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Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 - Regione Campania

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<strong>Regione</strong> <strong>Campania</strong> PSR <strong>2007</strong>-<strong>2013</strong><br />

avere in questo senso ricadute positive ma anche negative. Il<br />

raggruppamento in un unico programma <strong>di</strong> POR, PSR e LEADER<br />

costituirà un elemento <strong>di</strong> naturale integrazione non solo<br />

contenutistica ma anche procedurale <strong>di</strong> strumenti la cui sinergia<br />

era stata fino ad ora frutto <strong>di</strong> faticosa gestione. Al contempo,<br />

però, la sud<strong>di</strong>visione per fon<strong>di</strong> dei programmi non gioverà alla già<br />

scarsa integrazione intersettoriale che, anche per l’assenza <strong>di</strong> un<br />

piano strategico regionale complessivo, persiste in <strong>Campania</strong>.<br />

Al fine <strong>di</strong> garantire la reale efficacia delle azioni per il<br />

perseguimento dell’obiettivo dello sviluppo rurale, tuttavia,<br />

sarebbe necessario porre in atto una serie <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> contesto<br />

che per loro natura non possono trovare risposta solo in azioni<br />

finanziate a valere sul FEOGA.<br />

Innanzi tutto alcune evidenti debolezze strutturali del comparto<br />

agricolo campano, quali la parcellizzazione eccessiva della<br />

proprietà e la frammentazione della compagine impren<strong>di</strong>toriale, si<br />

dovrebbero affrontare in un’ottica <strong>di</strong> filiera, e più specificamente<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere la massa critica necessaria anche<br />

alle produzioni tipiche locali a collocarsi sul mercato con modalità<br />

meno <strong>di</strong>pendenti da sistemi <strong>di</strong> commercializzazione esterni. In<br />

altre parole, occorre ripensare in modo intersettoriale<br />

un’organizzazione del sistema produttivo che miri ad incamerare il<br />

valore aggiunto desunto dalla commercializzazione del prodotto<br />

agricolo. Ciò implica un’azione che vada al <strong>di</strong> là del comparto<br />

prettamente agricolo per investire le tematiche della logistica, e<br />

dell’innalzamento delle dotazioni tecnologiche del territorio e<br />

internazionalizzazione.<br />

Relativamente al primo punto, occorre che il piano trasporti<br />

prenda considerazione le problematiche relative alle piattaforme<br />

logistiche per l’agricoltura anche in un’ottica interregionale.<br />

Relativamente al secondo punto, occorre fornire il supporto<br />

necessario affinché migliori il governo della catena della<br />

rintracciabilità delle merci e della qualità del processo produttivo<br />

(società dell’informazione, innovazione e ricerca), nonché quello<br />

dell’internazionalizzazione dei prodotti.<br />

Infine, devesi sottolineare come la natura complessa dell’obiettivo<br />

“sviluppo rurale” necessiti <strong>di</strong> azioni mirate sul capitale sociale delle<br />

aree interessate, in particolare delle aree deboli interne, che solo<br />

attraverso un’attenzione specifica posta dal settore politiche<br />

sociali alla problematica potranno essere affrontate.<br />

In definitiva, la necessità <strong>di</strong> una strategia integrata capace <strong>di</strong><br />

mettere a sistema interventi a valere su FEOGA, FESR (per<br />

quanto attiene a logistica ed infrastrutturazione) e FSE (per<br />

quanto attiene alle politiche sociali) in funzione dell’obiettivo dello<br />

PSR <strong>2007</strong>- <strong>2013</strong> della <strong>Regione</strong> <strong>Campania</strong> ai sensi del Reg. (CE) n. 1698/2005 253

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