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IL "CAMMINO" SEGRETO - Mariamadremia.Net

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Rinnovamento nella frattura con la Tradizione, no.<br />

* Ravvivare il contatto con le fonti cristiane, sì.<br />

Teologia ideologizzata che crea un vuoto dottrinale e storico tra la Chiesa presente e la Chiesa<br />

primitiva, no" (12/8/1970).<br />

14) "Per i cristiani il sacramento autentico istituito ed inaugurato da Gesù Cristo come suo<br />

memoriale è la notte pasquale e come prolungamento ed emanazione di questa, la Domenica" (p.<br />

317).<br />

La notte non fa parte del sacramento, non è un elemento costitutivo del sacramento. Non<br />

è la notte come tempo della giornata ad essere oggetto di culto, ma il mistero che è celebrato in<br />

quella notte, cioè la Pasqua di Cristo: "La notte in cui fu tradito Gesù istituì il sacrificio<br />

eucaristico" (C.C.C., n. 1323).<br />

Infatti nell’Exultet pasquale è detto: "Questa è la notte in cui Cristo risorge vincitore dal sepolcro. Il<br />

santo mistero di questa notte, sconfigge il male". La notte non è un elemento essenziale del<br />

sacramento: se lo fosse l’eucaristia non celebrata di notte, non sarebbe valida!!! Bisogna<br />

fare attenzione a non trasformare ogni segno in un sacramento oppure a trasformare ogni segno<br />

nelle parti essenziali del sacramento.<br />

15) "C’è stata la svalorizzazione enorme dei segni come sacramenti" (p. 325). "La liturgia è piena<br />

di segni perché da essi non si può prescindere affinché la grazia si realizzi" (p. 327).<br />

Non tutti i segni hanno la stessa importanza e lo stesso significato dei segni essenziali dei<br />

sacramenti. Non si possono mettere tutti i segni sullo stesso piano.<br />

Nella catechesi di Kiko e Carmen c’è spesso confusione tra segno e sacramento: sembra<br />

che ogni segno sia sacramento e quindi ha un valore tale che se non c’è, non c’è il<br />

sacramento!!!<br />

Persone uscite dal movimento hanno confermato:<br />

TESTIMONIANZE<br />

1) La visione pessimistica dell'uomo: l'uomo è sempre peccatore, si ha l'impressione che la Grazia<br />

non esista (concetto luterano di peccato).<br />

2) Vengono ridicolizzate le spiritualità raccomandate dal Magistero e in genere svalutata ogni altra<br />

forma di spiritualità che non sia quella del movimento.<br />

3) Ossessionati dal demonio durante il" percorso" si deve, con frequenza, venire esorcizzati.<br />

4) Nelle adunanze si sparla continuamente dei preti, del Clero che in 2000 anni, non ha saputo fare<br />

molto, e della Chiesa che ha sempre sbagliato tutto. Si vive e si coltiva un clima anticlericale, un<br />

clima di svalutazione del ministero sacerdotale gerarchico, un clima da "chiesa parallela", con<br />

"pastori paralleli", un "magistero parallelo".<br />

Si ha la pretesa di gestire e trasmettere la Tradizione che sarebbe scomparsa nella Chiesa e si<br />

sarebbe andata a rifugiare solo nelle comunità neocatecumenali.<br />

cfr. * "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", p. 372, p. 173, p. 204.<br />

5) Kiko è "Parola da ubbidire, e i sacerdoti non capiscono niente".<br />

6) Se esci dal cammino, esci dalla Chiesa, ti allontani da Dio; chi esce dal cammino viene<br />

emarginato, non gli si rivolge la parola: persino i sacerdoti si comportano così! È una persona da<br />

evitare: è detto e considerato un indemoniato. Tra i neocatecumenali quando non si è ciecamente<br />

d'accordo con quello che dice Kiko o i catechisti è perché sei indemoniato (hai scelto il mondo).<br />

Questi atteggiamenti da mentalità settaria, sono in stridente contrasto con le ripetute affermazioni di<br />

Kiko, secondo il quale, bisogna amare "nella dimensione della Croce" e "chi ha lo Spirito Santo<br />

ama il nemico. Parroco, cappellano o Vescovo che sia" (p. 158)!<br />

Come è possibile, predicare a parole l’amore al nemico e poi, quando un fratello esce dal<br />

cammino, lo si tratta come un indemoniato, spesso calunniandolo e attribuendogli ogni sorta di<br />

maldicenza?<br />

La parola di Dio, quando in alcuni passi indica di tenersi lontano da coloro che non vivono secondo<br />

la dottrina e l’insegnamento degli Apostoli (Mt 18,15­17; Rom 16,17; 1 Cor 5,11; 2 Gv 10­11; 2<br />

Tess 3,6; Tt 3,10­11) si riferisce a chi non segue l’insegnamento della Chiesa, oppure esce dalla<br />

Chiesa, non può essere applicato a chi esce solo da un gruppo della Chiesa ma non dalla Chiesa!<br />

Ma l’errore di fondo dipende dal fanatismo neocatecumenale di considerare se stessi la vera<br />

chiesa!<br />

7) Chi non dona i propri beni al movimento non solo non può salvarsi ma non può entrare nel<br />

catecumenato (interpretazione sbagliata di Mt 19,16­21). Già S. Giovanni Crisostomo aveva<br />

scritto a questo proposito un'opera dal titolo: "Se i ricchi possono salvarsi", dove è esposta un<br />

insegnamento conforme al Vangelo e in contrasto con le idee neocatecumenali.<br />

8) La pretesa di esigere ed imporre, durante gli scrutini, la confessione pubblica di peccati gravi,<br />

come condizione indispensabile per essere ammessi ad una categoria "superiore" del cammino,<br />

mentre il catechista mette il dito sempre più a fondo e vuole sapere le cose più profonde e i<br />

particolari.<br />

9) Il gruppo diviene quasi una prigione; la comunità è tutto, e facilmente diviene un idolo, ma<br />

soprattutto la comunità è l'unico sacramento: un membro del cammino, una volta, si è<br />

confessato ­ attraverso la confessione auricolare sacramentale ­ con un sacerdote, che pure era un<br />

presbitero di una delle loro comunità; ebbene i catechisti­giudici gli hanno imbastito quasi un<br />

processo, rimproverandolo aspramente perché, dicevano, ci si deve confrontare solo con la<br />

comunità.<br />

La persona in questione, si è recata, allora, presso la sede centrale del movimento, dove ha chiesto<br />

se quell'episodio era dovuto all'abuso dei catechisti oppure era una disposizione del "cammino":<br />

ricevuta la risposta chiara che si trattava dell'impostazione del movimento, ha deciso di uscire da<br />

questi gruppi.<br />

In questi gruppi c’è una esaltazione e una ossessione continua sulla comunità. Esiste solo la<br />

comunità: anche nelle catechesi si esalta sempre la comunità (cfr. pp. 168­169) e si invita a

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