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TRAVEL<br />
© KikoStock/AdobeStock<br />
patria dello spumante Docg.<br />
Scendendo lungo la Penisola, la vendemmia<br />
in Toscana è sinonimo delle<br />
colline del Chianti, a cavallo tra le province<br />
di Firenze, Siena e Arezzo, con<br />
un susseguirsi di alcuni dei borghi più<br />
belli d’Italia, da Castellina in Chianti<br />
a Monteriggioni. Ma il Granducato è<br />
anche terra di viticoltura eroica, con i<br />
pendii estremi tra le isole dell’Arcipelago<br />
e la Lunigiana: per esempio, la<br />
Doc dei Colli di Luni si produce in un<br />
territorio scosceso strappato ai boschi<br />
tra le province di <strong>La</strong> Spezia e Massa,<br />
dove da secoli si coltiva il Vermentino.<br />
Anche in Umbria, la zona di Montefalco<br />
(PG) non è solo il centro della<br />
produzione del Sagrantino, ma invita<br />
a scoprire le mura medievali, la chiesa-museo<br />
di San Francesco e le vigne<br />
del convento di Santa Chiara.<br />
Le peregrinazioni lungo le vendemmie<br />
d’Italia portano poi al sud, dove<br />
tra vitigni autoctoni e internazionali la<br />
varietà non manca: in Sicilia c’è chi inizia<br />
a fine luglio raccogliendo la base<br />
per gli spumanti (Chardonnay e Grillo)<br />
e chi, alle falde dell’Etna o a Venosa<br />
in Basilicata, non depone le cesoie<br />
fino ai primi giorni di novembre. Lungo<br />
la Costiera amalfitana e a Ischia,<br />
in Campania, parte della bellezza del<br />
paesaggio è data dai terrazzamenti a<br />
picco sul mare dove la raccolta avviene<br />
solo a mano: per trasportare le uve<br />
in cantina, i viticoltori sono costretti a<br />
usare monorotaie o a portare i grappoli<br />
a spalla lungo percorsi difficoltosi<br />
o per ripidissime gradinate.<br />
Chi invece capitasse in autunno nella<br />
provincia di Trapani potrebbe scoprire<br />
che Marsala non è solo zona di produzione<br />
dell'omonimo vino liquoroso,<br />
ma una splendida meta turistica e<br />
sede di un importante parco archeologico.<br />
Che dire poi di Pantelleria, che<br />
attira ogni anno visitatori da tutto il<br />
mondo, ma in autunno ha un’atmosfera<br />
unica con i vignaioli impegnati sui<br />
terrazzamenti nella vendemmia dello<br />
Zibibbo, nell’appassimento delle uve<br />
al sole e nella sgrappolatura che darà<br />
vita al celebre passito locale?<br />
Se negli occhi dei cinefili rimane la<br />
scena della pigiatura a suon di musica<br />
di Adriano Celentano in un noto<br />
film degli anni ’80, Il bisbetico domato,<br />
sono lontani i tempi in cui la raccolta<br />
era generalmente faticosa e veniva<br />
seguita dalla schiacciatura con i piedi,<br />
ormai rimasta quasi esclusivamente<br />
come momento di folklore. In Italia, al<br />
di là dei casi in cui è ancora necessaria<br />
la raccolta manuale – sia per motivi<br />
ambientali, sia per scegliere i grappoli<br />
adatti ai vini di qualità superiore<br />
come la Gran Selezione del Chianti<br />
Classico – si usano infatti metodi<br />
meccanici, con macchine vendemmiatrici<br />
che velocizzano il lavoro manuale,<br />
trainate da un trattore o semoventi.<br />
Generalmente funziona così: il<br />
grappolo che si stacca dalla pianta<br />
viene raccolto prima che tocchi terra,<br />
pulito da eventuali impurità e posto<br />
su una tramoggia che in seguito viene<br />
svuotata in grandi rimorchi. Esiste<br />
poi la pratica delle vendemmie scalari,<br />
usata a macchia di leopardo in<br />
diverse zone e che consiste nel raccogliere<br />
le uve di una stessa vigna in<br />
più momenti, a seconda del grado di<br />
maturazione dei grappoli. Un altro<br />
tipo di vendemmia che conta decine<br />
di esempi, da nord a sud, è la tardiva:<br />
si usa per realizzare vini passiti<br />
e consiste nel ritardare il momento<br />
della raccolta per aumentare il tenore<br />
zuccherino dell’uva. Regione che<br />
vai, vino che trovi.<br />
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