IN QUESTO NUMERO - Fondazione Museo Storico del Trentino
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L’esperienza <strong>del</strong> cibo, e <strong>del</strong>lasua preparazione, non risparmiaalcun essere umano, diqualunque epoca, estrazionee cultura. Lapalissiano, certamente.Eppure molto spessoi ricettari e l’immaginario cheli accompagna rimandanonella maggior parte dei casi adinterni familiari, a massaie d’untempo e a moderne donne dicasa, a cuochi di fama, a cultoridi sapori antichi e a gastronomi amanti di complicateacrobazie <strong>del</strong> gusto, se non a cucchiai d’oroe d’argento, perfino a conventi e a suore, germaneo meno che siano. Ma non occorre essere né ungastronomo né una madre di famiglia per avere unricettario. Scritto o mandato a memoria che sia, pubblicoo segreto, ognuno di noi, anche il più scalcinatodegli umani, ha un proprio ricettario minimo.In quest’epoca di scapoli e donne nubili, separati edivorziati, che godono tutti <strong>del</strong>l’esotica denominazionedi single, e di cibi precotti sempre più diffusi– che siano quattro salti in pa<strong>del</strong>la o tre nel microonde– vogliamo riproporvi la cucina <strong>del</strong>lo scapolod’antan, quando il termine aveva ancora una valenzaa suo modo totalizzante, come il suo equivalentefemminile – seppur iniquo – zitella.Uno scapolo di mondo, certo, nonché d’eccezione:infatti tra le raccolte di ricette di golosi e cucinierid’ogni sorta spicca un’operina di pubblica utilitàcreata da due amici e sodaliche tra l’altro si dilettavano dicucina. Dal loro maschio interesseper la gastronomia nasceun ricettario decisamente fuoridall’ordinario, rivolto peraltroa un interlocutore altrettantooriginale, ovvero il celibe(nell’originale francese, célibataire).Categoria speciale especifica di cuoco e amante<strong>del</strong> gusto, solo miseramentepotremmo tradurne la valenzacon il moderno e malnato terminedi single (ma il francese,curiosamente o più laicamente,ha conservato ancor oggi il terminecélibataire senza variantidi sorta). I suoi desideri e lesue possibilità non sono unicamentedettate, orientate, limitatedalla necessità ed urgenzadi sfamare o dilettare coniugeo figliolanza o altro parentame,se non in rare occasioni. SoloIl cucchiaioegli può, se desidera, mangiarealla sua ora, digiunare e cucinarese e come crede. Volendopuò essere cuoco anticonvenzionalee anarchico, votato alsolo e puro piacere <strong>del</strong>la gola,al godimento di sé medesimoe, se desidera, dei suoi commensalie ospiti. Se mangiarein compagnia è certo un piacere,cucinare e consumare ilpasto da soli può far raggiungere le vette <strong>del</strong> piaceredi solitudini perfette ed incomparabili. Certo, valesolo per gli amanti <strong>del</strong> genere…Il nostro uomo, con il suo originale ricettario, è unoscapolo di mondo nella Parigi <strong>del</strong> tardo Ottocento.Aristocratico di nascita, borghese per scelta, segnatoper destino personale, Henri de Toulouse-Lautrec(1864-1901), meglio noto come monsieur Momonella cerchia degli amici, oltre che grande artista fuanche un amante <strong>del</strong>la buona cucina nonché cuocodilettante ma decisamente capace e originale. Ospitecapace di stupire i suoi invitati con i sapori e l’originalità<strong>del</strong>le pietanze di sua produzione, si dilettava dicucina e dedicava ai fornelli parte <strong>del</strong>le sue artisticheenergie. A testimonianza <strong>del</strong>la sua estrosa maestriarimane un ricettario, opera condotta a due mani, abeneficio di chi si voglia misurare sul campo conil menu <strong>del</strong>lo scapolo mondano <strong>del</strong>la Parigi di fineOttocento: Henri il cuoco e l’artista, il suo fido amicoMaurice l’ideatore <strong>del</strong>la pubblicazione<strong>del</strong>lo speciale ricettario.Perfetta fusione di arte e gastronomia,questo piccolo manuale<strong>del</strong> gusto corredato da bellissimeillustrazioni è uno dei frutti<strong>del</strong> profondo e duraturo rapportodi amicizia che legò i due.Vicinissimo a Toulouse-Lautrecsin dagli anni di scuola, MauriceJoyant (1864-1930) fu amatore econoscitore di cose d’arte, uomobrillante e ben inserito nell’ambientemondano; sostenitorefin dagli esordi <strong>del</strong>le prove artistiche<strong>del</strong>l’amico carissimo, nel1890 sostituì Theo Van Gogh,fratello <strong>del</strong> più celebre Vincent,nella galleria d’arte Boussod &Valdon. Curatore <strong>del</strong>l’eredità diToulouse-Lautrec, Joyant ne fuanche il primo biografo nonchéfondatore <strong>del</strong> monumentalemuseo intitolato all’artista ad<strong>del</strong>lo scapolo di mondole ricette di monsieur Momo,al secolo Henri de Toulouse-Lautrec, artista e viveurdi Maria Letizia Tonelli20