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Artisti del Chianti

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Carlo Sain<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Apaches, 1991, installazione di dipinti nell’oliveto<br />

L’intrecciarsi di natura e artificio è la costante<br />

nella vita <strong>del</strong>l’uomo e il leitmotiv nel mondo<br />

<strong>del</strong>l’arte. Nel lungo cammino <strong>del</strong> Tardo Rinascimento<br />

il tempo <strong>del</strong>l’artificio più raffinato, all’epoca<br />

nostra, quella dei media e <strong>del</strong>le tecnologie avanzate,<br />

l’artificio si è reso indipendente dalla natura, è<br />

ora autonomo replicante di immagini che si sostituiscono<br />

all’oggetto, al manufatto. Carlo Sain è un<br />

genere di artista che ha mantenuto il rapporto difficile<br />

e l’equilibrio <strong>del</strong>icato tra naturale e artificiale.<br />

Quando crea e quindi avvia il processo mentale che<br />

dalla natura porta all’opera, riesce a interpretare la<br />

rappresentazione <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong>la realtà attraverso<br />

i reperti e i colori di questa in forme e segni essenziali.<br />

Sain ha trovato il linguaggio e l’armonia per<br />

interpretare la natura, che non è quella di contestualizzare<br />

i fenomeni, come fecero gli artisti <strong>del</strong>la Land<br />

Art, ma è la sensibilità di far coesistere i due aspetti,<br />

immergendo l’artefatto nella natura e caricandolo di<br />

una efficace se pur minimale valenza estetica.<br />

Le pietre assemblate per terra diventano forme e<br />

colori, le carte arrotondate che sbucano tra l’erba<br />

evocano animali. Lo spazio <strong>del</strong>la rappresentazione<br />

per Sain viene evocato all’aperto nel rapporto con<br />

l’architettura <strong>del</strong> paesaggio. Se si deve cedere<br />

nell’imprigionare i quadri in una stanza, si può coinvolgere<br />

il muro esterno, trovando una motivazione<br />

etica nell’appropriazione degli spazi che gli sono<br />

propri e naturali, interpretando la realtà vivibile.<br />

Carlo Sain nell’era <strong>del</strong>la realtà virtuale ci indica una<br />

realtà diversa come un ritorno al primitivo attraverso<br />

un proprio linguaggio, di una sorta di nuova visione<br />

all’alba di una nuovo mondo, dove l’artificio non<br />

è segno prevaricante, ma armonioso e consapevole<br />

<strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la natura.<br />

Paola Bortolotti<br />

Studio: via Antonio d’Orso 3 - 50135 Firenze<br />

Cell. +39 368 7793738 - Cell. +39 333 4788756 - carlosain@libero.it<br />

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