /.../ Noi abbiamo raccolto tutte queste prediche di Paolo VI.<br />
Guardate è una cosa impressionante: "oggi dobbiamo ricostruire la Chiesa come se si incominciasse