Waste n. 20 maggio 2022
Arma letame Rifiuti prodotti dai materiali compositi: sfide e strategie Dalla geotermia il litio utilizzato nelle batterie
Arma letame
Rifiuti prodotti dai materiali compositi: sfide e strategie
Dalla geotermia il litio utilizzato nelle batterie
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
SCARTI E CONTAMINAZIONI<br />
SCARTI E CONTAMINAZIONI<br />
PRIMO PIANO<br />
13<br />
Marco Comelli,<br />
Federica Lugaresi<br />
Una sporca guerra<br />
Gli effetti dei conflitti non sono solo socio-economici<br />
e umanitari. Viene infatti prodotto un importante volume<br />
di rifiuti che impatta pesantemente anche sull’uomo…<br />
Esistono molteplici interconnessioni tra<br />
ambiente e guerre. La prima, e più evidente,<br />
è quella diretta. Distruzione di<br />
infrastrutture, di edifici, di terreni e aree alberate.<br />
Basta guardare qualche foto delle aree<br />
del fronte della Prima Guerra Mondiale per<br />
vedere alberi divelti, campi coltivati sconvolti,<br />
canali interrotti. Tutti danni causati sia dalle<br />
armi che dall’intervento di apprestamento di<br />
opere difensive ma anche offensive (durante<br />
la guerra sino-giapponese nei tardi anni ’30<br />
vennero provocate alluvioni rompendo le dighe<br />
su diversi fiumi). Vera e propria guerra<br />
ambientale.<br />
Ci sono poi gli effetti indiretti, causati dalla dispersione<br />
nell’ambiente di manufatti bellici,<br />
resti e rottami degli stessi e residui del loro<br />
utilizzo. In genere, più i residui ed i resti sono<br />
di piccole dimensioni, più sono insidiosi e difficili<br />
da rimuovere.<br />
Proiettili inesplosi<br />
Il caso classico che viene alla mente quando<br />
si parla di residui di attività belliche è relativo<br />
agli ordigni che non sono esplosi, per malfunzionamento<br />
o semplicemente perché abbandonati<br />
o persi. Senza entrare nei dettagli tecnici,<br />
si distinguono due grandi categorie: gli<br />
ordigni armati e quindi pronti ad esplodere, e<br />
quelli non armati (in sicura). Nel secondo caso,<br />
il recupero è relativamente semplice e, se non<br />
riutilizzati, lo smaltimento segue protocolli<br />
stabiliti.<br />
Lo smaltimento degli esplodenti, intesa come<br />
categoria dei rifiuti speciali, di uso civile, e per<br />
estensione di quelli militari, viene normato dal<br />
Credit: Wikipedia<br />
Decreto Interministeriale 12 <strong>maggio</strong> <strong>20</strong>16 n.<br />
101 - Smaltimento esplodenti e pirotecnici,<br />
che risponde al dettato del decreto legislativo<br />
29 luglio <strong>20</strong>15, n. 123 recante “Attuazione della<br />
direttiva <strong>20</strong>13/29/UE”. La <strong>maggio</strong>r parte del<br />
testo si riferisce ai pirotecnici, sia intesi come<br />
fuochi d’artificio e ordigni di segnalazione, in<br />
ambito marittimo e non solo (razzi di segnalazione),<br />
sia giunti a fine vite che come residui.<br />
Per effettuare lo smaltimento dei pirotecnici<br />
da segnalazione è stato costituito nel <strong>20</strong>18 un<br />
consorzio volontario, il COGEPIR, su cui torneremo<br />
in un prossimo articolo. Esiste poi il<br />
capitolo spesso dimenticato degli airbag.<br />
In estrema sintesi, la normativa prevede una<br />
catena inversa, che parte dagli utilizzatori<br />
devono conferire gratuitamente i prodotti scaduti<br />
ai distributori, che istituiscono a spese<br />
proprie centri di conferimento dotati di appositi<br />
contenitori sicuri sia per le persone che<br />
conferiscono e/o che ritirano i prodotti sia<br />
per l’ambiente. Il tutto viene iscritto in un registro<br />
di tracciamento delle consegne. Una<br />
volta raccolti nei centri preposti, le successive<br />
fasi di ritiro, trasporto e conferimento agli<br />
impianti di smaltimento è a cura dei fabbricanti<br />
e degli importatori. Il ritiro deve avvenire<br />
ogni tre mesi od ogni qualvolta il quantitativo<br />
depositato superi i 10 chilogrammi; in ogni<br />
caso, il deposito presso i distributori non può<br />
superare l’anno.<br />
Mine vaganti<br />
Tornando ai rifiuti prodotti dalle attività belliche,<br />
nel caso di ordigni inesplosi ma pronti ad<br />
esplodere (caso classico, bombe e razzi d’aereo,<br />
ma anche mine), la questione si fa delicata<br />
e infatti sia le forze armate che dell’ordine<br />
posseggono corpi e reparti di specialisti incaricati<br />
di disinnescare e, in casi estremi, far<br />
esplodere in sicurezza gli ordigni. In certi casi,<br />
anche per gli ordigni disinnescati si può procedere<br />
allo smaltimento.<br />
Rifiuti in esercitazione<br />
Per quanto riguarda le munizioni usate in fase di addestramento,<br />
dove non c’è necessità di abbandono sul terreno, si procede col totale<br />
recupero e successivo riciclo. Parliamo di bossolame (non soltanto<br />
relativo ai colpi delle armi individuali quali pistole e fucili) ma anche<br />
del munizionamento di carro armato.<br />
Si tratta infatti di materiali “nobili” e ricercati: leghe di rame e ottone,<br />
o alluminio (come alcune ogive di esercitazione), con un valore economico<br />
abbastanza elevato.<br />
Premesso che tutti gli inesplosi pongono problemi,<br />
ed escludendo per ora i casi di ordigni<br />
appositamente nascosti, come le mine o le<br />
trappole esplosive, i più ostici sono gli ordigni<br />
che si diffondono nell’ambiente per progettazione.<br />
É il caso delle armi a frammentazione<br />
tipo le “bombe a grappolo” a due stadi. In queste,<br />
il primo stadio è costituito da un ordigno<br />
portatore che giunto in prossimità del bersaglio,<br />
tramite esplosione o altri mezzi, disperde<br />
una serie di sub-munizioni in un’area anche<br />
molto vasta. A loro volta queste sub-munizioni<br />
esplodono e disperdono dei frammenti sotto<br />
forma di schegge o anche di biglie di metallo.<br />
Alcune delle sub-munizioni possono restare<br />
sul terreno inesplose. Per recuperale, l’area<br />
deve essere circoscritta e bonificata come se<br />
ci si trovasse in un campo minato. A questo<br />
punto il terreno può tornare riusabile ma se<br />
sono state utilizzate bombe a grappolo in<br />
grande numero le operazioni possono durare<br />
molto a lungo.<br />
Bomba cluster: solo<br />
dopo aver fatto<br />
brillare il materiale<br />
inesploso, il terreno<br />
può tornare usabile.<br />
(Autore: Mohammed<br />
Zaatari; Credit: The<br />
Associated Press).<br />
Maggio <strong>20</strong>22<br />
Maggio <strong>20</strong>22