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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Davide Venturatendo sempre in primo piano l’obiettivo finale e l’organizzazione sul terreno<strong>di</strong> battaglia. Musolesi era convinto che il fascismo avesse conquistatoil potere proprio grazie alle <strong>di</strong>visioni presenti nella compagine antifascistae non voleva che l’indottrinamento politico da parte dei commissari <strong>di</strong>videssei suoi uomini o li <strong>di</strong>stogliesse da quello che per lui era lo scopo principale,la lotta contro i nazifascisti. Inoltre la valutazione erronea da partedel CLN riguardo la possibilità <strong>di</strong> dare vita alla lotta partigiana nelle montagneche abbiamo già sottolineato (il CLN ebbe i primi contatti operativicon la brigata solo in primavera) e la decisione <strong>di</strong> non rafforzare le formazioniche già vi operano, aveva scre<strong>di</strong>tato questo organo agli occhi delcomandante, che lo riteneva capace <strong>di</strong> operare solo in situazioni libere daqualsiasi tipo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>menti iniziali. Questa posizione antagonistica cederàsolamente davanti a scelte pragmatiche dettate dalla mancanza <strong>di</strong> munizionie <strong>di</strong> armi, situazione che pesava sul progressivo aumento numericodegli effettivi <strong>della</strong> brigata.Tornando per un attimo al nostro percorso metodologico, possiamocomunque affermare che i CLN sono stati in molti casi uno dei luoghi <strong>della</strong>politica partigiana, specialmente per la lotta che si svolgeva al <strong>di</strong> fuoridelle città, con funzione informativa e <strong>di</strong> raccordo tra le varie unità. Altriluoghi sono stati i rifugi, le reti <strong>di</strong> appoggio fornite dalla popolazione,il Partito d’Azione, che più <strong>di</strong> ogni altro incarnava lo spirito <strong>della</strong> politicapartigiana, i giornali clandestini, le «repubbliche» partigiane sorte nelle zoneliberate, i comitati nelle fabbriche.Non entreremo nel merito dell’azione, o se si vuole, del fare, partigiano:il materiale <strong>di</strong>sponibile su questo argomento è vastissimo 30 e una <strong>di</strong>saminadegli eventi <strong>della</strong> guerra <strong>di</strong> liberazione o delle azioni <strong>della</strong> brigata «StellaRossa» non rientra nei compiti <strong>di</strong> questa breve <strong>di</strong>ssertazione.Vorremmo invece soffermarci a riflettere sul valore che quella straor<strong>di</strong>nariaesperienza ha avuto ed ha tuttora per il nostro paese, senza cadere infacili retoriche e a <strong>di</strong>stanza dal mito che ragioni ideologiche hanno tenutoin vita per lungo tempo. Ci teniamo a sottolineare che non è nelle nostreintenzioni relegare i fatti <strong>della</strong> sequenza 1943-1945 al rango <strong>di</strong> mito, comese non fossero accaduti o, peggio, fossero stati inventati da qualcuno.Riteniamo, invece, che è proprio «scrostando« le categorie totalizzanti cheil mito costruito attorno alla Resistenza porta con sé 31 che si possano faremergere le ra<strong>di</strong>ci più profonde e vitali <strong>di</strong> quel periodo storico.Lo storico Gianni Perona, esaminando numerosi documenti relativi214

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