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| I PROGETTISTI |<br />
©Daniele Portanome<br />
© Sumo<br />
L’edificio che si affaccia sulla piazza, destinato<br />
all’affitto, è stato pensato come uno spazio cerniera<br />
tra un ambito aperto più pubblico e uno interno più<br />
privato. Il fatto poi, che al piede di quel fabbricato<br />
fossero ospitate le Officine Creative e altri spazi comuni<br />
condominiali, fa sì che proprio qui si realizzi quel mix<br />
tra uso pubblico e privato che era una delle richieste del<br />
bando. Siamo riusciti a far sì che Zoia sia a tutti gli effetti<br />
un’architettura di relazioni.<br />
Vicino a Quarto Cagnino ho conosciuto la persona<br />
che è diventata mia moglie. Una casualità che mi rende<br />
particolarmente caro questo quartiere. Ancora oggi<br />
mi capita di passare di qui e verificare la tenuta nel<br />
tempo di alcune scelte progettuali. Solo il Piazzale della<br />
Cooperazione si è trasformato in un nodo <strong>da</strong> districare.<br />
Il bando aveva dei paletti: la piazza doveva continuare<br />
ad ospitare il mercato settimanale. Un vincolo pesante<br />
per immaginarne un uso alternativo. Ancora oggi,<br />
nonostante interventi successivi, il risultato ne risente.<br />
Le cooperative devono gestire nel tempo gli edifici<br />
che costruiscono. Per questo motivo si pongono delle<br />
questioni che altri committenti tralasciano. È un<br />
atteggiamento che va nella direzione della solidità e<br />
della continuità dei loro interventi, sempre portatori di<br />
una visione di medio-lungo periodo che non può che<br />
essere positiva per la città.<br />
Unire pubblico e privato in maniera sinergica è<br />
ancora difficile. Zoia resta un progetto pilota che, nel<br />
panorama degli interventi milanesi, rimane esempio di<br />
buona pratica mettendo insieme l’amministrazione e gli<br />
investitori, un matrimonio mai semplice <strong>da</strong> celebrare.<br />
Fin <strong>da</strong> bambino il mio sogno è stato quello di <strong>da</strong>re<br />
una casa di qualità a chi non poteva permettersela. Con<br />
questo ideale ho scelto la professione dell’architetto.<br />
Zoia con il suo mix abitativo (affitto convenzionato e<br />
sociale per categorie protette) è stata l’occasione per<br />
trasformare il sogno in realtà.<br />
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