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8 - TopSport

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La bicicletta<br />

e le sue<br />

derivazioni in un<br />

business che,<br />

pur in tempo di<br />

crisi, è di grande<br />

successo<br />

Si sa, la ruota gira, ma è meglio<br />

se sono due. Almeno<br />

per gli operatori di un mercato<br />

in continua evoluzione.<br />

Tecnologia, moda, estetica, medicina,<br />

lifestyle, un nuovo modo di<br />

concepire e di approcciare la vita.<br />

Il concetto di ciclismo è ampio e<br />

matura pedalando lungo la strada<br />

che porta al futuro. La storia e la tradizione<br />

conferiscono quarti di nobiltà,<br />

il materiale utilizzato per accessori,<br />

vestiti e, naturalmente, le stesse<br />

biciclette, ha il fascino di ciò che si<br />

immagina, ma che deve ancora venire.<br />

Come uno sfizio di qualcosa di<br />

buono, quella gustosa ricetta migliorata<br />

che stimola ghiandole<br />

salivari e propensione alla spesa<br />

quando ci troviamo di<br />

fronte a qualcosa di nuovo<br />

e di antico, di classico e di<br />

sempre alla moda. Un<br />

piatto che fa bene, non<br />

fa ingrassare, aiuta a<br />

socializzare, e suscita<br />

la passione di quando<br />

le gare erano prima<br />

sul mercato<br />

di tutto un valore. Ingredienti<br />

magici,<br />

spruzzati con abbondanza<br />

su un mercato<br />

che va esplorato, conosciuto<br />

ed interpretato<br />

correttamente per muoversi<br />

con successo.<br />

C’è chi, con una certa fatalità,<br />

riconosce il rischio implicito<br />

in questa disciplina, per cui<br />

anche una politica di maggiore sicurezza<br />

non risolverebbe una questione<br />

sempre d’attualità. Questa<br />

posizione non è condivisa da Raimondo<br />

Soragni, presidente della<br />

Commissione Sicurezza della Federazione<br />

Italiana di Ciclismo, che opera<br />

con professionalità non solo per<br />

garantire l’incolumità degli atleti in<br />

gara, ma anche per creare quella coscienza<br />

e quella cultura che sono la<br />

migliore soluzione per poter arrivare<br />

ad un concreto cambiamento. “Va<br />

bene parlare di Casartelli – afferma<br />

infatti Soragni – ma vorrei ricordare<br />

allo stesso modo i sette amatori rimasti<br />

vittime per strada l’anno scorso.<br />

Sono situazioni che non vorremmo<br />

mai vedere e per le quali è necessario<br />

fare qualcosa. Per questo il<br />

presidente federale Di Rocco ha voluto<br />

fortemente costituire una apposita<br />

Commissione Sicurezza che si<br />

impegnasse in materia di sicurezza<br />

stradale sia per il professionista, sia<br />

per il ciclista inteso come mobilità<br />

dolce. Questa Commissione è all’interno<br />

del CNEL per quello che concerne<br />

la sicurezza stradale, ricoprendo<br />

un ruolo istituzionale. Guardiamo<br />

la sicurezza a 360°, negli ambiti urbani<br />

dove la rotatoria non deve essere<br />

solo una cosa tonda che non<br />

permette al ciclista di muoversi agevolmente<br />

e dove le ciclabili non devono<br />

essere delle strisce gialle per<br />

terra con due disegni gialli di biciclette.<br />

Servono accorgimenti<br />

particolari<br />

e archetti di sicurezza.”<br />

Fondamentali<br />

perché il primo<br />

consumatore è lo<br />

sportivo comune o<br />

semplicemente il<br />

cittadino che utilizza<br />

la bicicletta per andare al lavoro<br />

o per mantenersi in forma. Altro discorso,<br />

ma stessa professionalità,<br />

nel trattare la materia sicurezza<br />

nell’ambito agonistico. “Quando si fa<br />

una gara ciclistica – afferma infatti<br />

Raimondi – ho la certezza che gli atleti<br />

si muovono in un contesto di<br />

massima sicurezza. Le strade sono<br />

chiuse, gli incroci controllati. Siamo<br />

un po’ più preoccupati della parte<br />

che è fuori dalla manifestazione ciclistica<br />

e per i ragazzi quando fanno allenamento,<br />

il momento in cui c’è il<br />

più alto numero di incidenti, anche<br />

per i cicloamatori.” Lo scenario è<br />

quindi ampio e necessita di un’azione<br />

sinergica. “In Europa non brilliamo<br />

per essere l’eccellenza della sicurezza<br />

nel ciclismo, ma lavoria- >><br />

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