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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Il <strong>di</strong>ario partigiano <strong>di</strong> Nino Chiovinile nostre scarpe sulla ghiaia.Marco fa violentemente segno <strong>di</strong> abbassarci. Ci accucciamo ognunodove ci ha sorpreso il segno <strong>di</strong> Marco. Sentiamo armare un mitra, ma nonve<strong>di</strong>amo dove. Forse in mezzo alle piante davanti a noi.Un colpo, una raffica e poi silenzio. C’è la sentinella allora. E ha sparatoanche. Noi avremmo giurato che non c’era.Sono <strong>di</strong>steso sul terreno, piantato su un gomito e il palmo <strong>della</strong> manomi sostiene la testa. Mi guardo attorno: Sascia e Carluccio sono <strong>di</strong>etro <strong>di</strong>me che occhieggiano dal tronco <strong>di</strong> un albero. Tucci, è in mezzo al giar<strong>di</strong>no<strong>di</strong>etro a esili frasche <strong>di</strong> piselli. Ai miei lati ho i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Marco e <strong>di</strong> Nemo.Più in là, nell’ombra <strong>di</strong> un cespuglio, indovino Wla<strong>di</strong>mir.Riattaccano a sparare: ora non si capisce più niente. Si vedono fiammellevibranti alle finestre e si odono raffiche lunghe, una sopra all’altra.Anche una mitraglia si sente, ma si <strong>di</strong>stingue appena tra il crepitare <strong>di</strong> quelplotone <strong>di</strong> mitra. Da <strong>di</strong>eci metri sparano e aspetto da un attimo all’altro,attendo il pugno caldo <strong>di</strong> una pallottola.Marco si volta e vede che sto guardando avanti, imbambolato. Si arrabbia:«Giù quella testa, patacca». Metto la guancia contro terra aspettandosempre il colpo addosso. Come mai non è ancora arrivato?Durante una pausa Nemo si volta e mi chiede, sorridendo tranquillamente:«Che facciamo?» «Usciamo» rispondo. «Da che parte?» «Lì, dall’angolo».Giungiamo d’un balzo al muro: sono con Nemo e Wla<strong>di</strong>mir; gli altristanno salendo dalla parte <strong>della</strong> scala. I due mi spingono su per il muro,poi afferro Nemo per le braccia e lo tiro su. Ora c’è Wla<strong>di</strong>mir: è pesante.Gli altri ricominciano a sparare e io non riesco ad issarlo. Wla<strong>di</strong>mir, convoce concitata mi sussurra: «Fare presto, fare presto». Tra un momento ricadremotutti e due nel giar<strong>di</strong>no e le pallottole schioccano contro il muro.Finalmente dall’altra parte gettano la scala: Wla<strong>di</strong>mir vi appoggia il piedecon precipitazione e d’un colpo è in cima.Saltiamo giù, traversiamo la strada e dall’angolo cominciamo a rafficare:siamo arrabbiatissimi benché per stranissimo caso nessuno <strong>di</strong> noi siastato colpito da quelle raffiche.Per finire, tutti i nostri mitra si inceppano: furibon<strong>di</strong> imprechiamo sordamente.Ma le nostre rade raffiche sono bastate a far tacere gli altri.Ripassiamo il ponte con andatura triste. Wla<strong>di</strong>mir mi <strong>di</strong>ce: «Io crederetutti morire, la dentro» «Anch’io, Wla<strong>di</strong>mir».[32] Il sole è già alto sopra le montagne <strong>di</strong> Laveno, quando arriviamo69

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