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Tecnologie alimentari 4 maggio 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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sicurezza<br />

Riso, mais,<br />

grano saraceno,<br />

quinoa<br />

(nella foto Yoga<br />

Journal)<br />

e miglio sono<br />

privi di glutine<br />

già ricordato all’inizio, per loro il ricorso<br />

a prodotti senza glutine è indispensabile.<br />

Quando l’offerta non è<br />

così distinta si può pensare tuttavia<br />

che anche chi non è celiaco, faccia<br />

ricorso a prodotti indicati con l’avvertenza<br />

senza glutine, sovente espressa<br />

in lingua inglese con la sigla “glutenfree”.<br />

I prodotti che si qualificano<br />

“senza glutine” sono numerosi, anche<br />

su varie tipologie di prodotti: persino<br />

i formaggi fusi svizzeri, come i<br />

noti spicchi Tigre, portano sulla confezione<br />

l’avvertenza “senza glutine”.<br />

Qualcuno potrebbe persino pensare<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2017</strong><br />

per essere tale, in Italia, non consentiva<br />

aggiunta al prodotto di alcuna sostanza<br />

estranea, non si è fatto ricorso<br />

all’uso diretto dell’enzima, ma si è<br />

studiato un metodo di contatto<br />

dell’enzima con il latte mediante un<br />

supporto, costituito da una speciale<br />

fibra porosa capace di trattenere l’enzima.<br />

L’idea iniziale era di chiamare il<br />

prodotto con le iniziali dei termini inglesi<br />

Higt Digestibility cioè HD, ma le<br />

indagini svelarono che la sigla era già<br />

utilizzata da altri e pertanto si pensò di<br />

verbalizzarla con il termine Accadì.<br />

Ora viene impresso sui contenitori per<br />

richiamare la caratteristica del “senza<br />

lattosio” come appare, per esempio,<br />

sulla confezione di una mozzarella<br />

prodotta da Granarolo che, avendo<br />

acquisito la Centrale del Latte di<br />

Milano, ne ha ereditato le produzioni.<br />

A Granarolo si deve l’iniziativa di altri<br />

prodotti, come per esempio una bevanda<br />

vegetale UHT a base di riso, che<br />

tra l’altro accomuna anche la caratteristica<br />

di essere senza glutine, oltre<br />

appunto a quella di “senza lattosio”.<br />

La latteria sociale Meran produce uno<br />

yogurt magro dichiarato “senza lattosio”<br />

e pure in Alto Adige, con il marchio<br />

Schar, vengono prodotte fette<br />

biscottate che assommano parecchi<br />

“senza” con riguardo a lattosio, frumento<br />

e glutine. Sotto il marchio<br />

“Nutrifree” viene commercializzato<br />

un pangrattato senza glutine e dichiarato<br />

“naturalmente privo di lattosio”.<br />

In prima linea<br />

nel mercato<br />

degli alimenti<br />

“senza” si trovano<br />

i prodotti che<br />

portano sulla<br />

confezione la voce<br />

“gluten-free”<br />

Una nota azienda svizzera offre invece<br />

caramelle senza zucchero.<br />

Come si evince da questa elencazione<br />

sia pur sommaria di casi, la categoria<br />

dei prodotti “senza” copre<br />

un’area di consumi piuttosto ampia<br />

e questa constatazione rende possibile<br />

ritenere che l’offerta trovi interesse<br />

da parte degli acquirenti. Nel settore<br />

della GDO vengono usualmente<br />

allestiti nei negozi appositi scomparti<br />

dedicati per esempio ai prodotti senza<br />

glutine. Si pensa che esista un interesse<br />

di quella parte dei consumatori<br />

che li acquistano in quanto<br />

affetti da celiachia; come abbiamo<br />

che tale caratteristica sia un pregio.<br />

Ma il settore scientifico comprende<br />

anche pareri controversi. Ricercatori<br />

dell’Università dell’Illinois di Chicago<br />

hanno analizzato l’urina di 73 persone<br />

di varia età (da 6 a 80 anni) che da<br />

cinque anni consecutivi ingerivano<br />

cibi senza glutine e in essa hanno riscontrato<br />

livelli alti di arsenico, addirittura<br />

doppio del normale ed anche<br />

importanti tracce di mercurio. Questo<br />

può essere considerato un aspetto<br />

critico nei confronti della eccessiva<br />

diffusione dei “senza glutine”, che<br />

alcuni considerano persino essere divenuti<br />

una moda.<br />

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