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Posso tenderti una mano

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iridi degli allievi, sia per fare “esperienza”, sia - al di là di ogni mio interesse immediato - per<br />

aiutare i miei allievi a preservare la salute. Nell’occhio sinistro di Mariangela, <strong>una</strong> mia allieva,<br />

avevo scoperto il famoso segno del “pesce”, esattamente come lo descrive Costacurta. Pareva il<br />

disegno del libro, stampato nell’occhio della ragazza. Al di là di qualsiasi equivoco, era il segno del<br />

tumore al polmone.<br />

Poco tempo prima, era morto un mio carissimo amico di tumore ai polmoni. Era un grande e<br />

accanito fumatore che, per scrupolo, si faceva controllare ogni sei mesi con radiografie al torace.<br />

Per quanto possa sembrare impossibile, queste non consentivano di evidenziare alcun male. Quattro<br />

mesi dopo le ultime radiografie, ancora “pulite”, il mio amico A.B era morto. Io, pur essendo alle<br />

prime armi, lo vedevo quasi ogni giorno e notavo con estrema facilità, le macchie evidenti<br />

nell’iride, nella zona topografica dei polmoni. Questo mi induceva a raccomandargli di smettere di<br />

fumare e di fare iperventilazione polmonare in ambienti sani (in montagna o in campagna).<br />

Lui rimandava queste terapie a “quando si sarebbe sentito male”. Non avvertiva alc<strong>una</strong><br />

sofferenza, o non voleva ammetterlo.<br />

L’episodio doloroso occorso al mio amico mi frenava dal dire la verità alla mia allieva. Così, un po’<br />

per incoscienza, un po’(tanto!) con la speranza nell’aiuto del buon DIO, mi feci carico di guarirla<br />

con l’aiuto dell’iridologia e della medicina naturale.<br />

Poco per volta la convinsi a smettere di fumare, a fare frizioni fredde, a fare bagni freddi e frequenti<br />

ai genitali, a cambiare alimentazione, a iperventilare i polmoni secondo la tecnica del pranayama<br />

yogico e della meditazione.<br />

Ad ogni lezione, coglievo il pretesto di guardare negli occhi tutti gli allievi, per osservare la sua<br />

macchia dell’occhio sinistro. E provavo il patema di sostituirmi al medico curante, anzi addirittura<br />

allo specialista pneumologo. Ero in ansia, mi tremavano le vene ai polsi e mi veniva da piangere.<br />

Le raccomandazioni che le facevo erano sempre più pressanti e, involontariamente, mi veniva un<br />

tono “autoritario”..<br />

Dopo qualche mese, il terribile segno del “pesce” cominciava a scomporsi, le linee si<br />

interrompevano, il colore nero si attenuava e si modificava, uniformandosi al colore della intera<br />

iride. Dopo quattro mesi non si coglieva più alcun segno del tumore.<br />

Oltre all’aiuto di Costacurta (con i suoi consigli), l’esito del caso sarà da attribuire alla forza della<br />

mia preghiera e al mio pensiero estremamente positivo ma, soprattutto, all’aiuto di Chi mai ci<br />

abbandona.<br />

Oggi Mariangela non ha più sofferenza alc<strong>una</strong> alle vie respiratorie, e sono passati più di venti anni!<br />

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