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Tecnologie Alimentari 7 Ottobre 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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sicurezza<br />

consistenti danni di immagine per<br />

l’azienda che si rende responsabile<br />

della distribuzione di un prodotto<br />

igienicamente alterato.<br />

dicati, cambiare filtri) e a conclusione<br />

una relazione dettagliata, che permette<br />

di impostare un programma di<br />

manutenzione sanificante. Il tutto<br />

corredato da report che evidenziano<br />

lo stato dell’arte all’origine, la metodologia<br />

e la strumentazione degli<br />

interventi svolti, la verifica delle condizioni<br />

al termine del lavoro, secondo<br />

le indicazioni di legge e con precise<br />

regole del gioco da seguire, che fanno<br />

parte della documentazione d’impianto<br />

che ogni ambiente produttivo<br />

dotato di impianto aeraulico dovrebbe<br />

possedere.<br />

Insomma, non è una semplice attività<br />

di pulizia.<br />

Tutt’altro, è un procedimento che<br />

parte dall’analisi delle condizioni di<br />

partenza, si avvale di competenze<br />

tecniche e prodotti specifici, si svolge<br />

secondo protocolli che tutelino il risultato,<br />

viene documentato puntualmente<br />

e si intreccia consistentemente<br />

con la manutenzione ordinaria<br />

dell’impianto, creando condizioni<br />

non semplicemente di adempimento<br />

della norma, ma di efficienza sia<br />

energetica sia igienica.<br />

Efficienza energetica ed igienica raramente<br />

vengono accostate. Come si<br />

possono coniugare?<br />

Innanzitutto prendendo coscienza di<br />

fatti semplici (se applicati ad altri settori):<br />

la manutenzione periodica di<br />

un’automobile, il tagliando, è diventata<br />

oggi un default. Nessuno che<br />

non voglia correre rischi evita di portare<br />

la macchina dal meccanico con<br />

una periodicità prestabilita. Questo<br />

salvaguarda il funzionamento della<br />

macchina stessa. E una manutenzione<br />

(una rimozione del particolato, per<br />

farla più semplice) crea le condizioni<br />

per mantenere flussi d’aria in linea<br />

con le prestazioni certificate al collaudo,<br />

mentre un filtro intasato, canali<br />

con cumuli di polvere nelle serrande,<br />

bocchette di immissione sporche creano<br />

maggiori consumi per ottenere<br />

le stesse prestazioni di portata d’aria<br />

che l’impianto forniva inizialmente.<br />

Abbiamo constatato risparmi post<br />

manutenzione sanificante fino al<br />

30% in termini di consumi elettrici.<br />

E sul fronte dell’igiene?<br />

Proviamo ad affrontare l’argomento<br />

complessivamente e non con solo<br />

riferimento al prodotto. Studi clinici<br />

attestano che la cattiva qualità dell’aria<br />

indoor è responsabile del 40%<br />

delle assenze per malattia dai luoghi<br />

di lavoro. È forse vero – secca ammetterlo,<br />

ma è così – che si fa spesso più<br />

attenzione alla qualità del prodotto<br />

(perché essa è una variabile economica<br />

misurabile, se il prodotto non è<br />

distribuibile va scartato ed è un vero<br />

danno economico), ma se proviamo<br />

a fare ragionamenti induttivi seppure<br />

non su basi scientifiche viene la tentazione<br />

di credere che un’aria migliore<br />

negli ambienti produttivi potrebbe<br />

dare minori rischi di respingimento o<br />

addirittura di contaminazione con<br />

Un canale aeraulico<br />

prima e dopo<br />

il trattamento<br />

La sanificazione non è un semplice<br />

obbligo, insomma, ma un’opportunità<br />

di risparmio e una tutela della<br />

qualità del prodotto…<br />

E una tutela dell’operatore: non dimentichiamoci<br />

che l’assenza da lavoro<br />

è un costo specifico (per l’azienda<br />

che si trova un minor numero di lavoratori<br />

a produrre, spesso specialisti di<br />

una macchina o di una fase del processo)<br />

e pure un costo sociale, perché<br />

grava sul sistema previdenziale e su<br />

quello sanitario.<br />

Ma come si riesce a “garantire” questo<br />

recupero di efficienza?<br />

Avvalendosi di competenze adeguate:<br />

sanificare un impianto aeraulico, l’abbiamo<br />

già detto, non significa pulirlo.<br />

Significa piuttosto e innanzitutto avere<br />

il know how necessario per gestire<br />

tutte le sue componenti, dall’unità di<br />

trattamento aria ai filtri e ai canali, conoscere<br />

le regole che ne determinano<br />

il funzionamento o le disfunzioni, avere<br />

le abilitazioni necessarie a operare.<br />

Il recupero di efficienza igienica, se<br />

affidato a chi sa manutenere un impianto,<br />

può essere sinonimo di recupero<br />

di efficienza energetica.<br />

Viceversa, nelle mani sbagliate una<br />

sanificazione mette a rischio l’efficienza<br />

dell’impianto dal punto di vista funzionale<br />

e dei consumi.<br />

Sanificare correttamente un impianto<br />

di trattamento aria è un investimento,<br />

quindi.<br />

Un investimento a 360° che dà effetti<br />

molteplici e tutti rilevanti: rispetto<br />

dei termini di legge, tutela e qualificazione<br />

della produzione e del prodotto,<br />

miglioramento delle condizioni di lavoro,<br />

efficientamento dell’impianto di<br />

trattamento dell’aria.<br />

Difficile avere più vantaggi da una<br />

singola procedura, a patto che sia<br />

eseguita con cognizione di causa e<br />

competenze.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

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