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IN QUESTO NUMERO - Fondazione Museo Storico del Trentino

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<strong>del</strong>le materie transoceaniche.I mercanti<strong>del</strong>l’Europa nordicasi stabilirono nei portiportoghesi per scambiarele loro lane e iloro pesci salati conzucchero, spezie eavorio. In tal modo lostoccafisso divenneil cibo nazionale deiPortoghesi. Ma versola fine <strong>del</strong> secolo XVIIl’Europa settentrionalecominciò a importaredirettamente le merciprima di allora ricevutedal Portogallo. Nelfrattempo i rapporticommerciali fra Inghilterrae Portogallo sierano intensificati e gliesportatori inglesi nonvolevano perdere quelmercato. Quindi andaronoin cerca di altremerci di scambio epensarono al vino. Gliinglesi accordavanoai vini portoghesi unariduzione doganale incambio <strong>del</strong>la quale i Portoghesi permettevano l’importazione<strong>del</strong>le pregiate stoffe inglesi.La bottiglia permetteva di trasportare il vino dalbarile al bicchiere. Piccola e spessa era una variante<strong>del</strong>la caraffa.In Inghilterra già sotto Elisabetta I il vino venivaimbottigliato e tappato con turaccioli di sughero.Poiché all’epoca non era stato ancora inventato ilcavatappi, il sughero veniva introdotto nella bottigliasolo parzialmente; rimanevava all’esterno un’estremitàlunga due centimetri, che poteva essere afferrataper estrarre l’intero tappo.Nel 1639 nacque a Sainte Ménéhoulde, in Francia,Pierre Pérignon. A 19 anni si ritirò nell’abbazia diHautvillers presso Epernay dove visse fino al 1715.Nel 1688 divenne cantiniere grazie anche a un palatosensibile e a un‘eccezionale memoria dei vini.Dom Pérignon fu il primo nella Champagne a procurarsituraccioli di sughero e grazie a questo espedientepotè imbottigliare in primavera il vino <strong>del</strong>leultime vendemmie in bottiglie tappate con sugherifortemente legati. L’Abbazia poté così vendere aprezzi elevati champagne spumeggiante.Nel 1743 Claude-Louis-Nicolas Möet fondò la Möetet Chandon e diecianni più tardi esportavain Inghilterra,Germania, Olanda,Austria e Russia.La Rivoluzione franceseLa Rivoluzione francesefu un periodo digrandi trasformazionianche per la culinaria.Dalle cucine aristocratichei cuochimigrarono nelle trattorie,che aumentaronoin queglianni rapidamente dinumero: se nel 1789a Parigi erano attornoal centinaio, nel 1804erano salite a 600.La trattoria franceseaveva caratteristicheequivalentialla taverna inglese,mentre a un gradosuperiore si collocavanoi restaurants.Ragù con l’aglio, labrandade di merluzzo,ostriche, insalate di pollo, tartufi, acciughe,fagioli di Genova, alcune offerte che infiammavanoil gourmand, ovverossia il buongustaio, la nuovafigura <strong>del</strong> tempo.Impiegare un cuoco eccellente, ordinare la cantinacome una biblioteca, invitare ospiti accuratamenteselezionati a una mensa elegantemente imbanditaerano compiti non secondari nella buona societàfrancese; in questo contesto si inseriscono Grimodde la Reynière e Brillat-Savarin, gli autori dei piùimportanti libri letterari di cucina dei primi decenni<strong>del</strong> XIX secolo. Nasce una dottrina <strong>del</strong> gusto, cioè<strong>del</strong> senso che ci mette in relazione con le cose saporiteattraverso la sensazione che esse provocano.La gastronomia indaga anche l’effetto <strong>del</strong>le vivandesulla mente <strong>del</strong>l’uomo, sulla immaginazione, sullospirito, sul giudizio, sul coraggio e sulle percezioni.L’Ottocento: il secolo <strong>del</strong>l’alta borghesiaLa rispettabilità quale ideale sociale maturò negliultimi due decenni <strong>del</strong> secolo XVIII e raggiunse ilsuo apice tra il 1840 e il 1855, per poi spegnersi gradualmente.Il sostanzioso pasto <strong>del</strong>la sera divenneun vero evento sociale.8

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