<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong> Bruno Chiarini Sedie, 1964, olio su tela, cm. 60x70 Via Morandi, 1 - 50023 Tavarnuzze (FI) Tel. +39 055 2022659 30
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong> Bruno Chiarini Non ricordo un momento, <strong>del</strong>la mia vita, nel quale la pittura abbia iniziato il suo corso di interesse a prevalere sugli altri, che pure mi hanno, da sempre, stimolato l’aspirazione alla più profonda conoscenza. Il dipingere è stato per me il mezzo per costruire visivamente una idea, un modo definitivo di comunicazione ad un livello di suprema definizione. In parallelo alle prime opere figurative, non seppi esimermi dal dedicarmi pure a particolari esperienze non figurative, sorrette dall’astrazione geometrica e da uno strutturalismo costruttivo, che ho sempre stimato di estrema comunicatività. Dopodiché si susseguirono esperienze diverse, dall’espressionismo al surrealismo, che seppero aprire sempre nuove strade all’espressione figurativa <strong>del</strong>le idee. In sindrome assiomatica, le esperienze tesero a dominare ogni scelta tematica, legata spesso ad una interpretazione evolutiva dei valori tradizionali, il che mi ha orientato a costanti superamenti senza abbandoni definitivi <strong>del</strong>le tematiche e dei valori formali. Miei maestri, dai primi impegni costruttivi, Picasso e Klee e, dai futuristi fino a Sironi e Rosai, legami essenziali di ogni espressione artistica. Percorso esente dalle esigenze di una committenza, ma impostato sui valori costruttivi <strong>del</strong>la ragione. Il mio percorso operativo si è orientato nella ricerca costante di soddisfare esigenze di creatività in una coerenza operativa recuperata ai massimi livelli <strong>del</strong>le possibilità espressive e costruttive. Trattandosi di ricerca, la mia strada è stata attraversata da percorsi talvolta in contraddizione, ma ritenuti, da me, soddisfacenti e utilmente percorribili, anche se molto spesso mi sono lasciato trascinare o frenare dalla soddisfazione di operare fine a se stessa, non dovendo sottostare a leggi di mercato o doveri di rispetto ad una tradizione. La libertà di operare in un’epoca nella quale la storicità <strong>del</strong>le esperienze ha dominato la molteplicità <strong>del</strong>le espressioni, in tutte le arti <strong>del</strong>la figurazione, rende non facile l’azione <strong>del</strong>le scelte operative, facilitando il moltiplicarsi <strong>del</strong>le esperienze per soddisfare la creatività nel rinnovamento dei mezzi e dei modi. Bruno Chiarini Gatta Autoritratto, 1946, olio su tela, cm. 27,5x20,5 31