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Nella Fig. 6.2 sono riportati i risultati delle prove triassiali ... - Padis

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142 9 Implementazione numerica di equazioni costitutive in codici agli elementi finiti<br />

Sia ∆ɛn+1 l’incremento di deformazione finito dall’iterazione globale (k) durante<br />

lo step temporale [tn, tn+1].<br />

L’idea alla base del concetto di linearizzazione dell’algoritmo è determinare<br />

come varia σn+1 al variare di ∆ɛn+1 prescritto. Infatti l’espressione della matrice<br />

di rigidezza tangente consistente è la seguente:<br />

D (k)<br />

n+1 =<br />

(k)<br />

∂σn+1<br />

∂ɛn+1<br />

n+1<br />

(9.24)<br />

Si osservi come D (k)<br />

n+1 = D e la differenza si riduce al diminuire della dimensione<br />

dello step temporale. Quando di utilizza D al posto di D (k)<br />

n+1 la convergenza<br />

dell’algoritmo di Newton è fortemente deteriorata.<br />

A causa della non linearità del legame costitutivo, il calcolo di D (k)<br />

n+1 è stato<br />

condotto per via numerica, sfruttando il concetto di derivata direzionale di Frechet.<br />

Detto η un tensore unitario nello spazio <strong>delle</strong> deformazioni ɛn+1, si vuole valutare<br />

la variazione di σn+1 nella direzione η per una perturbazione infinitesima<br />

θ del modulo di ɛn+1 in tale direzione.<br />

Dalla definizione di derivata direzionale di Frechet, la derivata di σn+1 rispetto<br />

ad ɛ nella direzione η è data da:<br />

Dσn+1[η] = lim<br />

θ→0<br />

1<br />

θ [σn+1(ɛn+1 + θη) − σn+1(ɛn+1)]<br />

<br />

(9.25)<br />

Le componenti di D <strong>sono</strong> valutate tramite le derivate di Frechet attraverso una<br />

scelta opportuna di η. In particolare si considerino i seguenti 6 casi:<br />

η = e1 = 1 0 0 0 0 0 T<br />

η = e2 = 0 1 0 0 0 0 T<br />

η = e3 = 0 0 1 0 0 0 T<br />

η = e4 = 0 0 0 1 0 0 T<br />

η = e5 = 0 0 0 0 1 0 T<br />

η = e6 = 0 0 0 0 0 1 T<br />

(9.26)<br />

(9.27)<br />

(9.28)<br />

(9.29)<br />

(9.30)<br />

(9.31)<br />

prendendo in esame, ad esempio, il caso fornito dalla eq. 9.26, la eq. 9.25 fornisce<br />

la derivata di σn+1 rispetto ad ɛn+1 nella direzione e1 e rappresenta dunque il<br />

primo vettore colonna di D, che si indica con la notazione:<br />

D1 = Dσn+1 [e1] (9.32)<br />

La matrice D, può essere determinata a partire dai sei vettori colonna:<br />

<br />

<br />

1<br />

Dα = Dσn+1 [eα] = lim<br />

θ→0 θ [σn+1(ɛn+1 + θeα) − σn+1(ɛn+1)]<br />

(9.33)<br />

Se si sceglie θ molto piccolo, il limite tende a coincidere con il rapporto incrementale,<br />

dove σn+1(ɛn+1 + θeα) è ottenuto per integrazione numerica a partire dalla<br />

deformazione perturbata ɛn+1 + θeα.

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