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Scarica le pagine del venticinquesimo numero - Comosmagiclake.com

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Nella pagina precedente, Camera di Napo<strong>le</strong>one;in questa pagina, Sala <strong>del</strong>lo ZodiacoIn the previous page, the Napo<strong>le</strong>on Room;on this page, the Zodiac Roomdi Gian Enrico Ghilottifoto Archivio Palazzo Vertemate FranchiQuello che stupisce è trovarlo lì. Un palazzo cinquecentesco con tanto di giardino all’italiana,aristocraticamente appartato in mezzo ai castagneti. Siamo a Prosto di Piuro, al<strong>le</strong> porte diChiavenna. Sulla strada che attraverso la Val Bregaglia, dall’Italia porta alla Svizzera, al passo<strong>del</strong> Maloja e all’altopiano <strong>del</strong>la Engadina dai colori segantiniani. Ma quel che più affascina diPalazzo Vertemate Franchi è il contrasto. Anzi i contrasti. Molti e tutti con un unico esito, lameraviglia. Uno stupore da sindrome di Stendhal, che ac<strong>com</strong>pagna l’incontro con questa dimorarinascimenta<strong>le</strong> di campagna, dall’esterno all’interno. Da quella severità dei luoghi, ripresadall’essenzialità <strong>del</strong><strong>le</strong> sue forme architettoniche, al trionfo mitologico dei colori dei suoi saloniaffrescati, coccolati dal <strong>le</strong>gno di soffitti e boiserie. Lasciata a destra la strada <strong>del</strong>la Bregaglia esa<strong>le</strong>ndo dalla via di accesso, varcato il cancello in ferro, l’incontro con il Palazzo si svela piano,piano. Quasi a nascondersi, con teatralità dietro molte quinte che ne arricchiscono la messa inscena. Muri, sca<strong>le</strong>, portali, una chiesa, rustici destinati alla servitù, orti, frutteti e, sullo sfondoancora castagni. Un e<strong>le</strong>mento decorativo che ritroviamo spesso all’interno <strong>del</strong> Palazzo, ancheperché figlio <strong>del</strong>l’utilità. Ma andiamo con ordine. Finalmente si entra. Il cinquecentesco portonebugnato è <strong>com</strong>e una sorta di “Armageddon”, una soglia tra presente e passato. Lo oltrepassatee la mitologia inizia ad avvolgervi. Erco<strong>le</strong> e Nettuno sulla sinistra, Saturno e Vulcano sulladestra. I confini <strong>del</strong> tempo si sciolgono tra affreschi che giocano a rubare la tridimensionalità<strong>del</strong><strong>le</strong> boiserie e degli intarsi lignei e immagini esoteriche neoplatoniche. Un esercizio metamorficoche ha un suo maestro indiscusso: Ovidio. Se mesi, stagioni e segni zodiacali stannofrequentemente nella ricerca estetica di molte dimore cinquecentesche, la scelta dei due fratelliGuglielmo e Luigi Vertemate e dei loro pittori di intingere il pennello nel<strong>le</strong> Metamorfosi <strong>del</strong>grande Ovidio è sicuramente un’unicità che alimenta la meraviglia <strong>del</strong>la visita e dà fiato a queldialogo di contrasti al qua<strong>le</strong> il Palazzo, metamorficamente abitua il suo visitatore. Lo stupore visegue tra <strong>le</strong> tante stanze affrescate. Il grande Salone di Giove e Mercurio, quello <strong>del</strong>lo Zodiaco,la sala di Giunone, ovattata nel caldo degli intarsi e <strong>del</strong>la boiserie dove è incisa la data <strong>del</strong> 1577e la gal<strong>le</strong>ria con i ritratti dei <strong>com</strong>ponenti <strong>del</strong> casato di questa grande famiglia di aristocratici212

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