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Posso tenderti una mano

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e, nel far questo, “scioglie da ogni cellula e da ogni fibra tutte le impurità fisiche, chimiche e<br />

microorganiche”.<br />

Questa è soltanto <strong>una</strong> parte della pulizia che può essere estesa a impurità non visibili nemmeno con<br />

le più sofisticate attrezzature scientifiche. Sono le impurità mentali (brutti ricordi, pensieri negativi,<br />

sensi di colpa, paure ingiustificate); impurità morali (odio, gelosia, invidia arroganza, superbia) ;<br />

cattive abitudini (golosità, indolenza).<br />

Sino a quando tratteniamo l’aria, prosegue l’azione purificatrice dell’acqua. Appena svuotiamo i<br />

polmoni, l’acqua, carica delle immondizie interne, esce da tutti i pori del corpo, e penetra nella<br />

sabbia, sotto di noi.<br />

Con l’ immaginazione, notiamo che l’acqua esce sporca ed emana cattivo odore; e il ripetersi delle<br />

ondate, <strong>una</strong> dopo l’altra, fa si che lo “sporco” diminuisca, fino a scomparire.<br />

Ora, l’onda ci porta dell’acqua che penetra, allaga il corpo e ne esce perfettamente pulita..<br />

Questa è la prima fase della meditazione, detta di autopurificazione, cui segue la fase di<br />

autoricarica.<br />

Avendo depurato il corpo dalle “ negatività”, ci togliamo dalla battigia e ci portiamo verso l’interno,<br />

dove la sabbia è caldissima. Per tutti è scottante e costringe a mettere le scarpette da spiaggia, ma<br />

per chi è rimasto tanto tempo al freddo delle ondate, il calore della sabbia è assolutamente<br />

piacevole.<br />

Questa è la fase in cui “assorbiamo” oltre al calore della sabbia e del sole, anche l’energia tellurica<br />

emanata dalla Terra, quella che proviene dalla gamma di raggi del sole e quella cosmica.<br />

Gradualmente il nostro corpo riacquista il normale calore - sia all’interno, sia in superficie - così da<br />

raggiungere un completo “equilibrio energetico”.<br />

Si tratta di un fenomeno naturale che tutti sperimentiamo, per esempio dopo <strong>una</strong> lunga nuotata, o<br />

dopo un lungo tempo passato in acqua: sdraiati al sole, ci asciughiamo e ci riscaldiamo<br />

completamente. Poi cominciamo a sudare, poiché abbiamo superato i “limiti di equilibrio<br />

energetico”. Il sudore è un segno di rifiuto dell’ulteriore energia, che arriva sotto forma di calore.<br />

Anche in meditazione si sperimenta uno stato analogo, il che ci deve portare all’offerta dell’eccesso<br />

di energia a chi soffre per malattia o per indigenza, a chi è privo della libertà, a chi non ha da<br />

mangiare e/o da bere, a chi vive derelitto, ai bambini che nascono ammalati e senza speranza di<br />

sopravvivere.<br />

E’ questa la fase più importante, la fase del dono.<br />

L’acqua del mare ci ha “puliti”e il calore della sabbia e del sole ci hanno “ricaricati”, così ora<br />

possiamo donare l’energia “in eccesso” al nostro prossimo. Non diamo la nostra “energia vitale”<br />

(indispensabile per sopravvivere), ma quella in più che continuamente ci viene dal “creato” e che,<br />

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