Waste n. 20 maggio 2022
Arma letame Rifiuti prodotti dai materiali compositi: sfide e strategie Dalla geotermia il litio utilizzato nelle batterie
Arma letame
Rifiuti prodotti dai materiali compositi: sfide e strategie
Dalla geotermia il litio utilizzato nelle batterie
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
76 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />
GUERRA AGLI ALIENI<br />
GUERRA AGLI ALIENI<br />
ACQUE REFLUE<br />
77<br />
Marco Comelli<br />
Io ti purifico<br />
Per lo sviluppo e la scelta di un sistema tecnologico<br />
sono centrali due parti della normativa<br />
IMO: l’eliminazione degli organismi<br />
alieni, secondo lo standard D2 di cui abbiamo parlato<br />
nello scorso numero, e la non tossicità abiotica<br />
dell’acqua di zavorra trattata per l’ecosistema marino<br />
in cui viene scaricata. L’eliminazione degli organismi<br />
in realtà ha duplice interpretazione: per<br />
la Guardia Costiera degli Stati Uniti gli organismi<br />
scaricati con l’acqua devono essere morti, mentre<br />
per l’IMO è sufficiente che non siano vitali; ciò sottintende<br />
a sua volta, che non riescano a sopravvivere<br />
a lungo nell’ambiente o che non sia possibile<br />
la loro riproduzione.<br />
Criticità relative<br />
alle acque di zavorra<br />
e normative internazionali<br />
che ne prescrivono<br />
la sterilizzazione<br />
a monte del loro scarico.<br />
In questa seconda parte<br />
esaminiamo le diverse<br />
tecnologie sviluppate,<br />
finalizzate allo scopo<br />
e già applicabili<br />
Sterilizzazione (elettro)chimica<br />
Il metodo classico per la sterilizzazione, a che a<br />
volte è potabilizzazione dell’acqua, è l’aggiunta di<br />
una sostanza attiva in grado di eliminare gli organismi.<br />
Ne esistono diverse di biocide, ma per l’acqua<br />
di zavorra solitamente si utilizza il Mena -<br />
dione/Vitamina K oppure il cloro.<br />
Teoricamente quest’ultimo rappresenta una soluzione<br />
semplice, ma a bordo di una nave comporta<br />
dei rischi. Il cloro puro è estremamente tossico<br />
e il suo maneggio altrettanto. In caso di<br />
incidente, la sua dispersione nell’ambiente è catastrofica.<br />
Ma esiste una soluzione per produrre<br />
il cloro necessario alla bisogna.<br />
Applicando corrente in una cella elettrolitica in fase<br />
di carico dell’acqua, si genera ipoclorito di sodio<br />
che penetra nella membrana cellulare degli organismi<br />
e li uccide. Il cloro viene lasciato agire per<br />
tutto il viaggio e in buona parte si disattiva. Per eliminare<br />
quello rimanente, prima di scaricare a<br />
mare, vengono aggiunti ossidanti come il tiosolfato<br />
di sodio, il solfito di sodio o il metabisolfito di sodio,<br />
in una quantità dosata automaticamente per ottenere<br />
una concentrazione allo scarico inferiore a<br />
0,1 parti per milione.<br />
La variante a questo metodo (per esempio quella<br />
di OceanSaver), prevede una filtrazione preventiva<br />
dell’acqua al momento dell’imbarco con un filtro<br />
molto fitto (40 micrometri), che consente di elimi-<br />
nare a monte gli organismi più voluminosi e resistenti.<br />
Il filtro è autopulente ma comporta comunque<br />
alcune controindicazioni, quali la riduzione<br />
della portata del sistema di carico, che quindi richiede<br />
un monitoraggio preciso delle attività di<br />
scarico del carico utile.<br />
Una problematica più generale dei sistemi elettrochimici<br />
è legata alla temperatura e salinità dell’acqua.<br />
Dove entrambe sono basse, è necessario<br />
aggiungere salamoia affinché il sistema funzioni<br />
bene. Naturalmente questa occupa spazio e diminuisce<br />
la capacità di carico disponibile.<br />
Comunque, i sistemi al cloro<br />
di entrambi i tipi rappresentano il 46%<br />
dei sistemi di gestione delle acque di<br />
zavorra installati a livello mondiale.<br />
Ultraviolenza dagli ultravioletti<br />
L’utilizzo dei raggi UV per la sterilizzazione<br />
è noto e molto diffuso in tutti<br />
i campi. Il meccanismo di funzionamento<br />
è la ionizzazione delle molecole<br />
che compongono le pareti cellulari<br />
degli organismi e del loro DNA.<br />
In base all’intensità e alla durata dell’irradiazione,<br />
gli organismi vengono<br />
uccisi o resi sterili. Un tipico sistema<br />
di gestione delle acque di zavorra prevede<br />
il filtraggio dell’acqua in fase di<br />
carico che poi viene inviata a delle vasche<br />
di irradiazione e quindi ai serbatoi<br />
di zavorra.<br />
Per evitare che qualche organismo<br />
sfuggito alla sterilizzazione riformi<br />
colonie nei serbatoi, prima dello scarico<br />
l’acqua viene rifatta passare nelle<br />
vasche bypassando i filtri. L’utilizzo<br />
dei filtri nei sistemi UV è fondamentale<br />
perché gli ultravioletti si trasmettono<br />
nell’acqua ma in grado diverso<br />
secondo la sua torbidità. Il massimo<br />
della trasmittanza si ottiene in liquidi<br />
perfettamente puliti, ma nei porti è<br />
Sezione<br />
di irradiazione<br />
del sistema<br />
a UV.<br />
difficile che ciò avvenga. Nel porto di Brisbane, in<br />
Australia, l’acqua ha una trasmittanza UV media<br />
del 92%, ma a Houston, nel Golfo del Messico<br />
scende al 74%, per precipitare al 49% nel porto di<br />
Shanghai. Per compensare, i sistemi aumentano<br />
la potenza applicata oppure riducono la velocità<br />
del flusso d’acqua, o entrambe le cose. Regolazioni<br />
dello stesso tipo avvengono per soddisfare le richieste<br />
della Coast Guard. Per uccidere un organismo<br />
è necessario che la potenza degli UV sia<br />
pari a tre volte di quella necessaria per sterilizzarlo.<br />
Sistema<br />
di sterilizzazione<br />
elettrochimica<br />
dell’acqua.<br />
Questa modalità<br />
rappresenta<br />
il 37% dei sistemi<br />
di gestione delle<br />
acque di zavorra<br />
a livello<br />
mondiale.<br />
Maggio <strong>20</strong>22<br />
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