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6 LABATE - Conservatorio di Messina

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RINTRACCIARE IL NOVECENTO. IL TESTO LETTERARIO NEL TEATRO MUSICALE 319<br />

stanti: ad esempio Pierre Boulez realizza l’unione tra testo e musica<br />

attraverso una grande complessità <strong>di</strong> intrecci tra il flusso emozionale<br />

<strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne linguistico e quello del testo e della musica, utilizzando<br />

tutti i meccanismi del fonema che vanno dalla sonorità pura della parola<br />

al suo or<strong>di</strong>namento intelligente. Praticamente Boulez e Debussy si sono<br />

spinti a riprodurre in musica quanto Stephane Mallarmé aveva creato<br />

col linguaggio poetico, non tanto, però, le affinità visibili, quanto le<br />

corrispondenze strutturali.<br />

Non c’è dubbio che l’espressionismo tedesco, solitamente in<strong>di</strong>cato<br />

come la Scuola <strong>di</strong> Vienna, abbia prodotto anche in campo lirico opere<br />

rimaste in posizione <strong>di</strong> preminenza in tutto il Novecento. Nel 1925<br />

Alban Berg 87 (1885-1935) appariva nel complesso quadro del teatro<br />

moderno con Wozzeck, composto tra il 1914 e il 1922, opera subito ritenuta<br />

espressionista per eccellenza e uno dei sommi capolavori del Novecento<br />

operistico. Berg vide la prima rappresentazione del Woyzeck<br />

nel maggio del 1914 a Vienna. Fu talmente impressionato dal dramma<br />

<strong>di</strong> Georg Büchner da confidare a Anton von Webern: «Subito ho preso<br />

la decisione <strong>di</strong> porlo in musica. Non è solo il destino <strong>di</strong> quest’uomo<br />

sfruttato e perseguitato da tutti che mi ha colpito, quanto l’inau<strong>di</strong>to<br />

contenuto <strong>di</strong> atmosfere delle singole scene» 88 .<br />

La struttura dell’opera si avvalse <strong>di</strong> un libretto in tre atti <strong>di</strong> cinque scene<br />

ciascuno, focalizzando l’attenzione sui tre momenti principali, ossia<br />

Esposizione-Peripezia-Catastrofe. Nell’Esposizione (primo atto) veni-<br />

87 GUIDO SALVETTI, cit., pp. 132-135; GIAN PAOLO MINARDI, Le forme invisibili, in «Wozzeck.<br />

Libretto <strong>di</strong> sala», Parma, Teatro Regio, 1987, pp. 5-40.<br />

88 Georg Büchner, morto appena ventiquattrenne, era rimasto fortemente colpito dal caso me<strong>di</strong>co-giu<strong>di</strong>ziario<br />

<strong>di</strong> Iohann Christian Woyzeck, condannato a morte per l’uccisione della sua amante<br />

Iohanna Christiane Woost. Un omici<strong>di</strong>o che assommava sentimenti <strong>di</strong> gelosia, vendetta, ribellione,<br />

avvenuto in un momento <strong>di</strong> sostanziale irresponsabilità, almeno secondo i <strong>di</strong>fensori. Büchner trasse<br />

spunto da tale vicenda per esprimere un sincero pessimismo nei confronti della società, governata<br />

da una violenza inevitabile. «Il singolo è soltanto spuma sull’onda, la grandezza un puro caso...<br />

Cos’è in noi che mente, uccide, ruba». Il caso Woyzeck <strong>di</strong>venne il dramma <strong>di</strong> un povero soldato,<br />

vittima del militarismo e della stessa società che ne favoriva l’esaltazione. Nel 1879 Emil Franzos<br />

pubblicò i frammenti del Woyzeck con il titolo Wozzeck per una errata lettura della <strong>di</strong>fficile grafia<br />

del manoscritto, con<strong>di</strong>zionando così la fase determinante della scoperta <strong>di</strong> Büchner.

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