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DI MAGAZINE cover MENA MARANO _ ARAV FASHION GROUP

Molti sono convinti che l'imprenditorialità sia scritta nel codice genetico. Diverse ricerche dimostrano però il contrario: imprenditori si diventa, soprattutto con una adeguata formazione (oltre che, ovviamente, con l'esperienza). Non si può negare, tuttavia, che alcuni abbiano come dotazione naturale una «marcia in più» per svolgere questo particolare tipo di attività: la capacità di leadership, di ragionare con la propria testa, di saper attendere i risultati dei propri sforzi; ma anche la creatività, l'elasticità mentale, la facilità di stabilire buone relazioni umane e una equilibrata propensione al rischio. Purtroppo, solo pochi hanno tutte queste doti insieme: ecco perché è con grande orgoglio che vi presento una donna che rappresenta l’emblema di tutte queste attitudini. Lei è Mena Marano, una giovane imprenditrice che è riuscita, in pochi anni, a conquistare la pole position del fashion system internazionale. Amministratrice delegata di ARAV srl: due decenni di storia che cercheremo di raccontare per rendere omaggio agli ambiziosi traguardi raggiunti. [...]

Molti sono convinti che l'imprenditorialità sia scritta nel codice genetico. Diverse ricerche dimostrano però il contrario: imprenditori si diventa, soprattutto con una adeguata formazione (oltre che, ovviamente, con l'esperienza). Non si può negare, tuttavia, che alcuni abbiano come dotazione naturale una «marcia in più» per svolgere questo particolare tipo di attività: la capacità di leadership, di ragionare con la propria testa, di saper attendere i risultati dei propri sforzi; ma anche la creatività, l'elasticità mentale, la facilità di stabilire buone relazioni umane e una equilibrata propensione al rischio. Purtroppo, solo pochi hanno tutte queste doti insieme: ecco perché è con grande orgoglio che vi presento una donna che rappresenta l’emblema di tutte queste attitudini. Lei è Mena Marano, una giovane imprenditrice che è riuscita, in pochi anni, a conquistare la pole position del fashion system internazionale. Amministratrice delegata di ARAV srl: due decenni di storia che cercheremo di raccontare per rendere omaggio agli ambiziosi traguardi raggiunti. [...]

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TRA APRILE E

SETTEMBRE C’È STATO

UN SIGNIFICATIVO

ARRESTO DELLA

VOGLIA DI METTERSI IN

PROPRIO DA PARTE

DELLE DONNE:

nel secondo trimestre, in particolare, il numero di

nuove imprese femminili è crollato del 42,3% , ben

più del -35,2% registrato dalle aziende maschili.

Anche nel terzo trimestre, nonostante la ripresa

dell’economia, le nuove iscrizioni al registro

camerale hanno continuato a scendere, segnando

un -4,8%, mentre le nuove imprese maschili sono

aumentate dello 0,8%. Rispetto alle imprese

maschili, quelle femminili dimostrano a seguito

della crisi maggiori problemi di liquidità (38% contro

il 33% degli uomini), di approvvigionamento delle

forniture e di accesso al credito. Per questo hanno

chiesto di accedere alle misure di ristoro più delle

imprese maschili ( 28% contro il 20% ) e chiedono

aiuti per accedere al credito, oltre che supporto per

la digitalizzazione. Ma se questo è vero e

altrettanto vero che le criticità hanno rafforzato

l’ingegno di quelle donne e imprese rosa che

avevano una marcia in più. Questo soprattutto nel

sud più colpito dal punto dall’emergenza

economica figlia di quella sanitaria. Dedicherò il

paragrafo successivo al racconto di aziende rosa e

imprenditrici che hanno dimostrato di leggere i

contesti e adottare interventi innovativi in diversi

settori che oggi e per i prossimi anni si rivelano

fondamentali e indispensabili per la ripresa.

Esperienze di successo e positivi role models

femminili in questo campo sono ancora più

determinanti se li contestualizziamo in uno

scenario politico e di governo che manifesta in

piena crisi ancora di più inadeguatezza e

arretratezza culturale.

Mentre, infatti, l’Europa e il suo Presidente Ursula

von der Leyen ribadiscono che “La parità di

genere è un principio fondamentale dell’Unione

europea, ma non ancora una realtà.” ,eche“nel

mondo degli affari, in politica e nella società nel suo

complesso potremo raggiungere il nostro pieno

potenziale solo utilizzando tutti i nostri talenti e la

nostra diversità. Impiegare soltanto la metà della

popolazione, la metà delle idee e la metà

dell’energia non è sufficiente.”, molti in Italia e,

soprattutto al Sud, ancora posticipano il

riconoscimento e l’attuazione del principio di parità

tra sessi, seppur costituzionalmente garantito,

causando preoccupanti e allarmanti rallentamenti

nel progresso e crescita culturale, sociale ed

economica futura.

Il divario di genere in economia, giova ricordarlo, ci

costa oltre il 40% di risorse e talenti non utilizzate.

Combattere per il raggiungimento della piena parità

di genere in ambito economico è importantissimo

per contrastare anche fenomeni e piaghe sociali in

aumento come le molestie e le violenze sulle

donne eifemminicidi. Infatti, nell'impegno contro la

violenza sulle donne riveste un ruolo di primo piano

l’investimento sul lavoro e sulla valorizzazione

dell’esperienza femminile. Il sostegno

all’indipendenza economica è una leva molto

efficace per contrastare la violenza di genere e

tutelare le vittime di questa piaga sociale resa

ancora più grave dall’emergenza sanitaria dovuta

alla pandemia da Covid-19. Tra le principali vittime

del Covid-19 ci sono le donne fragili e vulnerabili. Il

lockdown e lo smart working hanno avuto

ripercussioni molto forti sul fenomeno della

violenza contro le donne, soprattutto in ambito

domestico. Già nella scorsa primavera i numeri

internazionali parlavano di una crescita delle

violenze dovute all’isolamento forzato imposto in

moltissimi Paesi del mondo. Questo fenomeno

resta comunque molto difficile da misurare, perché

è in larga parte sommerso. Esistono però alcune

statistiche che permettono di valutare quale sia

stato il peggioramento della violenza di genere in

Italia soprattutto nei mesi caratterizzati dal

lockdown e nel periodo immediatamente

successivo. A fine ottobre Istat ha pubblicato una

serie di dati per comprendere come sia aumentata

la portata della violenza di genere in Italia,

utilizzando le rilevazioni sulle chiamate al numero

1522, coordinato dal Dipartimento per le pari

opportunità. Tra marzo e giugno 2020 – il periodo

più fortemente condizionato dalle limitazioni per

l’emergenza coronavirus – le chiamate valide al

numero antiviolenza 1522 hanno segnato un

aumento di circa il 120 per cento rispetto allo

stesso periodo dell’anno precedente, passando da

quasi 7 mila a oltre 15.200. Un aumento di circa il

72 per cento è stato registrato anche nel periodo

che va da marzo a ottobre scorso. Ecco perché le

battaglie per mettere a sistema la “ risorsa donna” e

promuovere la parità in economia e politica sono

cruciali in Italia nei prossimi anni. Se vogliamo una

più rapida ripresa il raggiungimento della parità di

genere non può attendere 108 anni come afferma il

Global Gender Gap Report 2020. Le idee e

risposte delle donne siciliane in numeri nonostante

l’assenza di quote rosa nel Governo regionale! Il

2020 in Sicilia si è concluso con un po' più di

amarezza che nelle altre regioni per quanto

riguarda la parità di genere. A ridosso dei

festeggiamenti di capodanno, infatti, il governo

siciliano decide per un rimpasto della propria

Giunta. Due assessori vengono sostituiti per

ragioni meramente politiche. Tra questi,

Bernadette Grasso, responsabile delle Autonomie

locali e della Funzione pubblica. Le nuove scelte

politiche valgono un vero e proprio record negativo

perché l’Assessore uscente era l’unica donna a

rappresentare circa 2 milioni e 600 donne siciliane

e il 54% dell’elettorato attivo dell’Isola. La giunta

diventa così composta da soli uomini: unico caso in

Italia insieme al Molise che però a differenza della

Sicilia che è la più grande del Paese, è la

penultima regione in termini di grandezza. E’ bufera

nazionale, i sindacati e la Confederazione delle

Piccole e Medie Imprese ( Confapi) siciliana, da me

rappresentata, sostengono una petizione che in

pochi giorni raggiunge 10 mila firme e un gruppo di

giovani siciliane inizialmente costituito da 8

ragazze istituisce una pagina facebook di protesta

“ Le Siciliane” che in pochissimo tempo vanta 750

iscritte donne. Nonostante ciò e gli appelli di diversi

Ministri in carica, il Presidente della Regione

dichiara che le pari opportunità e le quote rosa,

introdotte qui in Sicilia con una legge varata solo a

giugno del 2020, saranno rispettate a partire dalla

prossima legislatura. Come dire, per la parità si

può aspettare: in tempo di crisi le priorità sono

altre. Per gli uomini che hanno considerato sterile e

pretestuosa la protesta femminile al momento non

ci sono donne abili quanto gli uomini a saper

fronteggiare la crisi in atto qui sull’Isola. Eppure,

l’evidenza empirica anche qui da noi, nel profondo

Sud, dove primeggia ancora una cultura patriarcale

e maschilista, sono proprio le donne imprenditrici

che hanno saputo fornire role models ai giovani in

diversi settori e comparti strategici per la nostra

economia. In qualità di unica Presidente donna tra

le 78 Confederazioni territoriali attualmente

presenti in Confapi, Confederazione datoriale che

attualmente rappresenta 83 mila imprese e circa 1

milione di addetti, esercito il mio ruolo in un mondo

ad appannaggio maschile cercando si avviare un

processo di rinnovamento verso l’attuazione del

mainstreaming di genere che, aldilà delle quote

rosa, trova forza sui numeri. Numeri che popolano

voci di bilancio come fatturati e ricavi, costi e

investimenti tanto cari agli uomini, economisti e

politichi che ancora considerano la parità di genere

una “ moda di stagione” da indossare a seconda

delle esigenze di mera opportunità o, per meglio

chiarire, opportunismo. Inizio proprio dalla mia

personale esperienza in questa difficile Regione

del Mezzogiorno per raccontare brevemente

alcune iniziative realizzate durante un anno di

lavoro e alcuni risultati raggiunti esercitando in

piena pandemia ed emergenza economica. Finisco

citando e raccontando l’esperienza e le idee di

successo di alcune donne manager siciliane che

ho la fortuna di rappresentare, che mi hanno

ispirato, supportato e incentivato dimostrandomi,

grazie alle indiscusse capacità di leadership e di

intuito femminile, di poter fare la differenza in

termini di sviluppo ed economia dell’intera regione

e non solo.

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