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Rassegna di giurisprudenza in materia di anatocismo bancario

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Tidona Giuri<strong>di</strong>ca<br />

Il più completo sistema <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione legale bancaria e f<strong>in</strong>anziaria<br />

devono computare tutte le remunerazioni <strong>di</strong> cui all'art. 2 comma 1 l. n. 108 del 1996<br />

collegate all'erogazione del cre<strong>di</strong>to e che siano state "pattuite" nel contratto,<br />

ancorché <strong>in</strong> forma <strong>in</strong>valida sotto altro titolo, e prima <strong>di</strong> effettuare sul rapporto ogni<br />

altra depurazione dei costi derivante da altre eventuali forme <strong>di</strong> <strong>in</strong>vali<strong>di</strong>tà negoziali<br />

(nella specie, dall'<strong>anatocismo</strong> trimestrale passivo pattuito <strong>in</strong> violazione dell'art.<br />

1283 c.c.), mentre dal medesimo computo vanno esclusi gli addebiti<br />

unilateralmente eseguiti dalla Banca al <strong>di</strong> fuori dei patti contrattuali (nella specie, le<br />

variazioni sfavorevoli dei tassi <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse passivo operate dalla banca pur <strong>in</strong><br />

mancanza, nel contratto, <strong>di</strong> una pattuizione <strong>di</strong> "ius varian<strong>di</strong>") e che - come tali -<br />

costituiscono l'oggetto <strong>di</strong> una unilaterale pretesa della banca , <strong>in</strong>debita ex art. 2033<br />

c.c., e non anche <strong>di</strong> una convenzione potenzialmente usuraria da esam<strong>in</strong>are ex l.<br />

n. 108 del 1996.<br />

Cassazione Civile, sez. I, sent. n. 20449 21-11-2005<br />

Ist. Sanpaolo<br />

In <strong>materia</strong> <strong>di</strong> mutuo fon<strong>di</strong>ario <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ato, "ratione temporis", dal d.P.R. 7 del 1976,<br />

la notificazione da parte della banca <strong>di</strong> atto <strong>di</strong> precetto al mutuatario <strong>in</strong>adempiente<br />

per il pagamento del cre<strong>di</strong>to vantato, anche residuo, comporta la risoluzione del<br />

contratto, <strong>in</strong> quanto con questo atto la banca manifesta la propria volontà <strong>di</strong><br />

avvalersi della clausola risolutiva espressa prevista dell'art. 15 d.P.R. cit., dovendo<br />

essere così qualificata quella testualmente <strong>in</strong><strong>di</strong>cata dalla norma come con<strong>di</strong>zione<br />

risolutiva, essendo compatibile la risoluzione sia con la previsione, ex art. 41 r.d.<br />

646/1905, della maturazione <strong>di</strong> rate <strong>di</strong> mutuo dopo l'immissione della banca nel<br />

possesso dell'immobile, poiché questa si configura come rime<strong>di</strong>o a sè, <strong>di</strong>st<strong>in</strong>to<br />

dalla esecuzione forzata ed alla medesima non necessariamente connesso, sia<br />

con la facoltà dell'aggiu<strong>di</strong>catario dell'immobile esitato <strong>di</strong> approfittare del mutuo (art.<br />

61 e 62 r.d. cit.), che riprist<strong>in</strong>a il contratto già sciolto; peraltro, la risoluzione<br />

neppure compromette l'equilibrio economico tra provvista me<strong>di</strong>ante l'emissione <strong>di</strong><br />

obbligazioni dei mezzi necessari all'erogazione del cre<strong>di</strong>to e concessione del<br />

mutuo, poiché sul capitale residuo cont<strong>in</strong>uano a maturare gli <strong>in</strong>teressi al tasso<br />

convenzionale, <strong>in</strong> quanto il contratto <strong>di</strong> mutuo costituisce un contratto <strong>di</strong> durata e,<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, la risoluzione opera per il futuro, determ<strong>in</strong>ando l'anticipata scadenza<br />

dell'obbligazione <strong>di</strong> rimborso del capitale, ferma l'applicabilità, nel caso <strong>di</strong> ritardo<br />

nel pagamento, degli <strong>in</strong>teressi <strong>di</strong> mora al tasso convenuto ex art. 1224 c.c.,<br />

restando <strong>in</strong>vece escluso il riconoscimento dei medesimi <strong>in</strong>teressi sulle rate a<br />

scadere che comprendono, oltre alla quota capitale anche gli <strong>in</strong>teressi corrispettivi,<br />

<strong>in</strong> virtù dell'<strong>anatocismo</strong> legale previsto dall'art. 14 d.P.R. n. 7 del 1976.<br />

Cassazione Civile, sez. I, sent. n. 21080 28-10-2005<br />

Graniti centro sud Srl c. Cassa <strong>di</strong> Risparmio della Prov<strong>in</strong>cia dell'Aquila Spa<br />

Nel giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> opposizione al decreto <strong>in</strong>giuntivo ottenuto da una banca nei<br />

confronti <strong>di</strong> un correntista, la nullità delle clausole che prevedono un tasso<br />

d'<strong>in</strong>teresse usurario e la capitalizzazione trimestrale degli <strong>in</strong>teressi a debito, <strong>in</strong><br />

quanto correlata alla violazione <strong>di</strong> norme imperative, può essere rilevata <strong>in</strong> ogni<br />

stato e grado del giu<strong>di</strong>zio, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> anche <strong>in</strong> appello, senza che ciò si traduca <strong>in</strong><br />

una violazione dei pr<strong>in</strong>cipi della domanda e del contrad<strong>di</strong>ttorio, i quali escludono<br />

Web: www.tidonagiuri<strong>di</strong>ca.it - E-mail: <strong>in</strong>fo@tidonagiuri<strong>di</strong>ca.it<br />

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