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informatoregennaio2010 - Unione del Commercio di Milano

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Welfare<br />

Infortuni sul lavoro<br />

L’onere <strong>del</strong>la prova<br />

è sempre <strong>del</strong> datore <strong>di</strong> lavoro<br />

Corte <strong>di</strong> Cassazione<br />

Sentenza n. 19494<br />

<strong>del</strong> 10 settembre 2009<br />

Con la sentenza n. 19494 <strong>del</strong> 10 settembre 2009, la Corte <strong>di</strong><br />

Cassazione ha precisato che il datore <strong>di</strong> lavoro ha sempre l’onere<br />

<strong>del</strong>la prova <strong>di</strong> aver utilizzato tutti gli strumenti necessari al<br />

fine <strong>di</strong> evitare qualsiasi danno alla salute <strong>del</strong> lavoratore e che<br />

l’eventuale colpa <strong>del</strong> lavoratore, dovuta ad imprudenza, negligenza<br />

o imperizia, non elimina quella <strong>del</strong> datore <strong>di</strong> lavoro.<br />

La Corte <strong>di</strong> Cassazione precisa infatti che non è sufficiente un<br />

semplice concorso <strong>di</strong> colpa <strong>del</strong> lavoratore per interrompere il<br />

nesso <strong>di</strong> causalità.<br />

L’esonero <strong>di</strong> responsabilità si potrebbe configurare solo qualora<br />

nel comportamento <strong>del</strong> lavoratore venissero accertati i<br />

caratteri <strong>di</strong> “abnormità” e assoluta “inopinabilità”.<br />

Nel caso specifico valutato dalla Corte, la decisione è scaturita<br />

dall’accertamento <strong>del</strong> fatto che il lavoratore, al momento<br />

<strong>del</strong>l’infortunio, era impegnato nelle abituali attività che svolgeva<br />

secondo le modalità consuete, eseguendo la fase <strong>di</strong> carico<br />

<strong>di</strong> un carro agricolo. Tale carro, era venuto a trovarsi con la<br />

parte anteriore rialzata e con l’albero cardanico in posizione<br />

obliqua. Proprio in conseguenza <strong>di</strong> tale posizione, si era creata<br />

una fessura ove si era infilata la sciarpa <strong>del</strong>la vittima, evento<br />

che aveva determinato la morte per strangolamento <strong>del</strong><br />

lavoratore.<br />

La Corte territoriale ha accertato che nello svolgimento <strong>del</strong>l’<br />

attività l’uso <strong>del</strong>la sciarpa, che aveva provocato l’incidente, era<br />

normalmente tollerato dal datore <strong>di</strong> lavoro. Inoltre il lavoratore<br />

stava eseguendo le or<strong>di</strong>narie mansioni assegnategli, senza che<br />

gli fosse stata vietata espressamente l’operazione con quelle<br />

modalità, laddove il posizionamento in obliquo <strong>del</strong> carro era<br />

evenienza non solo possibile, ma anche probabile, per effetto<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche costruttive <strong>del</strong> mezzo. Quest’ultimo avrebbe<br />

dovuto essere munito <strong>del</strong>le protezioni anche per la posizione<br />

obliqua ed invece si creava una fessura che rendeva la zona<br />

pericolosa e non completamente protetta.<br />

Parità uomo-donna<br />

e decorrenza pensione<br />

Corte Costituzionale<br />

Già con riferimento alla <strong>di</strong>sciplina in vigore prima <strong>del</strong>le riforme<br />

pensionistiche degli anni novanta, la Corte aveva avuto<br />

modo <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care illegittima una regolamentazione che<br />

<strong>di</strong>scriminasse uomini e donne sulla base <strong>del</strong>l’età anagrafica,<br />

in relazione alla possibilità <strong>di</strong> proseguire l’attività lavorativa<br />

ed, altresì che obbligasse le donne ad una comunicazione<br />

gennaio 2010<br />

Orientamenti<br />

e giurisprudenza<br />

preventiva al fine <strong>di</strong> ottenere il <strong>di</strong>ritto alla prosecuzione stessa<br />

mentre per gli uomini non era previsto alcun onere.<br />

Con la sentenza in commento, la Corte osserva che il progressivo<br />

innalzamento <strong>del</strong>l’età pensionabile non ha minimamente<br />

scalfito le ragioni che avevano condotto alle decisioni sopra<br />

illustrate e, pertanto, la reintroduzione, in capo alle lavoratrici,<br />

<strong>di</strong> un obbligo preventivo <strong>di</strong> comunicazione <strong>del</strong>la decisione<br />

<strong>di</strong> proseguire l’attività lavorativa non ha alcuna ragionenole<br />

giustificazione e, dunque, va considerato tutt’ora illegittimo.<br />

SENTENZA Corte Costituzionale, 29 ottobre 2009, n.<br />

275. Rapporto <strong>di</strong> lavoro subor<strong>di</strong>nato - Dlgs n. 198/2006,<br />

art. 30 - Prosecuzione <strong>del</strong>l’attività lavorativa fino ai 65 anni<br />

<strong>di</strong> età - Obbligo per le donne <strong>di</strong> preventiva comunicazione -<br />

Illegittimità.<br />

E’ costituzionalmente illegittimo l’art. 30 <strong>del</strong> Dlgs n. 198/<br />

2006 (Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>le pari opportunità tra uomo e donna) nella<br />

parte in cui prevede, a carico <strong>del</strong>la lavoratrice che intende<br />

proseguire il rapporto <strong>di</strong> lavoro oltre il sessantesimo anno <strong>di</strong><br />

età, l’onere <strong>di</strong> dare comunicazione <strong>del</strong>la propria intenzione al<br />

datore <strong>di</strong> lavoro almeno trei mesi prima <strong>del</strong>la data <strong>di</strong> perfezionamento<br />

<strong>del</strong>la pensione <strong>di</strong> vecchiaia.<br />

Sanatoria colf e badanti<br />

Chiarimenti<br />

Il ministero <strong>del</strong>l’Interno, con la nota 29/10/2009 n. 6466, ha<br />

precisato che trova applicazione il rigido regime sanzionatorio<br />

previsto dalla L 102/2009 nei confronti <strong>del</strong> datore <strong>di</strong> lavoro<br />

che rinuncia alla regolarizzazione <strong>del</strong>la colf o badante<br />

extracomunitaria clandestina, nelle more <strong>del</strong>la convocazione<br />

presso lo Sportello unico per l’immigrazione.<br />

Secondo la nota ministeriale, il datore <strong>di</strong> lavoro è infatti tenuto<br />

a completare la procedura <strong>di</strong> emersione firmando presso lo<br />

Sportello unico per l’immigrazione il contratto <strong>di</strong> soggiorno<br />

insieme al lavoratore e inviando all’Inps la comunicazione<br />

relativa all’assunzione.<br />

Soltanto dopo aver definito l’intesa il datore <strong>di</strong> lavoro potrà<br />

eventualmente recedere dal rapporto <strong>di</strong> lavoro domestico.<br />

La rinuncia alla <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> emersione intervenuta nel<br />

corso <strong>del</strong>la procedura (che verrà comunque ufficializzata con<br />

la convocazione <strong>del</strong> datore <strong>di</strong> lavoro) comporta l’archiviazione<br />

<strong>del</strong>l’istanza e la cessazione <strong>del</strong>la sospensione <strong>del</strong> regime<br />

sanzionatorio previsto dall’art. 1ter commi 8-9 <strong>del</strong>la predetta<br />

legge.<br />

Solo se la rinuncia alla regolarizzazione è dovuta a causa <strong>di</strong><br />

forza maggiore (quale il decesso <strong>del</strong>la persona da assistere)<br />

allora è consentito il subentro anche mo<strong>di</strong>ficando il rapporto<br />

<strong>di</strong> lavoro. Qualora, invece al datore <strong>di</strong> lavoro deceduto non<br />

subentri altro familiare, il lavoratore extracomunitario potrà<br />

comunque ottenere il permesso <strong>di</strong> soggiorno per attesa occupazione.<br />

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