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UMBERTO BIANCHICiao BU!Un saluto che avrei voluto fosse pubblicato tra 40 anni.E’ un momento triste fra difficoltà economiche e tensioni sociali di ogni genere. Un momento in cui c’è bisogno di persone per bene che, nellaloro umiltà, trovino la loro conferma, di persone che, attraverso l'esempio, stimolino gli altri a fare meglio per il bene <strong>com</strong>une e per la tutela deipiù deboli, di persone che credano ancora che il lavoro, i diritti, il progresso e la solidarietà siano valori per cui valga la pena di impegnarsi.Nonostante il bisogno che abbiamo di loro in questa città, ancora una volta, il destino ci mette di fronte ad una di quel<strong>le</strong> prove che fanno vacillare<strong>le</strong> nostre speranze, portandoci via <strong>le</strong> emozioni e gli uomini migliori.Nonostante Umberto Bianchi, “BU” per gli amici, ci abbia lasciato aprendo un vuoto che per chi lo ha conosciuto sembra incolmabi<strong>le</strong>, cercherò discrivere alcune righe anche se il tempo non cancel<strong>le</strong>rà dalla memoria il ricordo <strong>del</strong> suo volto sorridente. Il volto di un amico genti<strong>le</strong>, equilibrato,cordia<strong>le</strong>, aperto, sincero, un amico sempre disponibi<strong>le</strong> verso chi lo conosceva bene, una persona amica per chi ne aveva bisogno. Vi racconteròqualcosa di “BU”.Innanzitutto un uomo libero. Non ha mai sopportato imbrigliamenti di qualsiasi genere, è sempre stata una persona semplice, non l'ho mai sentitoalzare la voce con qualcuno, anzi in alcuni casi l'ho visto intervenire per superare malumori o sedare accese discussioni. Lo ricordo nel<strong>le</strong> sueabitudini quotidiane: <strong>com</strong>e buon padre, mentre era al lavoro nel suo ufficio di Olgiate oppure all’immancabi<strong>le</strong> appuntamento con gli amici perl’aperitivo al Bar Argentino. Tutte <strong>le</strong> sere poi il suo dovere solida<strong>le</strong> lo portava alla piccola Casa Ozanam dove umilmente serviva la cena ai <strong>numero</strong>siospiti, regalando loro una presenza uti<strong>le</strong> e rassicurante. Il suo altruismo, la sua generosità, la sua discrezione, ma anche la sua caparbietà sono<strong>le</strong> qualità che lo hanno reso stimato da molti perché lui non era proprio capace di salutare frettolosamente qualcuno, per lui tutti meritavanoattenzione e si dispiaceva quando non riusciva a scambiare due chiacchiere con chi lo conosceva o gli chiedeva aiuto. Persone <strong>com</strong>e lui sono rareda trovare, era un amico ecceziona<strong>le</strong>, buono e onesto. La nostra storia di amicizia è lunga ben 40 anni e una cosa gli rimprovero, quella di avercitenuto nascosto il suo ma<strong>le</strong> fino a quando ha deciso di lasciarci. Forse, però mi sto sbagliando, l’ha fatto perché non vo<strong>le</strong>va vederci tristi.Ciao “BUon” amico di tutti, ci manchi già.Danie<strong>le</strong> B.218

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