Indice - Ssai - Ministero Dell'Interno

grado di mobilitare la società civile; pertanto le iniziative d’integrazione rivolte ai
migranti hanno avuto carattere esclusivamente locale.
Il governo di Londra, la Greater London Authority, ha recentemente avviato un piano
d’integrazione per una serie di categorie che include i rifugiati, i lavoratori migranti
dequalificati, i nuovi arrivati e i migranti senza permesso di soggiorno. Il 34% della
popolazione residente a Londra è costituito da immigrati; ogni programma
d’integrazione deve misurarsi con una realtà estremamente diversificata, sia per quanto
riguarda la tipologia dei permessi (studio, lavoro, motivi umanitari, riunificazione
familiare, allargamento dell’Unione Europea), sia per quanto riguarda i paesi e le etnie
di provenienza 6 .
A Londra, oltretutto, è concentrata la maggioranza degli oltre 500mila migranti senza
permesso di soggiorno presenti sul territorio inglese. I principali problemi che devono
affrontare sono quelli del lavoro, insicuro e malpagato per le fasce basse, della salute,
della casa e del rischio di sfruttamento, della conoscenza dei propri diritti,
dell’esclusione e isolamento sociale.
Le problematiche relative all’integrazione di una popolazione cosi eterogenea vengono
affrontate su varie dimensioni: quella della lingua, con l’avvio di corsi di lingua inglese
in collaborazione con associazioni ed enti locali; quella abitativa, per assicurare
l’accesso ai normali canali alloggiativi; quella dell’occupazione, per aiutare i rifugiati e
i migranti a trovare lavoro, ridurre la sottoccupazione e l’occupazione nell’economia
informale; quella della salute, in modo da assicurare che i bisogni sanitari vengano
soddisfatti.
E ancora, la dimensione della sicurezza e della coesione, per assicurare che la polizia e
il sistema legale forniscano servizi di alta qualità; quella dei bambini e dei giovani, per
superare le difficoltà specifiche della metropoli e assicurare loro salute, benessere,
6 E’ stato calcolato che a Londra vivono persone provenienti da 179 paesi: molti di loro ricoprono
incarichi prestigiosi e redditizi nella City, nelle multinazionali, nelle università o come imprenditori.
Molti altri occupano posizioni più svantaggiate e offrono quei servizi che, seppure a basso contenuto di
capitale umano, sono necessari in una metropoli avanzata e globale come Londra. Negli ultimi decenni vi
è stata, inoltre, una forte crescita dell’immigrazione femminile, in particolare dai Paesi dell’Est Europa
recentemente entrati nell’UE, con una conoscenza dell’inglese molto povera ed enormi barriere
d’ingresso nel mercato del lavoro.
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