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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Riti e simboli <strong>della</strong> guerra partigiana nel Piemonte nord-orientaleIvana <strong>Del</strong>l’Olmo: No, non si poteva portare. Oh la roba rossa… non so neanche comeha fatto mio fratello ad avere addosso una maglia rossa. E non <strong>di</strong>co neanche chi è quelloche gliel’ha fatta togliere, perché quello lì è <strong>di</strong> Villa e c’è ancora, adesso non sembraneanche più fascista, però in quel momento… Gli ha detto: «Tirati giù quella roba»e l’ha mandato a casa a cambiarsi; mio fratello era ancora un bambino, lui è nato nel’30, figurati un po’ cosa ne sapeva lui 59 .Nei paesi, più che nelle città, compiere atti del genere significò esseremessi all’in<strong>di</strong>ce, rischiare emarginazione sociale, <strong>di</strong>venire l’esempio negativoda ad<strong>di</strong>tare all’opinione pubblica e da cui rifuggire. Le comunità localinel perpetuare i propri co<strong>di</strong>ci comportamentali spesso dovettero tenerconto delle norme dettate dal nuovo regime, rispettando i dettami e compiacendole gerarchie del potere. Vi furono però paesi e paesi: in quelli ovesi era ra<strong>di</strong>cato il verbo socialista si osò forse con maggiore decisione, si visserominori <strong>di</strong>scriminazioni anche se si pagò il proprio fio. Quando la punizionenon giunse dai paesani, ci pensarono quelli del borgo vicino. Fatti<strong>di</strong> campanile si innestarono in quelli politici e viceversa.C’era una politica <strong>di</strong>versa... generazioni... Qui [a Piana del Monti] erano già piuttostorossi che neri. Al circolo venivano a comandare loro [i fascisti <strong>di</strong> Boleto] e quelli chenon avevano la tessera... Poi il Costantini Michele, era del ’15 adesso è morto, una voltaha cantato Ban<strong>di</strong>era rossa nel circolo e loro sono venuti su. Era il primo anno che andavoa scuola e li ho visti tutti in <strong>di</strong>visa, era il ’37 circa. Sono venuti dentro nella scuolae gli han dato una sberla. Lui aveva su la cravatta rossa, l’han preso, gli han messola testa sulla stufa, han levato il coperchio e gli hanno bruciato la cravatta. C’era […],il podestà <strong>di</strong> […] e tutta la sua ghenga <strong>di</strong> fascisti, quello <strong>di</strong> Boleto che chiamavano ilmangiagaliñi… Sono venuti in pieno giorno e hanno mandato a chiamare tutti quelliche avevano cantato, erano cinque o sei 60 .Inevitabilmente, quin<strong>di</strong>, che durante la resistenza il rosso assurga a peculiaree potente segno <strong>di</strong> riscatto morale e politico. In questo periodo, afianco delle trage<strong>di</strong>e che la guerra civile trascina con sé, riprendono vigorele sfide e le beffe <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci, quin<strong>di</strong>ci anni prima. La cultura popolare riesumail valore del comico: la derisione e lo sfottò dell’avversario tornano a esserestrumenti <strong>di</strong> lotta e sventolano nuovamente le temibili ban<strong>di</strong>ere rosse.Sergio Campana: La prima ban<strong>di</strong>era rossa messa a Gozzano, e parlo del tempo <strong>di</strong> guerra,l’ho messa io e due altri gozzanesi. Era il mese <strong>di</strong> ottobre o novembre del ‘44 quandoerano tornati i tedeschi e c’era il coprifuoco... Io venivo già da una famiglia <strong>di</strong> sinistra,dove tu capivi anche se non ti spiegavano chiaramente come la pensavano, e a se-165

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