Le statistiche ci dicono chenegli ultimi anni è aumentato ilnumero di italiani che sceglieun libro come regalo da metteresotto l’albero. È noto che nelperiodo natalizio le venditesalgono ma se a dicembre <strong>del</strong>loscorso anno si consultavano isiti con le classifiche dei libri piùvenduti, tutti segnalavano unanovità: il successo dei libri dicucina, i protagonisti <strong>del</strong>le topten natalizie. Questo dimostra che le pubblicazionidi carattere culinario non sono più semplici libridove scovare qualche ricetta, ma sono usciti da unsettore di nicchia e, specialmente in certi periodi,riescono a colonizzare il mercato. Nella settimana<strong>del</strong> 20 dicembre 2010, al primo posto <strong>del</strong>la classificadei libri più venduti c’era Benvenuti nella mia cucinadi Benedetta Parodi, al terzo Cotto e mangiato <strong>del</strong>lastessa autrice, mentre al quinto si trovava AntonellaClerici con Le ricette di casa Clerici.È curioso che pubblicazioni di questo tipo diventinobest sellers e tengano testa a “pezzi da novanta” comeUmberto Eco e Ken Follet. E infatti i commenti lasciatida chi naviga in rete non sono spesso molto benevoli.Questi libri vengono accusati di essere raccolte di“ricette nazionalpopolari fatte per vendere ma che nonsi possono certo definire capolavori letterari” e chepropongono una “rassicurante quanto stereotipataversione <strong>del</strong>la donna in cucina, grembiule-munita”.Quindi, come si spiega questo inaspettato successo?Secondo i dati <strong>del</strong>la classifica generale, è evidentel’influenza <strong>del</strong>la televisione e dei suoi personaggi sullescelte <strong>del</strong> grande pubblico. Secondo l’Istat, infatti,25 milioni e 300 mila in Italia sono ilettori abituali, anche se non con cifremolto alte: in media queste personeleggono almeno un libro l’anno,ovvero il 45,1% <strong>del</strong>la popolazione.La fascia d’età col più alto numero dilettori è quella scolare, fra gli 11 e i 17anni, mentre crescendo la tendenzaalla lettura diminuisce sempre di più.Senza dubbio, però, le donne risultanoessere lettrici più accanite, a dispettodi età e zona di residenza, rispettoagli uomini, mentre le percentuali dilettori si concentrano maggiormentenelle regioni <strong>del</strong> Nord Italia. E sealcuni fattori socio-economici restanoindicativi per capire chi e cosa compra,le scelte di lettura degli italiani sonooggi più che mai cambiate in rapportoalle nuove tecnologie: si pensi anchea come sono cambiate le strategieLe ricettedi comunicazione di grandi ediventanopiccoli, vecchi e nuovi editori perpromuovere scrittori e libri.best sellersVa detto anche che questitesti campioni di incassi nondi Paola Bertoldihanno, non solo almeno, unafunzione didattica: lo scopo nonè insegnare come preparare unpiatto ma intrattenere, raccontareuna storia, divertire. Ultimamentela tendenza dei libri di cucina èuscire dal tono <strong>del</strong> semplice ricettario e condire dosie preparazioni con aneddoti e riflessioni personali<strong>del</strong>l’autore. Forse è per questo che vanno a ruba inlibrerie e auto-grill, o forse è perché per muoversinella densa vita di tutti i giorni servono anche incucina dei trucchi salva tempo.Ma una cosa è certa: l’interesse per i libri a sfondoculinario non è in diminuzione ma è anzi ungenere che sta esplorando nuove possibilità econtaminazioni. Solo per fare due esempi, all’inizio<strong>del</strong>l’anno fra le novità editoriali in uscita c’era Volevoessere un grande chef di Loredana Limone, un’operaa metà fra il romanzo e il libro di ricette visto chead ogni capitolo corrisponde una ricetta alla qualeè connesso un piccolo frammento di storia, unracconto, una parte <strong>del</strong> romanzo generale. Tra lenovità di fine gennaio c’era anche il nuovo libro <strong>del</strong>cuoco e scrittore americano Anthony Bourdain, checon Al sangue mette in luce come negli anni moltecose nell’ambito <strong>del</strong>la gastronomia siano cambiate.Lo fa analizzando le cucine dei ristoranti e svelando ailettori cosa nasconde la porta dalla quale i camerierisfilano mentre portano le “prelibatezze” ai tavoli.38
Dalla confraternita <strong>del</strong> caciopecorino a quella <strong>del</strong> prezzemolo,dall’ordine dei cavalieri<strong>del</strong>la grappa all’arcisodalizio perla ricerca <strong>del</strong> culatello supremo:sono centinaia in tutta Italia leassociazioni create con specifichefinalità enogastronomiche.Spesso hanno nomi curiosi ocomici che ricordano la goliardiama il loro obiettivo è nobile eambizioso: difendere i prodottie le ricette dei nostri antenati, che caratterizzano lagastronomia di un paese o di una regione, con l’attenzionedi evitare la tanto odiata globalizzazione.È per questo che esiste addirittura un organismoeuropeo che le rappresenta, il Ceuco, il ConsiglioEuropeo <strong>del</strong>le Confraternite vinicole, gastronomichee dei prodotti agro alimentari.Iniziative di questo tipo non mancano in <strong>Trentino</strong>,terra che vanta numerosi prodotti tipici. La più notaè forse la Confraternita <strong>del</strong>la vite e <strong>del</strong> vino, la piùantica associazione bacchica d’Italia, fondata il 22aprile <strong>del</strong> 1958. Era da poco terminata la ricostruzionepostbellica ed il paese si stava muovendovelocemente per guadagnare posizioni e naturalmentenuove opportunità di lavoro e di sviluppo.Un gruppo di ex allievi <strong>del</strong>l’Istituto agrario di SanI custodi degliantichi saporile confraterniteenogastronomichedi Paola BertoldiMichele all’Adige l’anno primaaveva visitato in Francia le coltivazioniviticole <strong>del</strong> bordolese ed eraentrato in contatto con le associazionebacchiche. La Provinciastava intanto sensibilizzando icontadini per la sostituzione deivecchi ceppi vitati: c’era in quelperiodo molta confusione neivigneti, venivano allevate piantedi vario genere e molte di questeerano poco adatte a produrre vinidi qualità. Nello stesso tempo si pensava alla valorizzazionedei vini, così come alla loro promozione,ed ecco che su questo tema, oltre al rafforzamento<strong>del</strong>l’allora Comitato vitivinicolo, si è pensato allafondazione <strong>del</strong>la Confraternita <strong>del</strong>la vite e <strong>del</strong> vino.Da allora sono trascorsi cinquant’anni, nel corso deiquali la Confraternita, tra alti e bassi, è sempre prosperatapromuovendo incontri, dibattiti, assembleee naturalmente cercando di migliorare e di diffondere,sia tra i propri aderenti che nel pubblico, laconoscenza e la cultura <strong>del</strong> prodotto “vino”.Fondata in anni più recenti a Sporminore, è la Confraternita<strong>del</strong>la torta e <strong>del</strong> tortel de patate, nata nel1998 su iniziativa di un gruppo di amici che ha comemotto quello di far conoscere e divulgare la torta eil tortel de patate. Dai 15 componenti iniziali la Con-39