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leStrade n. 1954 gennaio/febbraio 2024

INFRASTRUTTURE La necessità di avere un sistema integrato e intermodale MATERIALI Sostenibilità delle pavimentazioni stradali. L’apporto di Valli Zabban

INFRASTRUTTURE
La necessità di avere un sistema integrato e intermodale

MATERIALI
Sostenibilità delle pavimentazioni stradali. L’apporto di Valli Zabban

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ail è un sistema costoso, di grande capacità, di<br />

grandi prestazioni, che però mal si adatta economicamente<br />

ai numeri ridotti che avevamo in gioco.<br />

Inoltre, non esistono ferrovie in Islanda, quindi<br />

avrebbero dovuto importare tutto, compreso il<br />

personale viaggiante e quello tecnico. Quindi un<br />

ulteriore aumento dei costi. La nostra proposta,<br />

di conseguenza, è stata quella di realizzare un autobus<br />

a guida laterale, una tecnologia abbastanza<br />

diffusa in Gran Bretagna, che viaggia fra due<br />

cordoli rialzati e ha delle piccole rotelline di pochi<br />

pollici di diametro, orizzontali, che insistono contro<br />

questi cordoli. Quindi l’autobus da una strada<br />

normale si inserisce in questa guida e da quel<br />

momento in poi l’autista diventa un conducente<br />

di tram su rotaia perché tutto è guidato da questi<br />

cordoli. L’idea è piaciuta molto, però anche qui il<br />

reality check, purtroppo, ha detto di no: i due cordoli<br />

trasformano la corsia dedicata in una vasca,<br />

in cui nella stagione delle nevicate (da settembre<br />

a maggio) si accumula la neve che, se non viene<br />

tolta prima che ghiacci, si solidifica e l’autobus<br />

che passa rischia di sollevarsi, le rotelline laterali<br />

deragliano e il mezzo deraglia. Una manutenzione<br />

continua e assidua avrebbe avuto costi elevati,<br />

abbiamo persino pensato al riscaldamento con resistenze<br />

elettriche, dato che l’elettricità in Islanda<br />

costa pochissimo, ma anche in questo caso l’investimento<br />

era molto elevato. E allora l’idea dell’autobus<br />

guidato si è trasformata in un autobus su<br />

una normale corsia preferenziale, eventualmente<br />

con un ADAS, un sistema di guida automatica,<br />

che gli permette di raggiungere quelle prestazioni<br />

che noi ci aspettavamo. Quindi la light rail si trasforma<br />

in un BRT molto evoluto, implementabile<br />

subito: compro, costruisco e faccio partire. Un anno<br />

di preparazione, un anno di lavori, e si fa. Fino allo<br />

sfruttamento delle tecnologie esistenti più avanzate,<br />

e oltre. Per esempio, abbiamo pensato alla guida<br />

autonoma che, attualmente, non è sviluppata a<br />

sufficienza, ma in futuro potrebbe essere possibile<br />

fare a meno dell’autista, visto anche che in gran<br />

parte il percorso si sviluppa su sede propria. Quello<br />

che noi abbiamo consegnato come proposta è<br />

in questi tre stadi: implementabile subito, sviluppo<br />

delle tecnologie attualmente esistenti fino alla<br />

frontiera della tecnologia, e evoluzione con l’utilizzo<br />

di tecnologia ancora non sfruttabile».<br />

Autobus locali a chiamata<br />

e le strade di Ásbrú<br />

Per la trasportistica Mic-Hub si è pero occupata anche<br />

di altri tratti: «C’è una seconda parte che abbiamo<br />

sviluppato: quindi non solo il BRT che collega<br />

l’aeroporto con la città di Reykjavik facendo<br />

anche servizio, quindi attestandosi su fermate sia<br />

in questo villaggio lasciato dagli americani sia in altre<br />

fermate lungo l’area urbana di Keflavík. Abbiamo<br />

immaginato un servizio di autobus locali, che<br />

servisse tutta quella zona di piccoli villaggi sparsi<br />

nella penisola di Reykjanes, una caratteristica negativa<br />

per il trasporto pubblico, perché hanno poca<br />

popolazione e sono lontani dal centro principale.<br />

Gli autobus devono fare tanta strada per portare<br />

pochi passeggeri: dal punto di vista economico è<br />

complicato. Attualmente, le linee a orario fisso che<br />

esercitano su questo territorio sono inefficienti: ci<br />

sono solo quattro corse al giorno. Allora ci siamo<br />

appoggiati a una società spagnola, che realizza e<br />

organizza sistemi a chiamata, autobus “demand<br />

responsive”, in grado di rispondere alla variazione<br />

della domanda, quindi capaci di viaggiare su orario<br />

quando la domanda lo richiede (per esempio, i<br />

bambini che vanno a scuola dal villaggio verso la<br />

città principale hanno un orario preciso e quella<br />

corsa è garantita) e su domanda durante la giornata,<br />

tramite una app disponibile sul cellulare: l’utente<br />

può chiamare l’autobus e viene informato esattamente<br />

come un taxi dell’arrivo dell’autobus (non<br />

a casa propria, ma presso la fermata). In base alle<br />

risorse economiche disponibili, l’autobus può arrivare<br />

anche a muoversi per una persona sola, altrimenti<br />

si attiva a pacchetti di viaggiatori.<br />

Naturalmente il sistema di trasporto locale è coordinato<br />

con il BRT, quindi porta i passeggeri anche<br />

alle fermate dove possono scambiare e prendere<br />

il BRT che li porta a Reykjavik. Infine, il<br />

terzo elemento di questo Masterplan della par-<br />

te trasportistica è stato lo sviluppo delle strade<br />

urbane del villaggio di Ásbrú, il villaggio militare<br />

americano trasformato in una cittadina. Qui le<br />

criticità sono state minime: le strade non sono<br />

tanto larghe, ma lo spazio tra gli edifici è enorme<br />

e davanti a ogni edificio o gruppo di edifici<br />

c’è un grande parcheggio. Noi abbiamo sfruttato<br />

questi spazi, in parte, per realizzare corsie ciclabili<br />

e ampi marciapiedi. Quindi questi sono stati<br />

i tre elementi per una trasportistica integrata:<br />

per esempio, i BRT inizialmente partono dall’aeroporto<br />

e raggiungono una rotatoria che già esi-<br />

Aeroporti<br />

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