6 LABATE - Conservatorio di Messina
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RINTRACCIARE IL NOVECENTO. IL TESTO LETTERARIO NEL TEATRO MUSICALE 283<br />
già Massimo Mila – che altrimenti il teatro musicale si troverà un bel<br />
giorno a morire d’ine<strong>di</strong>a e d’asfissia». Bisogna dunque affrettare l’avvento<br />
in repertorio <strong>di</strong> nomi come Igor Stravinskij, Ferruccio Busoni,<br />
Arnold Schönberg, Alban Berg, Sergej Prokof’ev, Paul Hindemit, Béla<br />
Bartok, Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero, Luigi Dallapiccola,<br />
Goffredo Petrassi, Luigi Nono, Luciano Berio, Bruno Maderna,<br />
Giacomo Manzoni, Salvatore Sciarrino, Franco Mannino, Azio Corghi,<br />
ecc. prima <strong>di</strong> perderci completamente il nostro secolo. Se compositori e<br />
pubblico si incontrano sul terreno del linguaggio e delle richieste, allora<br />
il teatro musicale può continuare ad avere il ruolo <strong>di</strong> un servizio culturale<br />
pur mantenendo la sua identità <strong>di</strong> opera artistica dei nostri tempi.<br />
La problematica emersa in questa carrellata evidenzia che l’interesse<br />
per il libretto, avuto dai compositori nei secoli del melodramma, nell’arco<br />
del Novecento si intreccia paritariamente con l’interesse per un teatro<br />
musicale nel quale il libretto – certamente rinnovato – ha un suo ruolo<br />
come la musica, la scenografìa, la presenza <strong>di</strong> attori, la coreografìa, la<br />
regia. E quin<strong>di</strong> possono continuare ad esserci autori che – facciano da<br />
sé o chiedano collaborazione – traspongono drammi <strong>di</strong> prosa o romanzi<br />
o fiabe o altri generi narrativi in libretto, ovviamente rinnovato nelle<br />
forme e spesso anche nel contenuto (problemi in<strong>di</strong>viduali e sociali o<br />
problematiche ideologiche e religiose). Nel secondo dopoguerra l’evoluzione<br />
del gusto e della cultura musicale portò alcuni compositori ad<br />
avere un <strong>di</strong>sinteresse totale per il libretto (in particolare quelli che hanno<br />
prodotto spettacoli musicali invero bizzarri), ed altri a dare alla librettistica<br />
un più <strong>di</strong>retto valore <strong>di</strong> testimonianza (operando una cernita <strong>di</strong> testi<br />
letterari, or<strong>di</strong>nandoli in uno sviluppo drammatico musicale o utilizzandoli<br />
come input sonori <strong>di</strong> sviluppi musicali) soprattutto a motivo del<br />
progressivo sostituirsi del parlato alla melo<strong>di</strong>a 18 . Un dato certamente<br />
positivo è che da un canto i musicisti hanno maturato una più attenta<br />
consapevolezza delle loro capacità letterarie, e i letterati dal canto loro<br />
18 Cfr. «Sipario», cit., p. 56.