ventimila beghe sotto i mari - CHIAIA MAGAZINE
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ARTE<br />
Saper<br />
Vivere<br />
19<br />
<strong>CHIAIA</strong>magazine 9>11 settembre novembre 2011<br />
Un cambio di atelier, un trasloco,<br />
tanti scatoloni in giro, l’impulso<br />
di cambiare stile. Comincia così,<br />
per caso, l’avvicinamento di Eva<br />
Jospin (artista parigina, classe ’75)<br />
ad una materia povera: il cartone.<br />
Nuove tecniche artistiche, una ricerca<br />
che utilizza il disegno, il collage, la<br />
pittura, la scultura e un nuovo<br />
linguaggio espressivo improntato<br />
sull'ecologia, sul territorio e<br />
sull'ambiente sono le tappe del<br />
percorso che conduce la giovane<br />
artista francese alle sue alle<br />
“Foreste”, originali intagli di cartone<br />
che prendono forma di scultura e<br />
parlano al mondo contemporaneo.<br />
Eva Jospin ha inaugurato la stagione<br />
espositiva 2011/2012 della galleria<br />
“Al Blu di Prussia”, lo spazio<br />
multidisciplinare di Giuseppe<br />
Mannajuolo e diretto da Mario<br />
Pellegrino in via Filangieri 42: il<br />
vernissage, che di fatto ha aperto gli<br />
appuntamenti napoletani delle<br />
gallerie d'arte, si è tenuto lo scorso<br />
22 settembre, alla presenza<br />
dell’artista. La mostra è proposta in<br />
collaborazione con la galleria<br />
parigina “Pièce Unique” di Marussa<br />
Gravagnuolo e Christine Lahoud, che<br />
dagli inizi affianca l'attività dello<br />
spazio di via Filangieri. Diplomata<br />
alla Ecole de Beaux arts della sua<br />
città, la Jospin ha partecipato a<br />
numerose esposizioni in giro per<br />
l'Europa, Italia compresa: Bologna,<br />
Roma, Venezia, Milano e Napoli (nel<br />
2005). Le opere di Eva sono nate per<br />
sovrapposizione di piani e livelli<br />
idealmente infiniti, e costituiscono un<br />
perenne work in progress. Ma il<br />
trompe-l’œil, non gioca alla mimesi:<br />
le foreste non vogliono “sembrar<br />
vere”, ma piuttosto evocare,<br />
suggestionare, intrufolandosi<br />
silenziose nello spazio, impercettibili.<br />
Tra i mille particolari, e da lontano,<br />
con effetto stereoscopico, lo sguardo<br />
si perde. Una “medievale<br />
contemporanea”, così la definisce, e<br />
a ragione, Dominique Paini che<br />
aggiunge: “Eva Jospin sembra<br />
ritrovare nei suoi stupefacenti intagli<br />
di un cartone ordinario le antiche<br />
procedure dei pannelli reliquiari o<br />
delle teche medievali - metalli<br />
preziosi schiacciati, lavorati a cesello<br />
sbalzati o dentellati sul malleabile<br />
avorio - ma estesi a misura di una<br />
parete di una galleria d’arte o museo<br />
d’arte contemporanea. Le procedure<br />
sono le stesse: anticipare lo spazio<br />
per condensare, astrarre le forme<br />
per concentrare, osservare la natura<br />
per creare illusioni”. (v.p.)<br />
Al Blu di Prussia le foreste<br />
di Eva Jospin, “medievale”<br />
contemporanea<br />
Le opere di Eva sono nate per sovrapposizione di piani e livelli<br />
idealmente infiniti, e costituiscono un perenne work in progress