6 LABATE - Conservatorio di Messina

RINTRACCIARE IL NOVECENTO. IL TESTO LETTERARIO NEL TEATRO MUSICALE 309
dei testi poetici italiani in stile antico, raccolti da fonti disparate, e ciò al
fine di creare, come si è detto, situazioni poetiche prive di legami interni
e di sviluppi, e tuttavia funzionali a inedite combinazioni drammatico-musicali.
La fissità contemplativa è quindi indirizzata, con sguardo
ellittico ed amaro, su oggetti musicali in sé 69 .
I primi libretti di Malipiero, a cominciare da quello delle Sette canzoni,
si presentano come delle sintesi drammatiche piuttosto che dei drammi
meticolosamente sviluppati, ben dosati nel linguaggio, nell’azione 70 e
nel modo di disporre il succedersi delle immagini/scene. Il libretto obbedisce
allo stesso procedere della musica. Esso è composto, sovente, da una
raccolta di brani poetici presi da vari autori, scelti, però, entro un ambito
stilistico ed espressivo omogeneo. Il libretto messo assieme da Malipiero
presenta un continuo rinvio alle fonti dalle quali attinge tutto il loro fascino
poetico e si configura come una successione di culmini drammatici.
Nel Torneo notturno il personaggio del Disperato, la vittoria e la vendetta
sul personaggio dello Spensierato non sono più gli ideali che aveva
trattato nelle composizioni precedenti (Pantea, Filomena e l’Infatuato;
Merlino mastro d’organo), ma sono una stessa condizione umana: il
tempo non può stare senza l’attimo perché sono l’identica cosa, il Disperato
non potrà mai vivere senza lo Spensierato perché sono una sola
persona, l’uomo, che ad un tempo è il disperato e lo spensierato 71 .
69 Le sette canzoni (Parigi, 1920), sette minuscole piéces che durano in tutto tre quarti d’ora,
sono altrettante illuminazioni sonore e pantomimiche, provocate mediante il cozzo sonoro di canti
diversi, in scena e fuori scena, in gran parte intonati su testi poetici rinascimentali italiani. Il fantomatico
Torneo notturno (Monaco di Baviera, 1931) è tutto percorso dal canto ostinato di un moralistico
memento della vanità umana; la Canzone del Tempo, una serie di strambotti attribuiti a Serafino
Aquilano, sillabata secondo una scansione metrica elementare: Chi ha tempo e tempo aspetta
il tempo perde, ma straniata nella intenzionale sfasatura rispetto ai tempi forti della battuta.
70 Intesa come la successione di situazioni prive di legami interni e di sviluppi.
71 Il musicista attribuisce ai due protagonisti dei veri e propri Leitmotive (per la prima volta)
variati man mano che si contrappongono, si innestano, ma che non mollano un solo istante i loro
soggetti. Certamente prima del Torneo notturno Malipiero non utilizzò mai in modo così significativo,
come nell’opera, la variazione, lo sviluppo, la ripresa tematica e persino la modulazione tonale;
espedienti derivanti dalla composizione romantica e che utilizza, tuttavia, per delineare un proprio
piano esistenziale.