INSIEMI_CCL, storie da abitare - ZOIA

| LA VOCE DEI SOCI |
AL CALAR DELLA SERA, ZOIA
PARE UN QUADRO DI HOPPER
Ho vissuto a Napoli, Roma, Bruxelles,
Abu Dhabi e sono un eterno
insoddisfatto perché faccio sempre
paragoni. Nonostante questa premessa, il
progetto Zoia mi piace da morire. Amo i suoi
edifici bianchi caratterizzati da una grande
pulizia formale e la sera, quando si accendono le
luci, mi sembra di essere in un quadro di Hopper.
Quando, con mia moglie Serena, cercavamo
casa non smettevo di dirle: “la voglio luminosa,
una casa dove tenere gli occhiali da sole”. E qui
è proprio così, siamo al quinto piano e quando
c’è bel tempo la luce naturale invade ogni
ambiente. A quei tempi abitavamo in Belgio ma
volevamo trasferirci a Milano nonostante i costi
proibitivi. Le soluzioni abbordabili per il nostro
budget erano case non di qualità, in periferia.
Poi qualcuno ci ha parlato di questo intervento
e siamo diventati soci della cooperativa
Solidarnosc. Tante volte prendevo il volo delle 6
del mattino, seguivo la riunione, e rientravo in
Belgio con il volo di mezzogiorno.
Guardare
la mia casa
dall’alto mi
emoziona
sempre.
Molte delle rotte di avvicinamento su
Malpensa passano proprio qui sopra. Così quando
guardo Zoia dall’alto mi capita di pensare con un
moto d’affetto “quella è casa mia”.
L’unico neo? La distanza con il centro città
ma è ampiamente compensato, per me che
suono la chitarra, dalla fortuna di avere un
liutaio – simpatico, bravo e onesto – proprio
sotto casa.
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