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La rivista istituzionale del Soccorso Alpino e Speleologico - n. 76, novembre 2020

Un numero in gran parte dedicato al sistema italiano di Protezione Civile, che vede il Soccorso Alpino e Speleologico impegnato fra le strutture operative che in in Italia fronteggiano le grandi emergenze, oltre all'attività quotidiana di soccorso in montagna e dove l'ambiente è impervio. In apertura uno speciale sulla nuova legge varata da poco dal Parlamento, che ribadisce il ruolo di coordinamento e direzione del CNSAS nella ricerca dei dispersi. Info e media: Walter Milan Responsabile Nazionale Comunicazione - Head of Communication Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) coordinamentostampa@cnsas.it

Un numero in gran parte dedicato al sistema italiano di Protezione Civile, che vede il Soccorso Alpino e Speleologico impegnato fra le strutture operative che in in Italia fronteggiano le grandi emergenze, oltre all'attività quotidiana di soccorso in montagna e dove l'ambiente è impervio. In apertura uno speciale sulla nuova legge varata da poco dal Parlamento, che ribadisce il ruolo di coordinamento e direzione del CNSAS nella ricerca dei dispersi.




Info e media:
Walter Milan
Responsabile Nazionale Comunicazione - Head of Communication
Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)
coordinamentostampa@cnsas.it

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dicano il proprio tempo, le proprie capacità, la propria vita<br />

in aiuto degli altri. Quando ero bambino – l’ho scritto anche<br />

nel mio primo libro (Kalipè, lo spirito <strong>del</strong>la montagna ndr)<br />

sognavo di essere un supereroe. Ma oggi, il supereroe chi è?<br />

È colui che riesce a dare un contributo importante agli altri e<br />

all’ambiente. E i volontari <strong>del</strong> <strong>Soccorso</strong> alpino sono le donne<br />

e gli uomini speciali di oggi, che rischiano la propria vita per<br />

salvare quella di altri.<br />

Per realizzare Linea Bianca toccate con mano le insidie<br />

che la montagna, a volte, ci riserva. Come affrontate<br />

con la troupe l’ambiente montano in sicurezza?<br />

Lo affrontiamo unendo capacità, professionalità, preparazione<br />

e passione. Questi elementi sono fondamentali nel nostro<br />

gruppo di lavoro. Siamo una grande squadra che lavora<br />

insieme per raccontare le montagne. Spesso ci avvaliamo di<br />

esperti <strong>del</strong> settore che si affiancano a noi per gli ambienti più<br />

difficili.<br />

A la trasmissione, esalti le bellezze e le potenzialità <strong>del</strong>la<br />

montagna e l’importanza che svolgono coloro che vivono<br />

e lavorano negli ambienti montani. A tuo avviso<br />

cosa può fare il CNSAS per promuovere la cultura <strong>del</strong>la<br />

sicurezza in montagna?<br />

Parlarne, parlarne il più possibile. Linea Bianca, con i suoi oltre due milioni di telespettatori, ha portato la montagna<br />

nelle case degli italiani. In quanto unico programma televisivo, tra le tv generaliste, è riuscita a far nascere una vera<br />

cultura montana. Siamo anche stati gli unici a parlare, in televisione e per una intera stagione, di <strong>Soccorso</strong> alpino,<br />

<strong>del</strong>le fondamentali attività che il vostro corpo insegue e <strong>del</strong>le professionalità che lo caratterizzano. Questo significa<br />

fare informazione. Quindi il consiglio è quello di parlare e promuovere le vostre attività in modo corretto. I social sono<br />

un grande veicolo di informazioni, sicuramente, ma è oramai un dato certo che ciò che si vede attraverso questi canali,<br />

viene dimenticato con estrema facilità. <strong>La</strong> televisione ha ancora il potere di fissare parole e immagini nella mente di<br />

chi la segue.<br />

Massimiliano Ossini e la montagna, come nasce questo connubio tra un ascolano e l’alta quota?<br />

Ho sempre vissuto la montagna. E quando misi per la prima volta le mani sulla roccia a Pizzoferrato, un piccolo borgo<br />

nell’entroterra abruzzese, ero poco più di un bambino. Negli anni questa passione per la montagna non è mai scomparsa.<br />

Sono convinto che gli insegnamenti che riceviamo da piccoli, lasciano una profonda traccia sul nostro sentiero<br />

verso il mondo adulto. Ricordo bene quando mio padre, da bambino, mi portava a frequentare le montagne. Ho sempre<br />

amato camminare nella natura, a camminare verso l’alto. Poi si cresce e ci si allontana da quelle passioni, perché<br />

il percorso di sviluppo di ogni essere umano è articolato e mai facile. Però non si dimenticano. Ciò che hai amato da<br />

piccolo, prima o poi ritorna. Così è successo a me. Appena si è ripresentato, quell’amore mai dimenticato ha ripreso<br />

immediatamente forza. Quindi il messaggio che vorrei dare a tutti i genitori è quello di prendere i propri figli e portarli<br />

all’aria aperta, a vivere le montagne, la natura. Di dare loro degli imprinting forti e definiti sotto questi aspetti. Perché<br />

saranno momenti che daranno loro forza, robustezza e creatività. Sono “impalcature” sane, forti e che prima o poi<br />

dimostreranno tutto il loro valore.<br />

OTTOBRE <strong>2020</strong> | SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO<br />

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