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ventimila beghe sotto i mari - CHIAIA MAGAZINE

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M«Ma a noi napoletani<br />

che ce ne fotte degli<br />

impressionisti francesi, noi che<br />

abbiamo Ribera!»: così Nicola Spinosa, ex<br />

sovrintendente del Polo Museale napoletano,<br />

da due anni in pensione e in punta di lingua il<br />

solito vizio di strapazzare il galateo istituzionale,<br />

ha incorniciato la supermostra su Jusepe de Ribera<br />

a Capodimonte, organizzata innanzitutto da lui, per<br />

conto del Museo di Capodimonte, e poi dai<br />

professori Josè Milicua e Javier Portus, per conto<br />

del Prado di Madrid. Roba grossa, quindi. La<br />

colorita performance è dello scorso 22 settembre,<br />

in occasione della presentazione a Capodimonte de<br />

«Il giovane Ribera tra Roma, Parma e Napoli: 1608<br />

- 1624»: Spinosa, che le parole non sta lì a pesarle<br />

col bilancino, non ha usato mezze misure per<br />

esaltare l’Evento Ribera, confrontandone<br />

impietosamente lo spessore sontuoso con lo scarso<br />

peso specifico di altre mostre attualmente in giro<br />

per la penisola, furbescamente spacciate come<br />

merce di prima scelta. Vuoi mettere con Ribera?<br />

Concetto chiaro. E l’uditorio ha afferrato a volo:<br />

una sacrosanta esibizione di rango del barocco<br />

napoletano, stavolta attraverso uno dei suoi<br />

fuoriclasse, Ribera appunto, e attraverso uno dei<br />

suoi portavoce più estremi, appunto Spinosa. Che<br />

ovviamente si è preso applausi da stadio perché la<br />

linea dell’orgoglio napoletano funziona sempre.<br />

A Capodimonte i capolavori giovanili dello Spagnoletto.<br />

In cantiere una mostra su Raffaello nella primavera 2012<br />

Ribera tour<br />

Giudizio di Salomone / Roma, Galleria Borghese<br />

IN BASSO, DA SINISTRA<br />

- Negazione di San Pietro /Roma, Galleria Nazionale<br />

d’Arte Antica di Palazzo Corsini<br />

- Susanna e i vecchioni / Madrid, courtesy Caylus Gallery<br />

- Democrito / Svizzera, collezione privata<br />

NELL’ALTRA PAGINA, DALL’ALTO<br />

- La resurrezione di Lazzaro / Madrid, Museo Nacional del Prado<br />

- Sant’Andrea in preghiera / Napoli, Quadreria dei Gerolamini<br />

- Calvario / Osuna (Siviglia), Museo de Arte Sacro, Antigua Colegiata<br />

- Ritratto d’uomo / Berlino, Gemäldegalerie Staatliche Museen<br />

- San Pietro in lacrime / courtesy Caylus Gallery<br />

di Alvaro Mirabelli<br />

Questo il clima in cui è decollato l’omaggio a<br />

Ribera, detto lo Spagnoletto: operazione allestita<br />

attraverso 43 tele superselezionate, sistemate nella<br />

Sala Causa della pinacoteca partenopea,<br />

provenienza targata Napoli, ma poi anche Madrid,<br />

Barcellona, Budapest, Berlino, Città del Messico,<br />

Firenze, Londra, Roma, Saragozza e Urbino. Quella<br />

di Napoli, intanto, è la seconda tappa della mostra:<br />

la prima si è consumata al Prado. Dettaglio che<br />

implica un retroscena imbarazzante. Dietro le<br />

quinte, infatti, nei mesi scorsi si è sfiorata la<br />

fregatura perché la sosta dei 43 capolavori a<br />

Capodimonte, secondo i bene informati, ha<br />

rischiato di saltare più volte. C’è voluta tutta<br />

l’autorità, e forse la voce grossa, di Nicola<br />

Spinosa per scongiurare l’ennesimo<br />

«pacco» ai danni della città. Ed è<br />

perciò che alla fine la<br />

XVIII

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