Tecnologie Alimentari 7 Ottobre 2017
Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.
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sicurezza<br />
Un’arma a doppio taglio…<br />
Sicuramente, ma partiamo da un<br />
presupposto: l’industria alimentare<br />
tratta una materia prima che si altera<br />
a contatto con l’aria. Le alterazioni<br />
possono essere “positive” (pensiamo<br />
alla stagionatura di un formaggio o<br />
all’essicazione dei salumi) o “negative”<br />
come la proliferazione batterica<br />
in ambienti di conservazione o lavorazioni<br />
di carni fresche, latte, ma anche<br />
verdure e frutta. Cose risapute,<br />
ma forse proprio per il fatto di essere<br />
risapute vengono date troppo spesso<br />
per scontate.<br />
E per non darle per scontate da dove<br />
bisogna cominciare?<br />
Dalla progettazione dell’impianto di<br />
trattamento aria: essa è in qualche<br />
modo sinergica alla qualità della produzione<br />
alimentare, perché – influenzando<br />
un ingrediente, appunto<br />
l’aria – determina la maggiore o minore<br />
gestibilità igienica e organolettica<br />
della materia prima, del semilavorato,<br />
del prodotto finito.<br />
Quindi stiamo parlando di una questione<br />
che è sinergica alla costruzione<br />
dello spazio di produzione?<br />
Sì, anche perché, giusto per fare un<br />
esempio, la semplice collocazione del<br />
punto da cui l’impianto cattura l’aria<br />
esterna e la immette nei canali è una<br />
variabile di grande rilevanza. Una<br />
bocchetta di presa collocata in prossimità<br />
di sorgenti di inquinamento (il<br />
parcheggio degli automezzi dell’azienda,<br />
la vicinanza di una torre evaporativa,<br />
la presenza di liquidi stagnanti<br />
o liquami nei dintorni) è un<br />
problema serissimo per l’aria che<br />
porteremo a contatto con cibi, alimenti<br />
e preparati.<br />
Lei enfatizza due elementi, quello<br />
chimico-fisico e quello microbiologico.<br />
Sì, anche perché da un punto di vista<br />
pratico, separarli o considerarli dissociabili<br />
in termini di pericolosità è un<br />
assurdo in termini. Il particolato è un<br />
problema conclamato, spesso siamo<br />
costretti a lasciare l’automobile in<br />
garage la domenica perché le stazioni<br />
Arpa segnalano concentrazioni di<br />
particolato superiori a quelle tollerabili<br />
dai termini di legge, ma il rischio<br />
di contaminazioni batteriche o fungine,<br />
più specifico dell’ambito dei<br />
prodotti alimentari, è combinato con<br />
questo. In realtà funghi e batteri<br />
sono veicolati nell’aria dal particolato,<br />
per cui è la combinazione dei due<br />
fattori che va considerata la variabile<br />
da contrastare.<br />
Ma la progettazione di un impianto<br />
di trattamento aria non è solo la collocazione<br />
della bocchetta di presa…<br />
Tutt’altro, anzi: faremmo uno sgarbo<br />
ai progettisti pensando che il loro<br />
lavoro sia semplice. Le scelte e a volte<br />
le possibilità di posizionamento di<br />
bocchette di mandata, le immissioni<br />
dell’aria nell’ambiente, ma anche la<br />
collocazione adeguata di punti di<br />
ispezione e pulizia dei canali sono<br />
altrettante opzioni determinanti per<br />
stabilire la gestibilità dell’impianto e<br />
la conservazione delle sue prestazioni<br />
di qualità sanitaria e igienica.<br />
Le alterazioni<br />
dell’alimento<br />
dovute al contatto<br />
con l’aria possono<br />
essere “positive”,<br />
come nella<br />
stagionatura<br />
di un formaggio<br />
o nell’essicazione<br />
dei salumi,<br />
o “negative” come<br />
la proliferazione<br />
batterica<br />
in ambienti<br />
di conservazione<br />
o lavorazioni<br />
di carni fresche,<br />
latte, verdure<br />
e frutta<br />
È un lavoro che coinvolge anche la<br />
disposizione dell’impianto rispetto al<br />
posizionamento delle macchine o ai<br />
differenti spazi serviti?<br />
Naturalmente: un sistema di diffusione<br />
dell’aria deve lavorare a creare una<br />
situazione coerente con le esigenze di<br />
conservazione e trattamento dei prodotti:<br />
non possiamo gettare aria con<br />
flussi diretti su prodotti in fase di trasformazione<br />
(con cambi di temperatura<br />
o momenti di esposizione all’aria<br />
in fase di confezionamento). Se pensiamo<br />
poi ad ambienti di magazzino<br />
come quelli che menzionavamo all’inizio<br />
(essiccatoi in salumifici, ambiti di<br />
invecchiamento e stagionatura per il<br />
prodotto caseario, ma anche i luoghi<br />
di stoccaggio di prodotti a lunga conservazione),<br />
sappiamo perfettamente<br />
anche da consumatori, pensando alle<br />
nostre cantine, che i valori di temperatura<br />
e umidità sono fondamentali,<br />
ma anche la circolazione dell’aria e la<br />
sua salubrità fanno la differenza.<br />
Ecco, la parola salubrità ci porta in un<br />
ambito delicato.<br />
La salubrità in ambito alimentare è<br />
sorvegliata dalle norme del Pacchetto<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />
www.interprogettied.com<br />
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