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numero 4 anno 2012 - CCIAA di Catanzaro - Camera di Commercio

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glioramento: “Non sono staterilevate variazioni <strong>di</strong> rilievo perquanto concerne le garanzie richiestedagli interme<strong>di</strong>ari a tuteladei cre<strong>di</strong>ti concessi: la quota<strong>di</strong> finanziamenti assistiti da garanziereali ha oscillato nel 2011in me<strong>di</strong>a fra il 32 per cento delleimprese a basso rischio e il 45per cento <strong>di</strong> quelle più rischiose.”(27-28).La lettura dei dati induce a ritenere<strong>di</strong> particolare rilievo il <strong>di</strong>battitoriguardante il ruolo e losviluppo dei Confi<strong>di</strong> in Regione,che potrebbero rappresentare,ove adeguatamente organizzati,concrete opportunità per leimprese presenti nel territorio.Questa situazione <strong>di</strong> pericolosastagnazione del sistema impren<strong>di</strong>torialeregionale riverberaconseguenze, <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>retto e<strong>di</strong>n<strong>di</strong>retto, sul mercato del lavoro,afflitto, fra l’altro, dalle anomaliederivanti dal sommerso eda altri fenomeni <strong>di</strong>storsivi: “Secondol’indagine della Banca d’Italiasu un campione <strong>di</strong> impreseindustriali e dei servizi con almeno20 addetti, rispetto al 2010 è<strong>di</strong>minuita la quota <strong>di</strong> imprese cheh<strong>anno</strong> in<strong>di</strong>cato un calo dell’occupazione(45 per cento), mentre èlievemente aumentata la quota <strong>di</strong>quelle che h<strong>anno</strong> segnalato un aumento(28 per cento). La tendenzaper il <strong>2012</strong> resta tuttavia negativa:il 40 per cento delle impreseprevede <strong>di</strong> ridurre l’occupazione esolo il 18 per cento <strong>di</strong> accrescerla.”(p. 17).La seconda criticità del sistemasocioeconomico regionaleè, pertanto, in<strong>di</strong>viduabile neitassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione giovanileche permangono su livellimolto alti, in un confrontocon le altre regioni italiane, eche, alla luce della generalizzatasituazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà derivantedagli effetti della crisi“reale”, rischiano <strong>di</strong> peggiorarenotevolmente, a causa delleprospettive <strong>di</strong> riduzione delleopportunità lavorative sia inRegione sia nel resto dell’Italia.Questo aspetto appare particolarmentepreoccupante soprattuttoalla luce delle risultanzedelle indagini volte a rilevarei percorsi <strong>di</strong> occupazione deigiovani laureati e <strong>di</strong>plomaticalabresi (e quin<strong>di</strong> della qualitàdella vita dei nostri giovani): “Illivello <strong>di</strong> istruzione tra i giovaniin Calabria è superiore allame<strong>di</strong>a nazionale e a quello delleregioni meri<strong>di</strong>onali: i <strong>di</strong>plomatisono il 72,4 per cento dei giovaninella classe <strong>di</strong> età 20-24 (69,7per cento in Italia), mentre i laureatinella classe 25-34 sono il20,2 per cento (19,6 in Italia).La loro con<strong>di</strong>zione occupazionaleè tuttavia peggiore rispetto alresto d’Italia. I tassi <strong>di</strong> occupazionesono significativamente inferioria quelli me<strong>di</strong> italiani siatra i laureati, sia tra i <strong>di</strong>plomati.Considerando le <strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong>laurea, la <strong>di</strong>fferenza con la me<strong>di</strong>anazionale è massima nellaclasse <strong>di</strong> ingegneria e architettura(oltre 30 punti percentuali).La con<strong>di</strong>zione occupazionaledei laureati è tuttavia migliore<strong>di</strong> quella dei <strong>di</strong>plomati, che inCalabria h<strong>anno</strong> il più basso tasso<strong>di</strong> occupazione tra le regioniitaliane (18,3 per cento), quasila metà della me<strong>di</strong>a nazionale.”(p.19 ).Infine, l’ultimo aspetto (manon per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza)riguarda i risultati collegatiall’internazionalizzazione delleimprese calabresi.In merito, il Rapporto segnalache: “nel 2011 le esportazioni<strong>di</strong> merci della regione sonoaumentate a prezzi correnti del3,0 per cento, in rallentamentorispetto al 2010 (5,1 per cento).La ripresa delle esportazionisi conferma modesta rispetto aquanto osservato nel Mezzogiorno(10,3 per cento) e in Italia(11,4 per cento), per effetto <strong>di</strong>un forte calo delle esportazioniverso l’Unione Europea (-25,0per cento), dove si sono <strong>di</strong>rettinell’ultimo decennio circa i dueterzi delle esportazioni regionali.Il risultato particolarmentenegativo risente del calo <strong>di</strong> oltreil 50 per cento delle esportazioniverso i paesi in cui è in atto unacrisi del debito (Spagna, Grecia,Portogallo) e che raccolgono circaun terzo delle esportazioni versoi paesi dell’UE. Le esportazioniverso i paesi extra UE sono invececresciute del 37,6 per cento; inparticolare, quelle verso i paesiBRIC (Brasile, Russia, In<strong>di</strong>a eCina), che rappresentano le aree6 - OC

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