La rivista istituzionale del Soccorso Alpino e Speleologico - n. 76, novembre 2020
Un numero in gran parte dedicato al sistema italiano di Protezione Civile, che vede il Soccorso Alpino e Speleologico impegnato fra le strutture operative che in in Italia fronteggiano le grandi emergenze, oltre all'attività quotidiana di soccorso in montagna e dove l'ambiente è impervio. In apertura uno speciale sulla nuova legge varata da poco dal Parlamento, che ribadisce il ruolo di coordinamento e direzione del CNSAS nella ricerca dei dispersi. Info e media: Walter Milan Responsabile Nazionale Comunicazione - Head of Communication Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) coordinamentostampa@cnsas.it
Un numero in gran parte dedicato al sistema italiano di Protezione Civile, che vede il Soccorso Alpino e Speleologico impegnato fra le strutture operative che in in Italia fronteggiano le grandi emergenze, oltre all'attività quotidiana di soccorso in montagna e dove l'ambiente è impervio. In apertura uno speciale sulla nuova legge varata da poco dal Parlamento, che ribadisce il ruolo di coordinamento e direzione del CNSAS nella ricerca dei dispersi.
Info e media:
Walter Milan
Responsabile Nazionale Comunicazione - Head of Communication
Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)
coordinamentostampa@cnsas.it
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da qualche anno circolava tra gli autentici<br />
appassionati e frequentatori<br />
<strong>del</strong>la montagna: fondare il <strong>Soccorso</strong><br />
alpino in Abruzzo.<br />
A raccontarcelo è uno di loro, è un<br />
geologo e un eccellente alpinista,<br />
Domenico Alessandri. Per gli amici,<br />
anzi per tutti è Mimì, perché la sua<br />
fama lo precede, ha fatto la storia alpinistica<br />
di queste montagne e a 90<br />
anni, più di chiunque altro, sa di cosa<br />
si sta parlando.<br />
È la sera <strong>del</strong> 23 ottobre <strong>del</strong> 1958. Sul<br />
monte Camicia, cima <strong>del</strong> massiccio<br />
<strong>del</strong> Gran Sasso nella sua parte sudest,<br />
si cercano tre periti minerari<br />
<strong>del</strong>l’Agip. <strong>La</strong> società petrolifera sta<br />
infatti facendo sondaggi per la ricerca <strong>del</strong> petrolio in Abruzzo e i tre giovani,<br />
che tre giorni prima erano partiti da Campo Imperatore alla volta di<br />
Farindola attraverso il valico di monte Camicia, il 20 ottobre vengono presumibilmente<br />
investiti da una bufera di neve, dopo che uno di loro è rimasto<br />
anche gravemente ferito. Perdono la vita e i loro corpi sono rinvenuti dopo<br />
una settimana di difficili ricerche. Alle operazioni di soccorso e recupero<br />
partecipano centinaia di persone: militari e civili, guide alpine (addirittura<br />
gli Scoiattoli di Cortina), “gli alpinisti più maturi, i più audaci”, per dirla con<br />
Alessandri, <strong>del</strong> CAI <strong>del</strong>le sezioni <strong>del</strong>l’Aquila e di Penne, ma anche il personale<br />
<strong>del</strong>l’Agip e i pastori dei paesi vicini.<br />
Mimì Alessandri, che nella storia <strong>del</strong> <strong>Soccorso</strong> alpino abruzzese svolgerà<br />
tanta parte come capostazione <strong>del</strong>l’Aquila e poi come Delegato <strong>del</strong>la XX<br />
alpina e ancora come socio onorario, in quell’occasione sul Camicia non<br />
partecipa, ma lucidamente segna questo episodio come l’inizio <strong>del</strong>la svolta.<br />
L’Agip devolve la somma di 300mila lire alla sezione <strong>del</strong>l’Aquila <strong>del</strong> Cai, quale<br />
tangibile riconoscimento per l’opera prestata, e segue l’autorizzazione ufficiale<br />
a istituire la prima stazione di <strong>Soccorso</strong>. È il 1 gennaio <strong>del</strong> 1960.<br />
Nel ’66 viene costituita la XX Zona Alpina <strong>del</strong>l’Appennino Centrale (poi Delegazione)<br />
che inizialmente comprende la stazione <strong>del</strong>l’Aquila, ma presto<br />
comprenderà anche quella di Pietracamela e poi quella di Pescara.<br />
«Intanto nelle sezioni <strong>del</strong> Club <strong>Alpino</strong> Italiano - spiega Alessandri - tenevamo<br />
corsi di alpinismo, corsi ai quali partecipavano molti ragazzi che quelle<br />
stesse tecniche le andavano poi a sperimentare in condizioni ambientali<br />
completamente diverse da quelle che noi d’abitudine frequentavamo».<br />
Sì, perché parallelamente a questa storia se ne muove un’altra, quella appunto<br />
<strong>del</strong> <strong>Soccorso</strong> speleologico in Abruzzo, «di un gruppo di giovani –<br />
continua Alessandri – che pur frequentandola, alla montagna preferivano<br />
la grotta, con quel senso di esplorazione pura». È infatti nel ’73 e poi nel<br />
OTTOBRE <strong>2020</strong> | SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO<br />
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