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Nella Fig. 6.2 sono riportati i risultati delle prove triassiali ... - Padis

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136 9 Implementazione numerica di equazioni costitutive in codici agli elementi finiti<br />

Ortiz & Simo (1986), Sloan (1987) e Sloan et al. (2001). Studi comparativi sulle<br />

prestazioni <strong>delle</strong> diverse strategie applicate alla teoria della plasticità classica<br />

<strong>sono</strong> presentati in Gens & Potts (1988) e in Potts & Ganendra (1994).<br />

2. algoritmi impliciti che <strong>sono</strong> basati sul concetto di “operator split” e “closest<br />

point projection return mapping”, presentati, ad es., in Simo & Hughes (1987)<br />

e in Simo & Govindjee (1991). Tali algoritmi <strong>sono</strong> stati applicati alla geomeccanica<br />

computazionale in molti articoli recenti, tra cui Borja & Lee (1990),<br />

Borja (1991), Borja & Tamagnini (1998), Alawaji et al. (1992), Macari et al.<br />

(1997), Jeremić & Sture (1997), Tamagnini et al. (2002).<br />

In uno schema di integrazione esplicito le leggi di evoluzione <strong>sono</strong> valutate in corrispondeza<br />

di uno stato del materiale noto e per la determinazione dello stato<br />

finale non è strettamente necessaria alcun tipo di iterazione. Comunque nell’integrazione<br />

di modelli elastoplastici è sempre opportuno introdurre una semplice<br />

correzione iterativa per riportare lo stato del materiale sulla superficie di snervamento,<br />

quando tale condizione non è imposta dall’integrazione. In un algoritmo<br />

implicito le leggi di evoluzione <strong>sono</strong> valutate in corrispondenza di uno stato del<br />

materiale non noto, di conseguenza il sistema di equazioni non–lineari deve essere<br />

risolto in maniera iterativa. Se per esempio si utilizza un metodo di Newton è necessario<br />

valutare la derivata seconda della funzione di snervamento e del potenziale<br />

plastico. <strong>Nella</strong> pratica entrambi gli schemi <strong>sono</strong> stati impiegati per l’integrazione<br />

di modelli costitutivi avanzati.<br />

I metodi impliciti presentano il vantaggio che il risultato soddisfa automaticamente<br />

il criterio di snervamento con una tolleranza imposta. Inoltre non è necessario<br />

valutare il punto di intersezione del percorso di carico con la superficie di<br />

snervamento se si passa da uno stato elastico a uno plastico. Tra i motodi menzionati,<br />

uno degli schemi più diffusamente utilizzati in plasticità computazionale è<br />

il metodo generalizzato di Eulero all’indietro (Generalized Backward Euler, GBE)<br />

(Simo & Hughes, 1997; Simo, 1998) per le sue caratteristiche di accuratezza e<br />

stabilità per ampi intervalli di tempo. Nell’ambito della geomeccanica, tale procedura<br />

è stata applicata per la prima volta a modelli di Stato Critico a due invarianti<br />

da Borja & Lee (1990); Borja (1991); Runesson (1987). In seguito, Alawaji et al.<br />

(1992) e Jeremić & Sture (1997) hanno esteso l’applicazione del metodo GBE a modelli<br />

a tre invarianti ad incrudimento isotropo, mentre Borja & Tamagnini (1998)<br />

hanno sviluppato un particolare metodo GBE nello spazio <strong>delle</strong> deformazioni principali<br />

elastiche per il modello classico di Cam–Clay Modificato per deformazioni<br />

finite. Tramite il metodo GBE lo stato finale del materiale è determinato risolvendo<br />

un sistema di equazioni differenziali non–lineari in corrispondenza di ogni<br />

punto di Gauss. Quando per tale integrazione si utilizza l’algoritmo di Newton –<br />

Raphson è necessario far attenzione alla convergenza. Inoltre le maggiori difficoltà<br />

nell’applicazione di schemi GBE a modelli costitutivi <strong>sono</strong>: i) comportamento elastico<br />

dipendente dalla pressione; ii) leggi di incrudimento fortemente non–lineari;<br />

iii) espressioni complesse del potenziale plastico e della funzione di snervamento<br />

che <strong>sono</strong> state semplificate introducendo una o entrambe <strong>delle</strong> seguenti ipotesi<br />

semplificative:<br />

1. si elimina la dipendenza della funzione di snervamento e/o del potenziale<br />

plastico dal terzo invariante;

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