ventimila beghe sotto i mari - CHIAIA MAGAZINE
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22<br />
<strong>CHIAIA</strong>magazine 9>11 settembre novembre 2011<br />
di Rita Giuseppone<br />
L’assemblea costituente del 4<br />
ottobre scorso ha sancito la<br />
nascita di Indinapolicinema,<br />
l’associazione che mira ad<br />
aggregare registi, attori, direttori<br />
della fotografia, scenografi,<br />
assistenti,<br />
maestranze (macchinisti,<br />
elettricisti) e tutte le figure<br />
professionali che lavorano<br />
nell’ambito del cinema indipendente<br />
in Campania. Il<br />
progetto ambizioso non è<br />
quello di produrre cinema,<br />
bensì di lavorare per creare<br />
un contesto politico, culturale,<br />
legislativo, economico,<br />
fiscale e contributivo che<br />
permetta di sviluppare, produrre,<br />
distribuire cinema indipendente<br />
e creare le<br />
condizioni per consentire ai<br />
piccoli produttori e alle microimprese<br />
di tornare a investire<br />
a Napoli e nella<br />
Campania. Abbiamo chiesto<br />
a Maurizio Fiume, presidente<br />
dell’associazione (che<br />
conta 42 associati di cui 4<br />
associazioni che raggruppano<br />
altri gruppi artistici),<br />
di spiegare i meccanismi che<br />
ostacolano il cinema indipendente<br />
e come superarli.<br />
Quali sono le difficoltà<br />
principali in cui si imbattono<br />
i cineasti indipendenti<br />
in Campania oggi?<br />
Il cinema indipendente e<br />
quello napoletano in particolare<br />
(da “Immacolata e Concetta”<br />
di Salvatore Piscicelli,<br />
1980) è geneticamente nato<br />
già in condizioni di difficoltà,<br />
ma ha dimostrato di<br />
saperle superare e di essere<br />
da modello anche all’estero.<br />
Purtroppo da alcuni anni<br />
stanno togliendo l’aria al cinema<br />
indipendente. Si è<br />
puntato su un modello di<br />
sviluppo di cinema industriale<br />
e si è tolta l’aria ai<br />
piccoli produttori, alle microimprese,<br />
ai cineasti indipendenti,<br />
senza capire che in<br />
Italia, e a Napoli in particolare,<br />
non c’è mai stata l’industria<br />
del cinema. Noi<br />
siamo artigiani, anche se<br />
evoluti. I nostri film competono<br />
nei festival internazionali<br />
con opere realizzate con<br />
budget incommensurabili rispetto<br />
ai nostri. E cosa fanno<br />
lo Stato e i politici? Invece di<br />
darci una mano, fanno un<br />
reference system che permette<br />
solo a pochi, e sempre<br />
agli stessi, di fare film, sempre<br />
dello stesso tipo, di quelli<br />
che hanno un immediato ritorno<br />
economico. Ciò è sbagliato<br />
perché un film è un<br />
bene reale, come una casa, la<br />
sua vita è lunghissima. Lo<br />
Stato, invece, pretende il ritorno<br />
economico entro trecinque<br />
anni dalla messa in<br />
produzione e, poiché gli<br />
unici film che possono riuscire<br />
nell’impresa sono i film<br />
comici, ecco che si produce<br />
solo un tipo di cinema. Così<br />
il cinema indipendente viene<br />
raso al suolo. Specie in Campania,<br />
dove abbiamo una<br />
Film Commission senza<br />
soldi, nessuna legge regionale<br />
sul cinema o sull’audiovisivo,<br />
nessuna bozza di<br />
legge regionale da parte di<br />
qualche gruppo politico presente<br />
in Regione.<br />
Uno dei punti chiave del<br />
manifesto redatto dall’associazione<br />
per il rilancio<br />
del cinema indipendente<br />
riguarda proprio una proposta<br />
di legge da presentare<br />
in Regione. Quali<br />
sono stati, a tuo parere, gli<br />
errori commessi dalla<br />
precedente amministrazione<br />
che hanno affossato<br />
la realizzazione dei giovani<br />
cineasti partenopei?<br />
L’errore principale è aver<br />
fatto una legge sull’audiovisivo.<br />
Cosa c’entra il cinema<br />
napoletano con la fiction televisiva?<br />
Nulla, si tratta di<br />
Cinema indipendente, ciak si spera<br />
Cineasti in campo per risollevare le sorti della settima arte<br />
Maurizio Fiume,<br />
presidente di<br />
Indinapolicinema:<br />
“Basta con<br />
il clientelismo,<br />
servono fondi<br />
trasparenti<br />
e un nuovo<br />
sistema di<br />
diffusione”<br />
due sistemi produttivi diversi:<br />
è come paragonare la<br />
mozzarella di bufala locale a<br />
quella da supermercato. E i<br />
soldi che sono stati stanziati<br />
dalla Regione Campania per<br />
la fiction sono uno schiaffo a<br />
chi per anni si è ostinato a<br />
produrre cinema in Campania.<br />
Fiction come “Capri” o<br />
“I delitti del cuoco” non<br />
hanno avuto nessun tipo di<br />
ritorno di immagine e occupazionale<br />
sul territorio, quei<br />
soldi dovevano essere investiti<br />
nel cinema napoletano.<br />
Per quanto riguarda l’erogazione<br />
dei fondi, Indianapolicinema<br />
vuole un<br />
regolamento di criteri generali<br />
in modo da ridurre la di-