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6 LABATE - Conservatorio di Messina

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RINTRACCIARE IL NOVECENTO. IL TESTO LETTERARIO NEL TEATRO MUSICALE 313<br />

ha un prevalente carattere contemplativo, una sotterranea trepidazione<br />

che ne accompagna lo scorrimento, con uno strano senso <strong>di</strong> stupore, talora<br />

anche <strong>di</strong>vertito ma privo <strong>di</strong> ottimismo. Non meno che nella drammaturgia<br />

pirandelliana. I tre caratteri sopra esposti, già ampiamente<br />

presenti nelle Sette canzoni, impliciti nello spettacolo <strong>di</strong> immagini del<br />

primo teatro <strong>di</strong> Malipiero, <strong>di</strong>verranno più evidenti in La favola grazie<br />

alla collaborazione con Pirandello.<br />

La favola del figlio cambiato appartiene al filone pirandelliano dei<br />

miti concretato nella trilogia costituita dalla Nuova colonia, da Lazzaro<br />

e dagli incompiuti Giganti della montagna. Anche La favola si allaccia<br />

all’archetipo della Grande Madre-Terra quale erogatrice <strong>di</strong> vita, archetipo<br />

<strong>di</strong> una civiltà arcaica matriarcale, incarnato dalla protagonista nella<br />

figura della Madre. Pirandello ha ben coscienza <strong>di</strong> completare La favola<br />

mentre dà ad essa la funzione <strong>di</strong> libretto: «È il primo vero e proprio libretto<br />

che io scrivo. Gli altri erano riduzioni <strong>di</strong> lavori preesistenti». Da<br />

questo momento Pirandello si investe responsabilmente del ruolo <strong>di</strong><br />

librettista. E infatti, a partire dal secondo atto egli acuisce il gioco delle<br />

rime, fornisce ritmi metrici acconci alle situazioni musicali, porge tipiche<br />

situazioni melodrammatiche e opportunità <strong>di</strong> emergenze liriche.<br />

Sono caratteristici ad esempio gli accenti ternari sul ritmo <strong>di</strong> una tarantella<br />

nell’episo<strong>di</strong>o dell’Uomo Saputo del primo quadro; le rime da canzonetta<br />

nella scena della Sciantosa che apre il secondo atto: «La mia vita<br />

è qua, / la mia vita è là, / trottola, trottola, / requie non ha»; l’esibizione<br />

<strong>di</strong> luoghi canonici tipici del melodramma, come quelli dell’agnizione<br />

e del tripu<strong>di</strong>o conclusivi; ed ancora le occasioni da romanza allestite<br />

soprattutto nel terzo atto. Pirandello, in definitiva, assume il ruolo convenzionale<br />

<strong>di</strong> librettista, visibile in quell’atteggiamento subalterno dello<br />

scrittore nei confronti del musicista, al quale si rimette completamente.<br />

E, nell’inviare i primi due quadri a Malipiero, gli lascia piena libertà <strong>di</strong><br />

aggiungere, togliere e adattare. Malipiero tuttavia è riluttante ad accettare<br />

i libretti altrui dotati <strong>di</strong> uno sviluppo drammatico e che con l’aggiunta<br />

della musica sarebbero <strong>di</strong>ventati per lui insopportabilmente melodrammatici.<br />

Per questo in altre composizioni confeziona un proprio

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