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CINEMA<br />
Francesca Archibugi sul set con Adriano Giannini<br />
© Andrea Miconi<br />
« È<br />
difficile raccontare l’amoralità<br />
senza essere moralisti. Per<br />
gli italiani è normale mentire,<br />
a livello professionale, personale,<br />
sentimentale. Per una ragazza<br />
irlandese, che viene da una cultura<br />
completamente diversa, può essere<br />
veramente scioccante porsi in relazione<br />
con persone così diverse».<br />
<strong>La</strong> regista Francesca Archibugi presenta<br />
così Vivere, film prodotto da<br />
Lotus Production e distribuito da 01<br />
Distribution, alla 76. Mostra Internazionale<br />
d’Arte Cinematografica di Venezia<br />
nella Selezione ufficiale, Fuori<br />
concorso, e nelle sale dal 26 settembre.<br />
Per descriverlo parte dal personaggio<br />
di Mary Ann (Róisín O'Donovan):<br />
una giovane, cattolica e studentessa<br />
di storia dell’arte, che dall’Irlanda<br />
arriva nel Belpaese con un’idea<br />
romantica dell’Italia e degli italiani,<br />
piombando nella casa degli Attorre<br />
come ragazza alla pari, nel bel<br />
mezzo di una crisi familiare. <strong>La</strong> sua<br />
presenza inizia a far muovere tutti<br />
in modo diverso, come un reagente<br />
chimico, provocando sbandamenti<br />
sentimentali.<br />
VIVERE<br />
LA REGISTA FRANCESCA ARCHIBUGI PORTA<br />
AL CINEMA LA STORIA DI UNA COMPLESSA<br />
FAMIGLIA MODERNA<br />
di Luca Mattei<br />
ellemme1<br />
<strong>La</strong> famiglia Attorre non è di quelle<br />
classiche: Luca (Adriano Giannini),<br />
freelance che piazza a stento i suoi<br />
articoli, vive con Susi (Micaela Ramazzotti),<br />
insegnante di danza per<br />
signore in sovrappeso, ancora legata<br />
alla classe sociale dell’ex marito, e<br />
Lucilla (Elisa Miccoli), la loro bimba<br />
asmatica. Ed è padre anche di Pierpaolo<br />
(Andrea Calligari), figlio avuto<br />
da un matrimonio precedente, che<br />
abita con il nonno materno, l’avvocato<br />
De Sanctis (Enrico Montesano).<br />
«A volte sembrano del tutto estranei<br />
– racconta la regista – legati<br />
solo dalla consuetudine di dover dividere<br />
dei sentimenti. Da questo nucleo<br />
parte uno sconvolgimento tipo<br />
domino: quando uno inizia a provare<br />
spaesamento e infelicità, queste<br />
sensazioni interessano tutti».<br />
A spiare le vicende di ciascuno, il<br />
vicino di casa e narratore Perind<br />
(Marcello Fonte): «Cerca di capire<br />
assieme allo spettatore cosa sta succedendo,<br />
perché non tutto è chiaro,<br />
né a lui né agli altri personaggi». Attraverso<br />
lo sguardo per nulla discreto<br />
del dirimpettaio li si vede divertirsi,<br />
litigare, uscire sempre in ritardo. In<br />
altre parole, vivere. «L’arrivo e la partenza<br />
della babysitter corrispondono<br />
a momenti di pazzia nella loro vita.<br />
Di quelli per cui a distanza di anni ti<br />
chiedi cosa ti era preso».<br />
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